Accesso all’offerta culturale da parte degli immigrati: il nuovo numero di «Studi Zancan»

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creato: 11 luglio 2011

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È on line il n. 3/2011 della rivista «Studi Zancan» che, nella sezione monografica, raccoglie i contributi presentati nel corso del seminario di ricerca «Accesso all’offerta culturale da parte delle persone immigrate», organizzato dalla Fondazione «E. Zancan» in collaborazione con la Fondazione Migrantes a Malosco (Trento) nel luglio 2010. Il seminario è stato coordinato da Paolo de Stefani, membro del comitato scientifico della Fondazione «E. Zancan», e da Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes.
Nel suo contributo introduttivo De Stefani denuncia la tendenza a considerare l’immigrazione come un problema di ordine pubblico, piuttosto che una sfida culturale. Riferisce, inoltre, di un «approccio difensivo» diffuso in Italia, teso a tutelare i diritti culturali di una minoranza. Perego, invece, lancia un appello a fondare una nuova cultura delle relazioni e dell’ascolto, promuovendo nuove prassi che mettano al centro le relazioni e i diritti delle persone.
Secondo Patrizia Toss le istituzioni culturali sono chiamate a favorire la partecipazione degli immigrati già nella fase di progettazione delle iniziative. È inoltre necessario aiutare i nuovi cittadini a vivere le proprie appartenenze culturali senza sentirsi costretti a scegliere tra esse. Mary Rimola individua le principali barriere che ostacolano l’accesso all’offerta culturale e sottolinea il fenomeno della «retrocessione forzata»: il fatto di essere «migrato» comporta la retrocessione a una posizione di inferiorità nella scala sociale. L’autrice suggerisce quindi di ripensare la mediazione culturale, non più a senso unico ma bidirezionale, rivolta cioè anche agli italiani.
Gianfranco Bonesso sottolinea la tendenza ad attribuire un’importanza fondamentale agli aspetti giuridici più che ai bisogni dei soggetti e si concentra sulla produzione culturale delle persone immigrate. Maria Massignan, infine, riferisce della particolare condizione in cui si trovano gli adolescenti appena arrivati in Italia, inseriti direttamente nella scuola superiore con una conoscenza limitata dell’italiano. L’invito è di trovare risposte adeguate ai bisogni e ai diritti di questa fascia vulnerabile attraverso progetti che coinvolgano attivamente la scuola. Ulteriori approfondimenti sul tema sono contenuti nella sezione «Esperienze e documentazione»: Marta Roversi analizza alcune esperienze interculturali, citandone potenzialità e limiti, mentre Simona Bodo approfondisce il ruolo dei musei come spazi interculturali.
La sezione «Politiche e servizi» contiene contributi sui temi della famiglia, dei giovani, del volontariato e della continuità delle cure. Paolo Onofri analizza l’attuale sistema pensionistico italiano, guardando la questione con gli occhi dei giovani, che dovranno lavorare più a lungo e godere di una pensione più bassa. Monsignor Soravito de Franceschi propone invece le sue considerazioni sul fatto che la famiglia in Italia non è riconosciuta come soggetto politico, economico e sociale, ma relegata a un ambito «privato». Giulia Barbero Vignola ed Elisabetta Mandrioli riferiscono dei risultati della ricerca «Il futuro del volontariato» condotta dalla Fondazione «E. Zancan», che ha coinvolto 1.400 volontari e i cui esiti sono pubblicati nel volume «Il volontariato guarda al futuro». Daniele Salmaso e Roberto Toffanin propongono un’anticipazione di un volume di prossima pubblicazione sul tema «Continuità assistenziale ed efficacia delle cure». Elena Innocenti completa la seconda parte del contributo pubblicato nel numero 2/2011 di «Studi Zancan», nel quale è stata offerta un’analisi dello stato attuale delle politiche familiari in Italia.

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