Servizi agli anziani: a Trieste si sperimenta la presa in carico personalizzata

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creato: 16 settembre 2011

TAGS: anziani assistenza

In tempi di crisi del welfare come quelli attuali diventa sempre più urgente riuscire a conciliare i bisogni di salute delle persone anziane con le possibilità di presa in carico dei servizi. La sfida è di riuscire a dare risposte appropriate ed efficaci. Per fare questo è indispensabile un cambiamento culturale e metodologico, che passa necessariamente attraverso una maggiore umanizzazione e personalizzazione dei servizi. Su questo da anni si concentra la Fondazione “E. Zancan” di Padova, che insiste sulla necessità di passare dalla tradizionale assistenza “per prestazioni” a una presa in carico personalizzata.

Si inserisce in questo contesto l’iniziativa “Lavorare per progetti personalizzati con le persone anziane”, che ha come protagonisti l’Asp Itis di Trieste e la cooperativa Kcs, che gestisce strutture specializzate per la terza e la quarta età e per i disabili.  “Nei prossimi mesi sperimenteremo nuovi approcci valutativi di presa in carico – spiega Cinzia Canali, ricercatrice della Fondazione Zancan –: la persona sarà considerata nella sua globalità, prestando attenzione non solo alle dimensioni funzionale organica, cognitivo comportamentale, ma anche socioambientale e relazionale, valoriale e spirituale”.

In questo progetto protagonisti attivi saranno gli operatori, che si trovano più a diretto contatto con le persone anziane. A loro sarà chiesto di osservare la persona e individuare i segnali che indicano un cambiamento riconducibile alle azioni personalizzate messe in atto. Inoltre, sarà di loro competenza la definizione e il monitoraggio dei “fattori osservabili”. “Il coinvolgimento diretto degli operatori è uno dei fattori che rendono questo progetto particolarmente interessante – sottolinea Andrea Civeriati di Kcs –: per la prima volta viene loro chiesto di monitorare, valutare e restituire i risultati del proprio lavoro. La sperimentazione, insomma, passa nelle loro mani”. Oltre agli operatori, il progetto chiamerà in causa tutti i soggetti che operano nell’ambito dei servizi agli anziani: “Questo  crea un sistema diffuso che consente una presa in carico personalizzata e realizza una vera, concreta, sussidiarietà orizzontale” spiega Fabio Bonetta, direttore generale di Asp Itis. “La nostra struttura - aggiunge - ha la possibilità di controllare tutte le fasi della presa in carico e questo ci permette di sperimentare un’assistenza individuale. Non è così altrove, per cui mettiamo a disposizione la nostra esperienza sperando di produrre risultati che siano anche esportabili”. In generale, la sperimentazione mira a realizzare una sistematica valutazione degli esiti e ad analizzare il rapporto costo/efficacia degli interventi, ma punta anche a realizzare metodologie integrate tra organizzazioni pubbliche e private.

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