“I dati della povertà in Italia diffusi oggi dall’Istat mostrano che nel 2011 le difficoltà economiche si sono abbattute con particolare violenza sulle persone che già erano in condizioni di debolezza”. È il commento della Fondazione Zancan alla lettura dei dati Istat, che registra una “sostanziale stabilità” della povertà relativa lo scorso anno. Un dato che, come spiega lo stesso Istituto di statistica, “deriva dal peggioramento del fenomeno per le famiglie in cui non vi sono redditi da lavoro o vi sono operai, compensato dalla diminuzione della povertà tra le famiglie di dirigenti/impiegati”. Sono dunque le fasce più deboli della popolazione a soffrire maggiormente gli effetti della crisi economica e la mancanza di strategie efficaci per contrastare il fenomeno.
“Il fatto che ancora oggi in Italia oggi ci siano oltre otto milioni di poveri – commenta il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato – dimostra che quanto è stato fatto per arginare la diffusione della povertà serve per non peggiorare, ma non riduce il fenomeno. Lo ripetiamo ancora una volta: è necessario attivare servizi sul territorio in grado di offrire un aiuto stabile, attivando le capacità individuali, utilizzando una parte dei trasferimenti economici per aiutare le persone, attivando le loro capacità e responsabilità”. La Fondazione Zancan ricorda che “in tempi di crisi è necessario indirizzare le risorse verso chi ha più bisogno, con interventi la cui efficacia possa essere misurabile, per evitare sprechi”. Vecchiato segnala anche un' altra criticità che riguarda i dati messi a disposizione dall'Istat non tanto oggi quanto negli ultimi sei mesi. "Quelli dei mesi scorsi ci parlano degli effetti della crisi, delle aree di maggiore fragilità, dell'impoverimento che riguarda i giovani e altri gruppi di popolazione – spiega -. Sono in sostanza più capaci di parlarci dei poveri e degli impoveriti. Senza le due chiavi di lettura avremmo più difficoltà a capire quello che sta avvenendo e come meglio affrontare gli effetti della crisi."