I servizi sociali oggi vivono un momento di grave difficoltà, stretti come sono tra il crescente disagio sociale, l’aumento delle emergenze da un lato e il progressivo calo di risorse dall’altro. Il problema di fondo è che, ora come ora, “parlare di servizi significa parlare solo in termini di costi e non di investimenti, di occupazione di welfare e di trasformazione delle potenzialità” spiega Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Emanuela Zancan di Padova, chiamato a intervenire oggi al corso di formazione "Oltre l'emergenza per un Welfare generativo" del Centro di Cultura per lo sviluppo di Acireale. “È una stagione che non guarda alle prospettive, se non di natura amministrativa”.
Il corso di formazione nasce dalla consapevolezza che oggi più che mai è necessario ritrovare spazi di elaborazione di pensiero creativo, progettuale e promozionale, identificare risorse alternative, costruire forti partnership locali superando logiche assistenzialistiche, ripartire in modo più equo il carico di lavoro e le responsabilità e, soprattutto, valorizzare la visione politica del servizio sociale, contribuendo maggiormente alla definizione di un nuovo welfare insieme alle altre forze vitali della società.
In questo contesto si inserisce la proposta elaborata dalla Fondazione Zancan nell’ultimo rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia dal titolo “Vincere la povertà con un welfare generativo” (il Mulino, 2012). “La nostra proposta spinge ad andare oltre l’assistenzialismo che caratterizza il nostro welfare attuale, per dire alle persone 'non posso aiutarti senza di te', chiedendo un loro coinvolgimento attivo - afferma Vecchiato -. Un approccio di questo tipo favorisce il passaggio dai diritti soltanto individuali ai diritti realmente sociali: ogni aiutato che valorizza le proprie capacità è, infatti, anche moltiplicatore di valore. Un diritto diventa a pieno titolo sociale quando genera benefici per la persona e contemporaneamente per la comunità”.
“Oggi - aggiunge - si può ottenere per diritto anche senza aver bisogno e senza che questo comporti sanzioni morali o materiali. Non potrebbe essere diversamente, se si continua a pensare le risorse come fonte da consumare, come costo, e non anche come capitale da far fruttare e rigenerare”. Insomma, la sfida è di passare dal welfare attuale a un welfare a maggiore capacità e potenza, “che non si limita a raccogliere e redistribuire, perché diventa promotore di capacità di fare di più nell’incontro con la persona, promuovendo corresponsabilità sociali, rigenerando le risorse senza consumarle, grazie alla responsabilizzazione resa possibile da un nuovo modo di intendere i diritti e doveri sociali”.
Per ulteriori informazioni sull’iniziativa è possibile consultare il sito www.easacireale.it o la pagina Facebook del Centro di Cultura per lo sviluppo di Acireale.