PADOVA - “A fronte di un problema così strutturale serve molto più coraggio, senza affidarsi a soluzioni settoriali e incapaci di dare speranza per uscire dalla morsa della povertà. Le cure palliative non servono per guarire ma per ridurre la sofferenza”. Così il direttore della Fondazione Zancan Tiziano Vecchiato commenta i dati sulla povertà diffusi oggi dall’Istat, paragonando di fatto il problema a una vera e propria malattia che non si può più nascondere, ma solo curare.
I dati d’altra parte sono inequivocabili: “L’incidenza della povertà assoluta e relativa tra famiglie e persone ha raggiunto nel 2012 i livelli massimi mai rilevati nelle serie storiche disponibili e ha segnato un sensibile aumento dopo la relativa stabilità registrata negli anni passati” evidenzia Vecchiato. La percentuale di “poveri relativi” (12,7% delle famiglie e 15,8% delle persone) è sensibilmente aumentata rispetto al 2011 nonostante la riduzione della soglia di povertà, 20 euro in meno sotto il livello della soglia utilizzata nel 2011. “Ciò significa che se mantenessimo come riferimento la soglia di povertà dell’anno precedente, la percentuale di poveri ‘relativi’ nel 2012 sarebbe ancora maggiore” precisa il direttore. A conferma del peggioramento della situazione nel 2012, c’è l’aumento dei poveri “assoluti” (6,8% delle famiglie e 8% delle persone nel 2012) e la conferma che la povertà nel 2012 è maggiore per le famiglie con più figli minori. “Questi numeri impongono di non assecondare più le ‘sirene’ che propongono ulteriori trasferimenti monetari per aiutare i poveri a uscire dalla povertà”.
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