50 anni di studi e ricerche nel sociale

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creato: 28 maggio 2014

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Il 4 e 5 giugno due convegni per celebrare l’anniversario e guardare al passato, al presente e al futuro del welfare italiano. Focus sul contrasto alla povertà infantile

Sono trascorsi cinquant’anni dalla nascita, a Padova, della Fondazione “Emanuela Zancan”, il 4 giugno 1964 in seguito a un lascito di un’assistente sociale prematuramente scomparsa, di cui porta il nome. Fin dai suoi primi giorni a guidarla è stata monsignor Giovanni Nervo, scomparso lo scorso anno. Fin dall’inizio la fondazione si è sempre posta come attento osservatore del welfare italiano, denunciandone le criticità e suggerendo soluzioni, presentando ricerche e diffondendo buone pratiche. Ha parlato alle Istituzioni, molte volte rimanendo inascoltata. Così cinquant’anni dopo, il welfare italiano vive un momento di recessione. Negli ultimi decenni ha sperimentato una vera e propria stagnazione, spiegabile con la persistente ricerca di miglioramenti di processo (giuridico, amministrativo, organizzativo) senza un parallelo investimento su innovazioni di risposta.

Da 17 anni la Fondazione Zancan, nei rapporti annuali sulla povertà, ha cercato di richiamare l’attenzione delle forze politiche e dell’opinione pubblica su questi rischi. Nel frattempo, il persistente immobilismo ha permesso alla povertà di trasformarsi, da fenomeno transitorio e congiunturale, in un’involuzione strutturale difficilmente reversibile, che allarga le disuguaglianze sociali e intacca i diritti fondamentali. «Solo recentemente, in concomitanza con l’ultima Legge di stabilità, sono emerse proposte di affrontare il fenomeno della povertà in termini più organici – commenta il direttore Tiziano Vecchiato -. Purtroppo l’esito non si è scostato dalle decisioni tipiche di un passato da superare: modesti allargamenti degli interventi assistenziali con trasferimenti economici variamente denominati (carta acquisti, social card, Reis, Sia...). I diritti dei poveri non possono essere ridotti a pacchetti di euro da trasferire con costose procedure burocratiche e improbabili attivazioni. Condannano le istituzioni a raccogliere e redistribuire, senza investire per rigenerare le risorse a disposizione».

La crisi ha colpito le famiglie con figli minori. Tra il 2007 e il 2010 la povertà tra bambini e giovani è aumentata in numerosi paesi Ocse. In Italia nel 2012 su 4,8 milioni di persone in condizione di povertà assoluta, quasi 1,1 milioni erano minori. Mentre il numero di persone in povertà assoluta è aumentato del 41% rispetto al 2011, il numero di minori poveri assoluti è cresciuto del 46%. La particolare vulnerabilità di bambini e famiglie con minori è anche la conseguenza di un inadeguato investimento della collettività sul benessere dell’infanzia: l’impatto dei trasferimenti sociali in termini di riduzione del rischio di povertà tra i minori italiani è di gran lunga inferiore rispetto a quello medio europeo. Le principali criticità riguardano la scarsa diffusione dei servizi per la prima infanzia e le profonde lacune nella spesa pubblica a favore di questa fascia di popolazione particolarmente vulnerabile. Il percorso culturale della Fondazione Zancan nella tutela dei diritti dell’infanzia e dello sviluppo del welfare è da sempre caratterizzato dalla ricerca di nuove risposte ai bisogni nascenti, dall’analisi e approfondimento delle nuove leggi e dei relativi problemi di applicazione, dall’identificazione di ipotesi organizzative, dall’attività di formazione.

Un’inversione di tendenza, ora, è necessaria e irrimandabile. La sfida, oggi come cinquant’anni fa, è di puntare a un nuovo welfare, che la Fondazione Zancan ha definito “generativo”. È una nuova modalità, capace di sviluppare valore economico e sociale con l’aiuto degli aiutati. «La riscoperta e l’applicazione quotidiana della solidarietà e della responsabilità può favorire cambiamenti profondi, a partire dai modi stessi di intendere l’incontro tra diritti e doveri sociali» sottolinea monsignor Giuseppe Benvegnù-Pasini, presidente della Fondazione.

Il programma delle celebrazioni. Di tutto questo si parlerà in occasione di due convegni – uno nazionale, uno internazionale – per fare il punto su mezzo secolo di impegno e guardare a nuove prospettive. Il 4 giugno il tema sarà “Il futuro delle politiche sociali. Solidarietà, giustizia, cittadinanza nell’innovazione sociale”. Il 5 giugno. avrà luogo la conferenza internazionale sul tema “L'impatto della povertà e del maltrattamento nel futuro dei bambini”, in collaborazione con l'International Association for Outcome-based Evaluation and Research on Family and Children's Service. In questa sede si confronteranno esperti provenienti da molti paesi d'Europa, Nord America, Medio Oriente, Australia, Cina. Condivideranno le loro esperienze e conoscenze di lotta alla povertà nell'infanzia, per aiutarci a capire e valutare strategie efficaci di contrasto. Questo evento ha ricevuto il patrocinio dell’Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza.

Il lavoro di questi cinquant’anni è stato intenso: 657 seminari di studio, ricerca e approfondimento, 13.685 le persone che vi hanno partecipato, 225 progetti di ricerca negli ultimi 10 anni in collaborazione con enti pubblici, università, istituti di ricerca e altri soggetti, 4.000 persone che dal 1989 hanno partecipato ai progetti organizzati in collaborazione con vari enti. E ancora, la Fondazione si avvale della competenza di 750 collaboratori provenienti da ambiti di lavoro diversi ma accomunati da un approccio che unisce teoria e pratica. Proposte e soluzioni sono state disseminate attraverso 219 numeri di riviste che pubblicano i risultati delle elaborazioni culturali e sperimentali della Fondazione (Servizi sociali, Politiche sociali, Studi Zancan) e 232 volumi pubblicati in cinque collane specifiche a partire dal 1969. Da 22 anni è aperto al pubblico il Centro di documentazione sulle politiche sociali, con 230 voci tematiche usate per la catalogazione di volumi, riviste, articoli e altri materiali e 23.780 record bibliografici consultabili ad accesso libero.

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