Strategie efficaci di contrasto alla povertà, welfare generativo, diritti delle persone non autosufficienti e Lea: sono i temi al centro di due incontri che si svolgeranno oggi e domani in provincia di Ancona organizzati da Grusol (Gruppo solidarietà) con protagonista la Fondazione Emanuela Zancan di Padova.
Il primo incontro, in calendario stasera alle 20.45 a Moie di Maiolati (Biblioteca La Fornace), è dedicato alla presentazione del volume “Rigenerare capacità e risorse. La lotta alla povertà. Rapporto 2013”. Sarà l’occasione per riflettere su un fenomeno, quello della povertà, in continuo aumento a causa della crisi economica e di politiche dimostratesi inefficaci a rispondere ai bisogni crescenti della popolazione. Sarà un’occasione per confrontarsi su come cambiare direzione, a partire da un nuovo welfare “generativo” promosso proprio dalla Fondazione Zancan. L’idea - che sempre più sta prendendo piede in Italia, incontrando consensi e aperture - è di abbandonare l’assistenzialismo che fino a oggi ha caratterizzato le strategie di lotta alla povertà, per adottare un nuovo approccio, in grado di attivare le risorse personali degli aiutati, ponendoli non in posizione passiva ma, al contrario, chiedendo loro di impegnarsi a far “rendere” l’aiuto ricevuto. La logica è “non posso aiutarti senza di te”. In questo modo è possibile innescare un circolo virtuoso, valorizzando le capacità personali e facendo fruttare le risorse, rigenerandole. Di questa “rivoluzione” necessaria il direttore della Fondazione Zancan Tiziano Vecchiato discuterà con Giacomo Panizza, fondatore della Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme (CS).
Domani il dibattito si sposterà su “Esigenze e diritti delle persone non autosufficienti. Garanzia dei servizi e qualità delle risposte. Contro ogni forma di istituzionalizzazione” nell’ambito del convegno regionale organizzato ad Ancona (Sala Convegni Federazione Marchigiana BCC) all’interno della campagna “Trasparenza e diritti”. Il focus dell’intervento sarà: “Dal rispetto dei livelli essenziali di assistenza sociosanitaria alla qualità dei servizi”. “Il tema della non autosufficienza ha certamente dimensioni istituzionali e cliniche - commenta Vecchiato -, ma ancor prima è questione sociale (e familiare). L’offerta di servizi sociosanitari, soprattutto per quest’area di bisogno, è multicentrica e sempre più il mercato si fa strada. Le peggiori conseguenze sono per le persone che fanno fatica, sono discriminate e non ottengono risposte adeguate ai loro bisogni, in un contesto sociale dove l’accesso all’offerta pubblica è sempre meno facile”. Non si tratta soltanto di un problema di liste di attesa, ma di disuguaglianze ingiustificate in fase di accesso e di concorso alla spesa richiesta alle persone e alle famiglie. “A questa criticità si aggiunge la cronica incertezza sui livelli essenziali di assistenza (Lea) - aggiunge il direttore -. Negli ultimi anni sono stati oggetto di progressive revisioni restrittive. Manca una chiara definizione dei loro contenuti delle condizioni per erogarli. A fronte di questa carenza le Regioni si muovono in ordine sparso, con strumenti differenziati (Svama, Sosia, Valgraf…), come se la tutela dei diritti si giocasse in paesi diversi e non in una comunità nazionale solidale, che fa della lotta alle disuguaglianze la condizione primaria per promuovere la dignità di ogni persona, anche e soprattutto di quelle più deboli”.
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