Sono in corso in questi giorni le rilevazioni nelle scuole della Sardegna, nell'ambito del progetto di ricerca "La povertà educativa in Sardegna" promosso dal CSV Sardegna Solidale e realizzato dalla Fondazione Zancan.
La povertà educativa non è solo una questione di reddito. Si lega al contesto sociale, culturale, relazionale che ogni persona sperimenta fin dai primi anni di vita e che poi si sviluppa man mano che cresce, in famiglia, a scuola, con i coetanei, in altri contesti sociali. Si associa a componenti di disagio che riguardano la salute, le capacità cognitive, le relazioni, i valori e la spiritualità. Investe quindi la dimensione emotiva, della socialità e della capacità di relazionarsi con il mondo, creando così le condizioni per l’abbandono e la dispersione scolastica, per fenomeni di bullismo e di violenza nelle relazioni tra pari.
Nella fase attuale sono in campo oltre 30 classi prime di istituti superiori della Sardegna scelti come campione per la ricerca:
- Istituto Nautico "Buccari” di Cagliari
- Istituto Industriale “Marconi” di Cagliari
- Istituto Professionale "Sandro Pertini” di Cagliari (Tessile-Sartoriale, Turistico-Commerciale, Servizi Socio Sanitari).
- Istituto "Luigi Einaudi" di Senorbì (Liceo Scientifico, Turistico, Geometri).
- Istituto "G.M. Devilla" di Sassari (Ragioneria, Geometri)
- Istituto “Antonio Segni” di Ozieri (Liceo Scientifico, Liceo Classico, Scienze Umane)
- Liceo Classico "S.A. De Castro" di Oristano
Il progetto di ricerca, generata dal ben più ampio studio su "Le trappole della povertà in Sardegna" (presentato a novembre 2016) intende capire quali sono i fattori che riducono la povertà educativa e quelli che favoriscono invece la crescita positiva, per dare alle nuove generazioni le opportunità per meglio sviluppare il proprio potenziale. In questo modo è possibile aiutare i genitori, gli insegnanti, gli educatori, i decisori politici e tutti coloro che accompagnano gli adolescenti nella crescita.
Per informazioni: giuliabarbero@fondazionezancan.it