Quale futuro per le politiche sociali in Italia. Quale ruolo per le organizzazioni di volontariato.

Ha compiuto trent’anni il Gruppo Solidarietà, sorto nell’estate del 1979 con l’obiettivo di riservare una permanente attenzione alle politiche sociali e al ruolo che le organizzazioni dei cittadini dovrebbero assumere ai fini del loro sviluppo. In occasione del suo anniversario, il Gruppo ha voluto dedicare un nuovo momento di riflessione alle tematiche che gli sono care: il convegno “Quale futuro per le politiche sociali in Italia. Quale ruolo per le organizzazioni di volontariato” svoltosi sabato 27 marzo (a Jesi) è stata un’ulteriore occasione di riflessione e di approfondimento per marcare l’irrinunciabilità di autentiche politiche sociali a tutela dei soggetti più vulnerabili capaci di coniugare giustizia e solidarietà, diritti e doveri sociali.
Molti i relatori che hanno preso la parola nel corso dell’iniziativa: Fabio Ragaini, ha riassunto l’esperienza del Gruppo Solidarietà nei suoi trent’anni di attività mentre Roberto Mancini, ordinario di filosofia teoretica dell’Università di Macerata, ha dedicato un focus alla giustizia e alla solidarietà. Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione «E. Zancan» di Padova, ha affrontato il tema del futuro welfare e delle politiche considerate irrinunciabili che dovranno essere attuate. Giacomo Panizza del Cnca - Comunità Progetto sud si è concentrato sui rischi e sulle sfide delle politiche sociali e del terzo settore. Infine Samuele Animali, difensore civico, garante dei minori e dei detenuti della regione Marche ha affrontato il rapporto tra politiche, diritti e cittadinanza.
Il Gruppo Solidarietà sintetizza i risultati delle proprie azioni in una serie di volumi e nella rivista Appunti.
Tra le ultime pubblicazioni ricordiamo:

  • I dimenticati. Il testo si pone in continuità con altre due pubblicazioni aventi per tema le politiche sociali nella regione Marche (“I soggetti deboli” e “Quelli che non contano”). Il testo analizza alcuni atti di programmazione sanitaria e sociosanitaria che affrontano i temi dell’assistenza ospedaliera e territoriale e il quadro della risposta riguardante l’assistenza residenziale rivolta ai malati cronici non autosufficienti, a soggetti con patologia psichiatrica e persone con disabilità.
  • Sostenere la domiciliarità. Assistere e curare a casa. A dieci anni dal quaderno “Curare e prendersi cura: la priorità delle cure domiciliari” (1999) il Gruppo Solidarietà ritorna sul tema del sostegno alla domiciliarità. Il nuovo quaderno affronta il quadro normativo nazionale delle cure domiciliari e le scelte organizzative delle singole regioni, l’esperienza del sostegno alla domiciliarità attraverso lo strumento dei buoni servizio e degli assegni di cura, il ruolo delle Unità valutative. Un’ultima parte è dedicata alla regione Marche, attraverso la verifica del funzionamento del sistema delle cure a domicilio, seguita da una doppia analisi del sistema dei servizi territoriali per la disabilità e per malati non autosufficienti.
  • La cura della vita nella disabilità e nella vita cronica. Al centro del testo ci sono la “relazione di aiuto”, la “relazione che cura” e la “relazione tra curante e curato”, laddove il curato può essere ricondotto al malato o al disabile e dove il curante può essere il medico, l’operatore sanitario, l’educatore, il volontario, l’amico, il parente. Relazioni che rimandano a una asimmetria, a una impossibile parità. L’invito è quello di vedere oltre la malattia, la limitatezza, la disabilità, la patologia, per arrivare alla persona – alla donna e all’uomo con un nome e un cognome – con i suoi bisogni, i suoi desideri, le sue necessità.

 

 

 

 

 

 

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