I dati vanno aggiornati e diffusi per evitare polemiche inutili

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creato: 18 ottobre 2011

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La risposta del direttore della Fondazione Zancan Tiziano Vecchiato alla nota dell’Istat
Apprezzo e ringrazio l’Istat per la disponibilità a verificare e, se necessario, adottare nuove metodologie di rilevazione e analisi riguardanti la povertà e l’esclusione sociale. La Fondazione Zancan non può che essere disponibile a questo invito.
Sappiamo che l’Istat in collaborazione con Eurostat calcola indicatori di povertà relativa, di persistenza nello stato di povertà, di dispersione intorno alla linea di povertà, di diseguaglianza dei redditi, prima e dopo l'imposizione fiscale e i trasferimenti sociali.
Purtroppo però sono dati che l’Istat non diffonde in modo sistematico e aggiornato al 2010 come fa con i dati sulla povertà relativa e assoluta basata sulla spesa per consumi.
Ad esempio, nel 2010 Istat ha reso pubblico il volume “La distribuzione del reddito in Italia. Indagine europea sui redditi e sulle condizioni di vita delle famiglie (Eu-Silc) - Anno 2006”, che contiene dati riferiti al 2005.
Se le statistiche non sono allineate negli stessi anni e non sono basate sugli stessi indicatori, di cosa stiamo parlando? Il punto chiave è proprio questo. Abbiamo bisogno di parlare delle stesse cose, con gli stessi numeri. È molto importante partire da questo per capire se e quanto inefficienti sono le azioni di contrasto alla povertà nel nostro Paese. In Italia la spesa per assistenza sociale è poco inferiore ai 50 miliardi di euro ed è finalizzata, per il 90%, a erogare prestazioni economiche. Tutto questo ha scarsissimo impatto sulla riduzione della povertà, come documentato dai confronti europei, e non soltanto dalla Fondazione Zancan.
Ribadisco quindi che la mia affermazione sugli indici “lordi” di povertà è un invito a quanti hanno responsabilità sulla produzione dei dati a entrare nel merito della loro trasparenza, affidabilità e confrontabilità. Apprezzo per questa ragione la disponibilità dell’Istat di entrare nel merito di questi problemi, non necessariamente per modificare i metodi di calcolo esistenti, ma piuttosto per integrarli con criteri migliorativi.

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