Valore sociale e lavoro non retribuito: nuovo incontro del cantiere sociale regionale

letture: 3814

creato: 19 giugno 2012

TAGS: welfare anziani lavoro

La valorizzazione del lavoro non retribuito è stata al centro di un nuovo incontro del “Cantiere sociale regionale per la definizione dei diritti di assistenza sociale” svoltosi nella sede della Fondazione Zancan a Padova, al quale hanno partecipato i referenti veneti di Cnca, Fap-Acli, Usr Cisl, Cgil-dipartimento del welfare.

L’obiettivo, in concreto, è di individuare strumenti in grado di considerare il valore che tale lavoro produce. «Non è una novità – commenta il direttore Tiziano Vecchiato –, visto che già negli anni novanta si sono introdotte forme di lavoro socialmente utile per gli anziani autosufficienti. Successivamente il servizio civile è stata un’altra forma di lavoro a remunerazione attenuata scelta volontariamente da molte migliaia di giovani per testimoniare il loro impegno a servizio delle comunità locali. Riconoscere il valore del lavoro non retribuito significa poter destinare i suoi vantaggi non tanto, come avviene oggi, per ripianare i deficit delle inefficienze, ma per produrre valore necessario per investire in nuova cittadinanza a favore delle nuove generazioni, in particolare nel welfare». 

Per Carlo Zagato, del Cnca, «esempi di lavoro a retribuzione non convenzionale sono già presenti nel nostro paese ma saranno costretti a rimanere nell’ombra se non si svilupperà una discussione intorno a questo tema. Queste forme inusuali di lavoro possono concorrere a promuovere modelli innovativi di solidarietà tra i cittadini e individuare nuovi strumenti per l’in­clu­sione sociale delle persone più fragili». Su questo il terzo settore può avere qualcosa da dire «portando il proprio contributo in termini di innovazione e capacità di incrociare ambiti differenti come quelli dell’economia e dei servizi alla persona».

Claudio Prearo delle Acli guarda in particolare alle persone anziane ancora attive e al loro possibile contributo, lanciando una proposta: «Chi eroga servizi sociosanitari potrebbe annoverare fra i propri operatori persone non più attive nel mercato del lavoro, ma ancora potenzialmente operative». Il vantaggio sarebbe duplice: da un lato gli anziani sarebbero impegnati in attività utili e potrebbero partecipare attivamente alla vita del territorio; dall’altro lato la comunità locale potrebbe godere di servizi altrimenti non erogati dalle cooperative soggette ai tagli operati dal settore pubblico.

Un approfondimento sul tema della valorizzazione del lavoro non retribuito è disponibile nella monografia del n. 1/2012 di «Studi Zancan».

© 2002-2024 tutti i diritti riservati - Fondazione Emanuela Zancan Onlus - Centro Studi e Ricerca Sociale
via del Seminario, 5/A - 35122 Padova (PD) - Italy
CF e PI 00286760285
nota legale | credits: 4webby.com