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creato: 11 ottobre 2012
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La provincia di Rovigo sarà giocoforza luogo di sperimentazione di politiche a favore delle persone anziane e dell’invecchiamento attivo. Questo perché è il territorio che invecchia più rapidamente rispetto al resto della regione. Qui l’età media è di 45,3 anni, contro i 42,8 della media veneta e nazionale (dati 2010). Il 22,6% della popolazione ha oltre 65 anni e l’11,8% ne ha più di 75. L’indice di dipendenza, che misura il peso della popolazione non attiva su quella in età lavorativa, nell’ultimo decennio è arrivato a quota 51,4, a indicare una situazione di squilibrio generazionale. In particolare, è la quota di over65 ad aumentare, mentre il peso dei giovani rimane pressoché invariato. I dati, presentati a Rovigo nel corso di un convegno pubblico (9 ottobre), sono contenuti nel rapporto 2012 dell’Osservatorio provinciale delle politiche sociali “Le persone anziane: bisogni e risposte alla non autosufficienza in provincia di Rovigo” della Fondazione “E. Zancan”. “La tendenza del territorio provinciale è quella di invecchiare sempre più – avverte il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato -. Ma anche il resto del Veneto è affetto dallo stesso declino demografico, seppur in misura meno rapida. Per questo le soluzioni positive adottate in provincia potranno essere utili anche per altri territori”.
La spesa complessiva per la non autosufficienza in provincia vale oltre 50 milioni di euro: circa un decimo è a carico dei comuni (5,5 milioni circa) e il resto si divide tra indennità di accompagnamento (25 milioni) e concorso alla spesa degli utenti per la residenzialità (circa 21 milioni). “È una cifra considerevole, al netto della spesa privata per assistenti familiari e della spesa sanitaria per risposte residenziali e domiciliari - sottolinea il direttore -. C'è un capitale di welfare che genera lavoro di cura e dà risposte alle persone e alla famiglia”. Vecchiato insiste quindi sulla necessità di guardare all’invecchiamento non solo come a un costo: “È un modo parziale e ingiusto di guardare al problema, facendo risaltare l’onerosità del prendersi cura delle persone non autosufficienti, senza considerare al contempo il lavoro generato dal curare e prendersi cura, l’occupazione e l’occupabilità”.
Il problema non è quindi di contrastare l’invecchiamento, ma di gestirlo in modo positivo. Tra le priorità c’è la domiciliarità da sostenere, l’integrazione da parte dei Comuni della spesa che le persone e le famiglie non sono in grado di sostenere, la persistenza dell’impegno economico regionale. L’Osservatorio attivato dalla Provincia ha il compito di mettere in rete quanto fatto da Comuni, Ulss, centri di servizi, altri enti di terzo settore, “portando a sistema unitario uno sforzo che riguarda i bisogni, l’offerta e la spesa di un intero territorio e non di singole parti di esso” conclude Vecchiato, che insiste sulla necessità di fare una valutazione partecipata non solo dei costi, non solo della capacità di risposta, ma anche dell’efficacia ottenuta.