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creato: 18 gennaio 2013
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welfare assistenza chiesa poverta religiosi
Negli ultimi 150 anni, dopo l’Unità d’Italia, lo Stato e gli istituti religiosi hanno costruito soluzioni di welfare, poi diventate contenuti del patto costituzionale.
È questa la chiave di lettura che propone il volume, con documentazioni, ricostruzioni storiche, analisi che collegano passato e futuro, grazie ad un minimo comune denominatore: l’incontro tra diritti e doveri. La soluzione tecnica oggi utilizzata per rappresentare la possibilità di questo incontro sono i livelli essenziali di assistenza, per poter contare su risposte ai bisogni e diritti fondamentali, date per carità e per giustizia.
Carità e giustizia, insieme, hanno reso possibili grandi risultati, anche se non ancora sufficienti, per dare maggiore speranza alle persone in difficoltà. In passato le soluzioni di welfare hanno consentito innovazione, sviluppo sociale ed economico. Può avvenire anche oggi, grazie a nuove modalità di investimento basate sull’incontro delle responsabilità di tutti.
Il volume è un omaggio all'impegno degli istituti religiosi negli anni prima e dopo l'unità di Italia, veri precursori di politiche di welfare e promotori di esperienze innovative da cui ancora oggi c'è molto da imparare. L'impegno degli istituti religiosi si è concretizzato nella costruzione di molte risposte, dagli oratori per i giovani, alle cucine economiche per i poveri, ai convitti per le operaie, al sostegno alle mondine, alle persone emigrate all'estero, alla protezione delle giovani, alla formazione professionale, all’impegno nelle fabbriche e altro ancora. Sono tutte iniziative ed esperienze diffuse capillarmente nel territorio nazionale, nelle grandi città come nelle realtà di campagna, a disposizione di tutti.
A differenza dei secoli scorsi, molte situazioni di bisogno sono oggi tutelate dall’intervento pubblico (ospedali, pensioni, ammortizzatori sociali ecc.). Ma in passato non era così e dobbiamo ricordarlo per riconoscere la portata innovativa di una serie di soluzioni poi diventate diritti di cittadinanza. Anche oggi, come nei secoli scorsi, ci sono vecchie e nuove povertà rispetto alle quali siamo impreparati e che possono contare nella sola solidarietà, nelle sue molteplici forme, ma non ancora nella giustizia. Quello che in passato è stato possibile è una sfida anche per il nostro tempo, perché gli ultimi non restino esclusi.