Nota del direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato, in merito alla delibera regionale del Veneto di revisione dei Lea domiciliari in ambito sociosanitario: “È un tentativo di messa in sicurezza della spesa regionale di welfare, dopo tentativi analoghi fatti in Lombardia e Piemonte per evitare, come in quest’ultimo caso, il commissariamento della sanità da cui, come sappiamo, non sono esenti le Regioni del Nord. La strategia è semplice: trasformare in una procedura burocratica la responsabilità clinica e professionale di valutare i bisogni e le capacità delle persone e delle famiglie e meglio aiutarle. Gli operatori in questo modo si vedono ridotti i gradi di libertà necessari a personalizzare gli interventi e renderli efficaci. La soluzione proposta, inoltre, genera ulteriori costi di amministrazione.
Un altro problema presente in analoghe esperienze è la standardizzazione delle risposte, che quindi fanno fatica a risultare appropriate, cioè realmente utili alle persone e alle famiglie che convivono quotidianamente con gravi problemi.
C’è poi un’ulteriore questione. Non riguarda solo questo provvedimento, ma il modo in cui le Regioni stanno interpretando il proprio mandato costituzionale in materia sociosanitaria: sono enti di governo o enti di gestione? Se vogliono essere enti di gestione finiscono per farlo male, in modo burocratico, agendo al di fuori del proprio mandato e mortificando altre titolarità istituzionali, in particolare i Comuni e i servizi sociosanitari territoriali.
Anche a causa di questo sta emergendo da più parti un dubbio: a cosa servono Regioni così? Quando vent’anni fa si è voluto accelerare verso il regionalismo e il federalismo non credo si puntasse a questi risultati ma a ben altro. Non basta quindi chiedersi se le Province sono enti inutili: è un problema che riguarda tutte le istituzioni, che devono domandarsi se sono a servizio dei cittadini o di se stesse, e quindi meno invasive e più capaci di governare rispettando e valorizzando le persone e le famiglie”.
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