“L’apporto del servizio sociale al welfare generativo”: è questo il tema del seminario che si svolge oggi a Padova nella sede della Fondazione Zancan, con il coordinamento degli Ordini degli assistenti sociali del Nord. L’obiettivo è di approfondire e discutere in chiave professionale la proposta di welfare generativo della Fondazione Zancan, contenuta nel volume “Vincere la povertà con un welfare generativo. La lotta alla povertà” (Il Mulino 2012), dando voce ad assistenti sociali impegnati in diversi servizi e aree di bisogno.
L’incontro di Padova dà continuità a un percorso iniziato già lo scorso maggio con un convegno a Cagliari e proseguito con un seminario di approfondimento ospitato sempre dalla città sarda. “Questi eventi hanno portato la comunità professionale della regione Sardegna a interrogarsi sulla percorribilità della proposta, sulle sue implicazioni... sulla sfida che in sé racchiude il welfare generativo per la professione. Riflessioni che ovviamente interesseranno anche i colleghi che parteciperanno al gruppo di Padova” spiegano Cristina Braida (assistente sociale del Comune di Caorle e dottoranda di ricerca all’Università di Sassari) e Federica Palomba (presidente dell’Ordine degli assistenti sociali della Sardegna). “Il punto di partenza - aggiungono - è la consapevolezza che il patrimonio etico e metodologico del servizio sociale può offrire un prezioso contributo nel declinare il nuovo paradigma del welfare generativo, purché all'interno della comunità professionale si aprano spazi di confronto e di riflessione sulle potenzialità e sulle criticità degli attuali approcci”.
Alla base della proposta di welfare generativo elaborata dalla Fondazione Zancan è la convinzione che ogni aiuto in grado di valorizzare le capacità della persona è anche moltiplicatore di valore. Nell’ottica di superamento della logica assistenziale, si dice alle persone “Non posso aiutarti senza di te". “Significa passare dal welfare attuale, basato sul raccogliere e redistribuire risorse, a un welfare a maggiore capacità e potenza - evidenzia il direttore della Zancan, Tiziano Vecchiato -, che diventa promotore di capacità professionali, umane e sociali capaci di aggiungere rendimento, rigenerazione e maggiore responsabilizzazione da parte di ogni persona”.
“La proposta del welfare generativo riporta il servizio sociale ai suoi fondamenti etici e metodologici - riferisce Braida - chiedendo a tutti noi operatori di ‘ritrovare la speranza’ nella quotidiana operatività sempre più spesso schiacciata da logiche burocratiche e prestazionistiche, per poi riuscire a ‘ridare speranza’ alle persone che si rivolgono ai nostri servizi”. È necessario tuttavia adottare un nuovo paradigma “che vede il servizio sociale professionale chiamato a porsi con maggiore insistenza la domanda: che cosa posso chiedere a chi riceve aiuto? Per affrontare queste sfide la comunità professionale intende ritrovarsi per offrire il proprio contributo di riflessione e per offrirsi una opportunità per essere essa stessa ‘rigenerativa’ al proprio interno”.