Continua il dibattito sulla riforma del sistema di welfare. In occasione della presentazione, da Prospettive sociali e sanitarie, Ars, Capp, Irs, del rapporto “Costruiamo il welfare di domani” ribadiamo l’urgenza di invertire la rotta fin qui seguita e investire sui servizi a sostegno delle persone piuttosto che sui trasferimenti monetari.
“Fa piacere che in un momento così difficile come questo, di crisi e di disattenzione per le politiche sociali, con la politica impegnata in ben altre cose, e non in condizione di affrontare una riforma strutturale delle risposte di welfare (che non riguardano solo le pensioni ma anche i bambini, i giovani, le famiglie…), ci sia chi riporta all’attenzione i problemi” commenta il direttore della Zancan, Tiziano Vecchiato, che aggiunge: “Fa anche piacere che proposte formulate nel nostro ultimo rapporto ‘Vincere la povertà con un welfare generativo’, e nei precedenti rapporti, siano condivise e in parte riprese”.
Ma c’è un problema: “Le proposte contenute nel documento presentato ieri rilanciano anche soluzioni di welfare tradizionale - sottolinea Vecchiato -, basate sulla prevalenza dei trasferimenti, e delle risorse a essi destinati. Non basta, infatti, dire che bisogna integrare servizi e trasferimenti se poi si propone di aumentare la spesa per questi ultimi. Il risultato è che il ragionamento sui servizi e sui livelli di assistenza rischia di sembrare una copertura ideologica mentre si rende ancora più assistenziale il nostro sistema di welfare, senza attivare veramente le persone”.
Un ulteriore problema è che in questo momento “la politica è fondamentalmente interessata al consenso, soprattutto se si andrà a nuove elezioni. C’è il rischio di assecondare e legittimare scelte che vanno in direzione contraria rispetto a quello che bisognerebbe fare: investire sui giovani, come ha più volte sottolineato anche il ministro Giovannini, sul rendimento delle risorse a disposizione, rigenerandole, grazie all’apporto solidale degli aiutati”. Serve quindi “più coraggio e coerenza, per rendere possibile un dibattito in cui ogni voce interessata e competente possa trovare espressione, senza collateralismi, con uno sguardo più aperto al futuro e meno concentrato sul presente”.