Il dibattito sul “welfare state” coinvolge quotidianamente le democrazie occidentali, che avevano visto forti sviluppi sul versante dello “stato sociale” fin dalla metà del secolo scorso, e che vede ora mettere in discussione questa esperienza sotto la scure della sostenibilità economica.
La crisi economica ha fortemente accelerato le discussioni sullo “stato di salute” del welfare, costringendo a porre riflessioni tanto sulla sostenibilità, quanto sulla capacità di fronteggiare le diseguaglianze, ma ancor più sulla necessità di trovare percorsi nuovi che consentano di governare in modo migliore le risorse presenti, promuovendo un coinvolgimento della persona aiutata affinché concorra al risultato, e possa essa stessa generare risorse (Fondazione Emanuela Zancan, 2012;2013).
Obbliga le istituzioni sanitarie a riflettere sul rischio che politiche di austerità sul personale infermieristico hanno in termini di esiti negativi sui pazienti (Aiken L.G. e altri, 2014). Omissioni di assistenza definite come “cure perse” impediscono agli infermieri, che operano in condizioni di organico inadeguato, di promuovere l’autonomia dei pazienti attraverso azioni educative (Kalish B.J. e altri, 2009; Salmaso D. e altri, 2010).
Tra le parole chiave di un welfare generativo c'è soprattutto il passaggio dalla erogazione di aiuti alla trasformazione professionale del bisogno e delle capacità degli aiutati, misurandone il concorso al risultato grazie all’apporto professionale e personale. In questa prospettiva nell’anno 2013 la Fondazione E. Zancan Onlus, Centro studi e ricerca sociale ha promosso un seminario di ricerca in ambito infermieristico, in collaborazione con i Coordinamenti IPASVI del Triveneto, svoltosi a Malosco, ponendo il tema su “l’azione generativa dell’infermiere nel prendersi cura della persona”. Il seminario ha permesso di analizzare il potenziale ruolo generativo della professione infermieristica, di approfondire le relazioni tra formazione, modelli organizzativi, competenze e mandati istituzionali. Li ha fatti diventare oggetto di studio, con l’intento di mettere a confronto conoscenze e competenze di alto livello, di natura professionale e scientifica. È stato elaborato un documento che potrà essere utilizzato dalle istituzioni per aumentare l’azione generativa dell’infermiere nell’assistenza alla persona.
La Fondazione ha accolto la volontà di un generoso gruppo di infermieri “esperti” del Triveneto e dell’Emilia Romagna e ha dato vita, dal mese di novembre 2013, a un gruppo di ricerca infermieristica. Il gruppo ha scelto di analizzare le azioni assistenziali che possono essere potenzialmente generative utilizzando un approccio della “grounded theory”. Le azioni potenzialmente identificate come generative potranno essere utilizzate dapprima per sperimentare attraverso la ricerca la loro efficacia. Potrebbero successivamente essere utilizzate dalle organizzazioni per ripensare a modelli organizzativi congruenti.
I professionisti che partecipano al gruppo di ricerca, coordinato da Daniele Salmaso ricercatore della Fondazione Zancan, sono libero professionisti (Fratti Michele), senior con notevoli esperienze gestionali e/o formative (Balboni Fulvia e Milan Rosalia), professionisti che a diversi livelli di responsabilità, operano nelle seguenti aziende: Elisabetta Allegrini, Azienda Ospedaliero Universitaria di Verona; Lucia Stivanello, Azienda Ospedaliera di Padova; Maura Mesaglio e Renzo Moreale, Azienda Ospedaliero Universitaria S. Maria della Misericordia di Udine; Oliva Maragnolli, Corso di Laurea in Infermieristica, Università di Verona – Azienda Ospedaliero Universitaria di Verona; Paola Bernardi, Corso di laurea in infermieristica, Università di Padova, sede di Treviso – Azienda Ulss 7 di Treviso; Ornella Bonso, Corso di laurea in infermieristica, Università di Padova sede di Mirano - Azienda Ulss 13 di Mirano; Giuseppe Bon, Azienda Ulss 13 di Mirano; Giuliana Bulgarelli, Azienda Uls di Modena; Giuseppina Capirossi, Azienda Ulss 20 Verona; Gaetana Pagiusco, Azienda Ulss 6 Vicenza; Tiziana Frison e Irene Marin, Azienda Ulss 16 di Padova; Francesca Rossi, Azienda Ulss 12 Venezia; Paola De Lucia, Azienda Uls 6 di Pordenone; Maria Zuliani, Ospedale S. Chiara - Apss Trento; Katia Molinari, Azienda pubblica per i servizi alla persona Aunania (TN); Carla Papparotto, Azienda pubblica per i servizi alla persona Opera Pia Coianiz (Tarcento – Udine).