“Se vengono a mancare i valori di solidarietà, di condivisione con i più deboli, di servizio, di amore fraterno da cui è partito, il non profit necessariamente un po’ alla volta si trasforma in profit e viene riassorbito dal mercato. È proprio qui la sfida che si presenta al volontariato: aiutare il non profit a conservare l’anima di solidarietà, di servizio, di scelta degli ultimi, di giustizia sociale da cui è nato. Il volontariato potrà vincere questa sfida e avere un futuro soltanto se saprà mantenere e difendere la sua identità, che è la gratuità”. Sono parole di don Giovanni Nervo, a lungo presidente della Fondazione Emanuela Zancan di Padova, che per molti anni si è interrogato e si è espresso sul futuro del volontariato, in difesa dei suoi valori portanti.
Domani, giovedì 16 ottobre, il tema sarà al centro dell’incontro organizzato dall’associazione “la Specola” nella sede della Fondazione Zancan, in via Vescovado 66 alle ore 17. Al direttore Tiziano Vecchiato il compito di riflettere sulla direzione che il volontariato moderno sta prendendo, con la mente e il cuore alle parole di don Giovanni. Sarà l’occasione per riflettere anche sulla riforma del terzo settore e per ribadire la carenza di ascolto della voce del volontariato e dei soggetti totalmente no-profit: “La rappresentanza del terzo settore gestita senza l’ascolto di tutte le parti in causa non è di buon esempio – ha già avuto modo di sottolineare il direttore Vecchiato -. Chi l’avrebbe detto? Proprio nel momento in cui il terzo settore dovrebbe esprimere il massimo di solidarietà e fraternità, prevalgono interessi e conflitti concorrenti. È bene saperlo, per farne tesoro, così da affrontare «meno in fretta e meglio insieme» scelte che riguardano il bene di tutti e, soprattutto, delle nuove generazioni”.
L’incontro è un’occasione preziosa per allargare lo sguardo ad altri tempi, quando le profezie del volontariato hanno preparato il terreno per modi più solidali di essere società. Anche oggi questa domanda si ripropone. “Insieme dobbiamo chiederci come innovare l’azione del volontariato – sottolinea Vecchiato -, come renderla fertile, profetica, capace di prefigurare un’umanità che si rinnova a partire dai bisogni fondamentali delle persone”.