Dai dati Eurostat emerge che nel 2013 più di uno su quattro (il 27,9%) tra i bambini italiani fino a 6 anni si trovava a rischio di povertà o esclusione sociale, in aumento (+1,6 punti percentuali) rispetto al 26,3% nell’anno pre-crisi 2007. L’Italia si colloca in posizione più arretrata rispetto alla media europea. Nell’UE a 27 paesi la quota di bambini fino a 6 anni a rischio di povertà o esclusione sociale nel 2013 era il 25,6%, in aumento (+1,1 punti) rispetto al 24,5% nel 2007.
Più in generale, il numero complessivo di minorenni in povertà assoluta è fortemente aumentato negli ultimi anni. L’Istat stima che sia raddoppiato tra il 2011 (723 mila bambini e ragazzi) e il 2013 (1 milione 434 mila), aumentando di 376 mila unità (+36%) nel solo periodo 2012-2013. Un minore su sette (il 13,8% dei minori residenti) era quindi “assolutamente povero” nel 2013, contro uno su dieci (10,3%) nel 2012 e uno su quattordici (7%) nel 2011.
Questi e altri dati e approfondimenti sulle crescenti difficoltà socio-economiche in Italia vengono presentati nel Rapporto 2014 sulla lotta alla povertà della Fondazione Zancan “Welfare generativo. Responsabilizzare, rendere, rigenerare” (ed. Il Mulino), in uscita a metà dicembre. Tra le varie tematiche approfondite, il rapporto dedica un’attenzione particolare a bambini e a ragazzi. Accanto alla diagnosi dei problemi, vengono approfondite le possibili soluzioni di “welfare generativo”: lottare contro la povertà non “a prescindere” dalle persone ma “con” le persone, valorizzare le capacità e le responsabilità degli aiutati (“non posso aiutarti senza di te”), rigenerare le risorse in una logica di investimento a rendimento sociale. Riconoscere il valore di ogni persona, soprattutto delle più fragili, ci riavvicina alle fondamenta della nostra Costituzione, verso una nuova socialità più responsabile e inclusiva.
In allegato la scheda di presentazione del rapporto.
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