La sfida del welfare generativo. Se ne parla stasera a Cadoneghe (Padova)

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creato: 25 marzo 2015

TAGS: poverta

Una nuova forma di welfare non solo è possibile, ma necessaria. Serve un cambio di paradigma: i costi possono diventare investimento, con verifiche di esito e di impatto sociale, superando la logica assistenzialistica che ci inchioda all’inefficacia delle azioni di contrasto. La Fondazione Emanuela Zancan di Padova lo sostiene da tempo, da quando ha teorizzato il “welfare generativo”, una nuova idea di welfare in grado di rigenerare risorse e capacità.

Sempre più Comuni del Veneto hanno compreso la portata della sfida, accettandola. Anche il Comune di Cadoneghe, in provincia di Padova, ne è convinto e approfondirà la proposta stasera, durante presentazione del Rapporto sulla lotta alla povertà “Welfare generativo. Responsabilizzare, rendere, rigenerare" (Il Mulino, 2014). Il volume indica azioni concrete e necessarie per cambiare passo e contrastare la povertà. All’incontro interverranno il Sindaco di Cadoneghe Michele Schiavo e l’Assessore ai Servizi Sociali Augusta Parizzi.

“I risultati del nostro welfare li conosciamo, sono parziali e perdenti, mentre sono aumentate le fonti di prelievo da parte di stato, regioni, enti locali - sottolinea il direttore della Fondazione, Tiziano Vecchiato -. Se il welfare è un costo, il prelievo diventa necessario «per ogni erogatore»: a monte la fiscalità generale, in prossimità delle persone l’imposizione regionale e locale. Le famiglie vedono così sommarsi le voci in uscita mentre rimangono inadeguati i servizi in entrata. Aumentano i costi ma non le risposte. Gli andamenti degenerativi lo testimoniano, anzi ci danno la misura dell’urgenza di affrontarli con scelte coraggiose. È nei momenti di maggiore difficoltà che le resistenze al cambiamento possono essere fiaccate, messe in discussione, per poterle affrontare e superare”.

La Fondazione Zancan individua almeno cinque passi per arrivare a questa nuova forma di welfare: a) ridurre i trasferimenti e trasformare il valore equivalente in servizi; b) misurare il rendimento in occupazione e in gettito fiscale e contributivo conseguente; c) misurare gli indici di ampliata accessibilità a vantaggio di quanti ne hanno bisogno a costi per loro sostenibili; d) valorizzare e misurare le capacità degli aiutati (dei beneficiari delle risposte di welfare) nel rigenerare quota parte delle risorse investite; e) portarle a corrispettivo sociale, misurando l’impatto e il “dividendo sociale” conseguito. 

Sono azioni che parlano di «cosa» e «come» raccogliere, in base alle capacità, per poter distribuire più equamente le risorse a disposizione, facendo rendere i talenti, su scala personale e sociale, così da rigenerare le capacità e le risorse, responsabilizzando ogni persona. 

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