Il convegno «A ciascuno secondo la sua capacità» è stato un’occasione per ripensare alle comunità e al loro modo di vivere la carità, per riflettere - usando le parole del direttore della Caritas Roberto Calzà - sulla «necessità di trovare vie nuove, capaci non solo di rispondere a dei bisogni, ma anche di creare comunità solidali, relazione costruttive e positive, percorsi di emancipazione veri, ricadute positive e benefici per tutti».
È l’ottica del welfare generativo, proposta dalla Fondazione Zancan, che riprende il concetto di «giustizia e solidarietà» chiedendo a tutti, anche ai beneficiari degli aiuti, di valorizzare i propri «talenti», evitando la deriva assistenziale così che il sistema di protezione dei più deboli sia un investimento e non solo un costo.
Il confronto è partito dal ricordo di mons. Giovanni Nervo e mons. Giuseppe Pasini - due figure portanti non solo della Caritas ma della Chiesa Italiana – dei quali ricorre l’anniversario del ritorno al Padre il prossimo 21 marzo.
Entrambi hanno contribuito in modo determinante a fare della Caritas uno strumento «consono ai tempi», capace di leggere e interpretare i segni e le fatiche della nostra società, di stare accanto alle persone più in difficoltà e allo stesso tempo di far maturare nelle comunità l’attenzione ai più deboli, crescendo nella carità.
Partendo dalle loro intuizioni si è ripercorso il cammino per arrivare alle modalità che oggi abbiamo di incontrare i poveri in modo amorevole e intelligente, attivando percorsi «generativi» che contribuiscano al bene comune.
L’evento, al quale hanno partecipato circa 200 persone, è stato organizzato dalla Caritas Diocesana di Trento lo scorso 5 marzo.
Sono intervenuti:
In allegato riportiamo alcuni contenuti della relazione di Roberto Calza e Tiziano Vecchiato.