Dalla Puglia segnali di nuovo welfare nei territori, per l’infanzia, contro le violenze, per coltivare la vita. È il viaggio partito da Gerusalemme, che vede impegnati operatori di vari paesi lungo le sponde del Mediterraneo. Si incontrano, confrontano le pratiche, fanno comunità sui problemi, per andare oltre le soluzioni tradizionali e per contrastare i rischi di violenza e istituzionalizzazione. È la settimana del dialogo e dell’ascolto in Puglia. È promossa e coordinata dall’Istituto Haruv di Gerusalemme con l’Associazione di promozione sociale Carmela Giordano di Bari e la Fondazione Emanuela Zancan, insieme sono impegnati nel capire quale sarà il futuro del welfare per l’infanzia nel Mediterraneo e quali soluzioni originali stanno emergendo dai territori che lo circondano.
La giornata di mercoledì è stata dedicata ad un incontro presso l’Università del Salento sul tema “La tutela dell’infanzia nel futuro del Welfare Mediterraneo: Cultura, formazione e innovazione, il possibile contributo dell’Università”. Minori e famiglia, welfare, globalizzazione, ruolo dell’educatore e dell’assistente sociale, sono i temi approfonditi. Anat Zeira, direttore della ricerca dell’Haruv Institute li sintetizza così “La nostra presenza sta a significare l’importanza dello scambio e del confronto tra operatori come processo di apprendimento continuo per facilitare la creazione di ponti tra i paesi del Mediterraneo sul tema della tutela e della protezione dell’infanzia”. La sintesi di Tiziano Vecchiato è “In passato il Mediterraneo è stato un bacino di civiltà, cultura e socialità ricca di tante diversità. Ripartire dall’infanzia è ripartire dalla vita che nasce e cresce. Anche oggi può guidarci oltre un presente incerto, violento, povero di speranza per chi ha la vita davanti.” Giulia Cucumazzo, Presidente dell’associazione Carmela Giordano, aggiunge “Il progetto utilizza un approccio pratico, fatto di visite ai servizi della Puglia, confronti sistematici tra operatori e sviluppo di idee collaborative”.