Un piano Fanfani per il nostro welfare

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creato: 03 marzo 2017

TAGS: welfare servizio civile terzo settore

Nel nuovo anno il welfare dovrà migliorare l’inclusione scolastica, l’accesso ai servizi 0-3 anni, avviare il nuovo servizio civile, rilanciare il Terzo settore. Dal dopoguerra ai nostri giorni per affrontare l’innovazione ci siamo affidati alla programmazione. In certi casi ha funzionato, ad esempio con il piano casa in sette anni sono stati costruiti 147mila alloggi. Nei successivi 14 anni gli alloggi realizzati erano più del doppio, con vantaggi diretti e inclusivi (le case) e l’occupazione necessaria per realizzarle (600mila occupati). Quando nella seconda metà del Novecento (1949-1963) il piano è entrato a regime ha raggiunto la consegna settimanale di circa 560 alloggi. Oltre 350mila famiglie sono uscite dalla povertà abitativa.

Negli ultimi 20 anni, si è cercato di fare altrettanto, per realizzare infrastrutture sociali attraverso piani sanitari, piani sociali e settoriali, ma con quali consegne? Il passaggio dalla programmazione di risultati «fatti di materia per includere umanità» a piani e programmi «in cui l’umanità doveva sviluppare nuova socialità» non ha mantenuto le promesse. Il progettificio ha preso il sopravvento, i risultati di processo l’hanno fatta da padroni.

Il rapporto tra risorse investite e consegne realizzate è fallimentare. Impareremo dall’esperienza? Troveremo nuove strade per prefigurare socialità nuova e realizzarla?

I cantieri urgenti da aprire, con o senza decreti, riguardano soprattutto la lotta strutturale alla povertà, con nuovi contenuti di servizio e nuove forme di relazione con le persone. Non potranno limitarsi a rendicontare le uscite e i beneficiari, dovranno misurare i benefici umani, il loro impatto sociale ed economico. Le «case Fanfani» erano progettate da grandi architetti, le soluzioni per i poveri saranno progettate da grandi burocrati? Da esperti di trasferimenti senza servizi? Se sarà così, vincerà ancora il materialismo culturale e metodologico, quello che ha impedito di consegnare i risultati sperati e chiudere cantieri umani sempre aperti, incapaci di mettere in discussione il welfare dell’assistenzialismo.

Rubrica “Welfarismi” di Tiziano Vecchiato. Estratto da Vita, febbraio 2017

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