1.
L’asilo costa troppo? Coinvolgiamo le mamme! |
2016, fuga dal nido: le rette sono troppo care e gli italiani, a quanto pare, non se le possono più permettere. Ma in Veneto sono in corso una serie di progetti sperimentali e innovativi. Le cifre sono impietose, squadernate dalla stampa quotidiana. Le iscrizioni agli asili nido comunali e convenzionati sono in continuo calo: -6% le stime per il 2016, ed è un trend che dura da anni. Per molto tempo abbiamo lanciato strali contro l’assenza di strutture di supporto alla maternità e scopriamo che sono disertate proprio dalle famiglie. Il motivo è semplice e drammatico al tempo stesso: la crisi economica ha impoverito gli italiani e i 311 euro mensili medi di retta sono troppi per molti. Inoltre, la tendenziale rigidità degli orari dei nidi non si accorda con la flessibilità del lavoro, ormai prevalente nel nostro Paese. Morale: solo il 17% dei bambini da 0 a 3 anni frequenta queste scuole (contro il 33% che rappresenta l’obiettivo europeo per il 2020). E al Sud le percentuali sono drammatiche (3,5%). Per aggirare il problema, un’idea innovativa viene dal Veneto, dove sono partiti tre progetti pilota che prevedono il coinvolgimento delle famiglie nell’offerta di servizi all’infanzia. Detto in altri termini: le mamme (e/o i papà) potranno dare una mano, ciascuno secondo le proprie attitudini e competenze, nelle attività del nido. Tutte le mamme: anche quelle che non avrebbero la possibilità di pagare una retta (ipotetica) di 311 euro al mese. In qualche modo compenseranno con il loro impegno, che sarà valutato economicamente. Chi invece è in grado di versare qualche euro in più per il funzionamento della struttura, potrà farlo liberamente. La sperimentazione riguarda l’istituto Vendramini di Padova, la scuola dell’infanzia e nido integrato San Gaetano di Bagnoli di Sopra (Pd) e la cooperativa sociale Porto Alegre di Rovigo. Il progetto invece è della Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo (Cariparo), in partnership scientifica con la Fondazione Zancan. Ma si tratta solo del primo, concreto risultato di un lungo lavoro preparatorio affinato all’interno del Forum transatlantico per la prima infanzia (Tfiey), composto da ricercatori ed esperti in materia, americani, italiani e canadesi, e che vede il coinvolgimento anche di altri enti e fondazioni bancarie. Un’ulteriore struttura innovativa è attiva a Torino: si chiama Spazio ZeroSei, è sostenuta dalla Compagnia di San Paolo. Sul sito www.quimamme.it si può leggere l’intervista completa di Fulvio Bertamini a Tiziano Vecchiato. |
2.
Combattere la povertà con le famiglie |
In risposta agli altissimi tassi di povertà minorile relativa e assoluta degli ultimi anni, il 2016 sancisce l’inizio di una strategia nazionale di contrasto alla povertà con caratteristiche di maggiore strutturalità (piano triennale), di universalismo selettivo (nuclei familiari con bambini), di coinvolgimento della famiglia come punto di partenza per il superamento di povertà e fragilità. Le regioni e i comuni potranno aiutare più famiglie fornendo risposte efficaci a condizione che i servizi sociali si predispongano a un lavoro di aiuto sempre meno prestazionistico e assistenziale, creando le condizioni necessarie a operare insieme ai nuclei familiari per attivarne risorse e capacità. Inoltre, la sinergia di competenze tra i diversi servizi sociali e il no profit necessita di essere rafforzata così come la regia della risposta alle famiglie. Infine, la misurazione di esito degli aiuti sul benessere della famiglia dovrà diventare, insieme all’attivazione della persona, asse portante dell’attuale strategia di contrasto alla povertà. Come si intende rispondere nei territori a questa cruciale sfida dove la persona in povertà è perno della soluzione? Nella formulazione di una direzione di senso saranno di aiuto:
La Conferenza di giovedì 19 maggio è stata occasione per focalizzare le condizioni primarie su cui occorre lavorare per imprimere la nuova, desiderata direzione al welfare in aiuto alle famiglie povere e fragili con figli minorenni, con particolare riferimento alla realtà del Comune di Milano e della regione Lombardia, con il fine di contribuire allo sviluppo in corso delle politiche sociali di contrasto alla povertà del territorio. |
3.
Welfare e investimento sostenibile |
In occasione della giornata nazionale della previdenza, mercoledì 11 Maggio 2016, il Forum per la Finanza Sostenibile insieme ad ECPI e Natixis Global Asset Management hanno promosso a Napoli un seminario per sensibilizzare fondi pensione ed enti di previdenza (per natura e missione interessati dal tema della sostenibilità, anche economica, dei sistemi di protezione sociale) a una gestione del patrimonio che tenga conto delle evoluzioni e delle trasformazioni sociali e della necessità di nuovi modelli diwelfare. A partire dalla metodologia elaborata dalla Fondazione Zancan, sono stati analizzati casi di buone pratiche, per evidenziare le esperienze di gestori e investitori che hanno saputo coniugare rendimenti finanziari e attenzione al welfare, in un'ottica di sostenibilità di lungo periodo. Maurizio Agazzi, presidente del Forum per la Finanza Sostenibile e Direttore Generale del Fondo Cometa ha introdotto i lavori. Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan ha tenuto una relazione sul tema: «Se il welfare da costo diventa investimento: la valutazione di impatto generativo». È seguita una tavola rotonda moderata da Francesco Bicciato, segretario generale del Forum per la Finanza Sostenibile, con la partecipazione di: Antonio Bottillo, Executive Managing Director - Country Head Italia, Natixis Global Asset Management; Camilla Bossi, Sales Specialist, ECPI Group; Federico Zanon, Vice Presidente, ENPAP. |
4.
Povertà, a cosa sono serviti miliardi di fondi pubblici? |
La terra arida assorbe e non rigenera. Le politiche pubbliche di contrasto alla povertà negli ultimi 15 anni hanno desertificato le pratiche professionali, polverizzando quello che hanno di più prezioso: capacità di ascolto e incontro, riconoscimento e valorizzazione delle potenzialità, condivisione delle responsabilità. Il prestazionismo assistenziale ha bruciato quote crescenti di risorse. Ma ce ne siamo accorti? Citiamo alcuni casi. RMI 1999-2003 oltre 220 milioni di euro. Bonus straordinario famiglie, lavoratori, pensionati e non autosufficienti 2,4 miliardi di euro, previsti in un apposito fondo nel 2009. Carta acquisti 236 milioni di euro nel 2009, 207 milioni nel 2011, 208 milioni nel 2012, 209 milioni nel 2013, 230 milioni nel 2014, 250 milioni annui previsti dal 2015. Nuova social card, 50 milioni per 12 città della sperimentazione, previsti 100 milioni nel 2014 e 67 milioni nel 2015, previsti 120 milioni di euro nel triennio 2014-2016 per estensione al territorio nazionale, destinati 380 milioni dal «Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale» per il 2016; «bonus bebè» (assegno triennale natalità) circa 200 milioni di euro previsti per il 2015. Non è facile dire se questi dati siano esatti perché, pur provenendo da fonti istituzionali, non è certo che siano effettivi. Molto spesso i centri di responsabilità che hanno gestito le risorse non si sono preoccupati di render conto anche solo da un punto di vista amministrativo della loro gestione. Così non è chiaro quale è stata la spesa effettiva e se eventuali risorse aggiunte sono state riallocate. Quando il velo è stato sollevato sulle inefficienze, le lungaggini, le incapacità…, le giustificazioni tecnopolitiche hanno ripristinato il silenzio e l’aridità. Quanto si sarebbe potuto ottenere con quelle risorse, con pratiche diverse, responsabilizzando in solido gli erogatori e i destinatari, misurando i tassi di rendimento e rigenerazione dei valori a disposizione? Il piano di lotta contro la povertà saprà mantenersi lontano dalle pratiche inefficienti e a responsabilità limitata? Saprà potenziare l’impatto sociale? La lotta alla povertà saprà rivelarsi fertilità inclusiva? Quando non lo è stata si è trasformata in sconfitta, redistribuzione «a perdere», assunzione passiva di sostanze finanziarie, dipendenza assistenziale. Perché non provare strade nuove per lottare contro la povertà? Perché non farlo con i poveri, i disuguagliati, i senza giustizia e riconoscimento sociale? Rubrica «Welfarismi» di Tiziano Vecchiato. Estratto da Vita, maggio 2016 |
5.
Intesys Together: visite in Slovenia |
Sono iniziate dalla Slovenia le visite nei siti pilota del progetto europeo INTESYS Together – Supporting vulnerable children through integrate dearly childhood service. Il progetto, finanziato dal programma Erasmus+ dell’Unione Europea e coordinato dalla Fondazione Re Baldovino del Belgio, sperimenta nuovi approcci ai sistemi educativi e di cura per la prima infanzia. L’obiettivo è garantire anche ai bambini che vivono in situazioni di vulnerabilità servizi di alta qualità educativa, integrati tra loro ed economicamente sostenibili. Il progetto nasce dalle azioni 2012-2015 del Tfiey - Transatlantic Forum on Inclusive EarlyYear (www.tfieyitalia.org). È stato il volano che ha reso possibile l’avvio di sperimentazioni in Italia e in altri paesi. In particolare, in Slovenia sono interessati due insediamenti rom con tassi molto bassi di iscrizione dei bambini ai servizi educativi per la prima infanzia con l’obiettivo di sviluppare una visione comune tra i diversi attori, mobilitandoli per creare legami robusti, imparare reciprocamente e contribuire, in modo coordinato, a realizzare servizi per le esigenze specifiche delle famiglie rom. L'obiettivo è aumentare il tasso di partecipazione dei bambini ai programmi prescolari nei due comuni di Grosuplje e Trebnje. Il coordinamento dei siti locali è affidato al Pedagoškiinštitut (Educational Research Institute, Developmental Research Center for Pedagogical Initiatives Step by Step) che collabora con la Fondazione Zancan per il monitoraggio e la valutazione dei siti sloveni. |
6.
Proposte formative Estate 2016 |
l welfare attuale affronta sempre maggiori difficoltà nell’affrontare efficacemente i bisogni della società. La sola via d’uscita è rappresentata da innovazioni di welfare capaci di produrre un maggior rendimento degli interventi erogati e garantirne una sostenibilità socio-economica, rendicontando i risultati ottenuti alle comunità di riferimento. Questa è la sfida che attende enti pubblici e organizzazioni del privato sociale negli anni a venire. Per approfondire soluzioni innovative a tutti i livelli (tecnico-professionale, giuridico ed economico), la Fondazione Zancan questa estate propone i seguenti corsi di formazione:
I contenuti proposti riflettono alcuni dei principali temi di ricerca – teorica e applicata – della Fondazione Zancan e le competenze multidisciplinari del team dei relatori. I corsi, a carattere residenziale, si terranno a Malosco (TN) nello splendido scenario dell’Alta Val di Non. I partecipanti vivono così un’esperienza di studio e confronto, in un clima conviviale e a contatto con la natura delle montagne trentine. Per maggiori informazioni seguiteci on line. |
7.
Crescere nella malattia |
Nell’ambito dello studio CRESCERE, la Fondazione Città della Speranza e la Fondazione Zancan realizzano un focus di approfondimento sui ragazzi in cura presso la Clinica di Oncoematologia pediatrica dell’Azienda Ospedaliera di Padova. Il focus è finalizzato a capire come anche durante l’esperienza della malattia sia possibile crescere bene e quali fattori favoriscono il benessere dei ragazzi in un momento così delicato del loro percorso di crescita. Per raggiungere questi obiettivi, ci rivolgiamo direttamente ai ragazzi e chiediamo loro di descrivere: le attività del tempo libero, l'uso che fanno di internet e dei social network, l'atteggiamento verso la scuola, le relazioni con amici e compagni di classe, le relazioni in famiglia, il dialogo con i genitori, le prospettive e i desideri per il futuro, la spiritualità, l'autostima e il benessere. |
8.
5 per mille |
Da oltre 50 anni la Fondazione Zancan, Onlus di ricerca scientifica di rilevante interesse sociale, è impegnata nel proporre soluzioni innovative e sostenibili per favorire equità e sviluppo sociale, valorizzando al meglio le risorse pubbliche e private disponibili. Il recente Rapporto annuale 2015 «Cittadinanza generativa» è l’ultimo esempio di questo impegno culturale e istituzionale. Donandoci il 5 per mille potrai sostenere, senza alcun costo da parte tua, le iniziative culturali della Fondazione Zancan in programma nel 2016, tra cui il prossimo Rapporto annuale sulla lotta alla povertà e la rivista Studi Zancan (per il 2016 scaricabile gratuitamente dal sito www.fondazionezancan.it). Aiutaci a divulgare soluzioni innovative e a proporre interventi più efficaci per lottare contro la povertà e favorire la crescita sociale ed economica del Paese. Codice fiscale 00286760285 Grazie |
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