1.

Lavoro di cura e spiritualità: una ricerca sperimentale per sostenere la presa in carico globale

A partire dal mese di maggio la Fondazione Zancan ha avviato, con altri partner, una ricerca sperimentale in alcuni ospedali, in case di cura, in centri di riabilitazione e a casa per favorire la presa in carico globale dei bisogni delle persone.

Il progetto, che è stato preceduto da due anni di ricerca preliminare, coinvolge un ampio team di esperti in diverse regioni italiane e durerà per 18 mesi. L'esperimento prevede che un primo gruppo di pazienti sia preso in carico con le usuali modalità di trattamento, mentre un secondo gruppo sarà sottoposto a una presa in carico basata su un protocollo assistenziale, attento anche agli aspetti della fede e della spiritualità. Al termine della ricerca si valuterà se questo secondo tipo di trattamento darà un valore aggiunto al lavoro di cura e soprattutto se gli indici di efficacia saranno migliori.

Saranno dunque numerose le persone coinvolte nello studio multicentrico a Trieste, Padova, Pieve di Soligo (Treviso), Rovereto, Trento, Pisa, Biella e Reggio Calabria.
L'idea guida del progetto è che non si debba soltanto prestare attenzione al corpo, all'autonomia funzionale della persona e alla dimensione socio relazionale, ma che sia altrettanto importante comprendere e aprirsi alle risorse valoriali della persona. Questo tipo di approccio è usuale tra i sacerdoti, gli psicoterapeuti, ma non viene ancora valorizzato nella presa in carico professionale, perché non è considerato un elemento centrale e realmente capace di migliorare le condizioni delle persone in situazione di bisogno.

2.

Una cartella sociale informatizzata: la sperimentazione a Belluno

Al vaglio un software che consentirebbe di mettere in rete tutte le informazioni relative a chi si rivolge i servizi, puntando alla sinergia tra servizi sociali e volontariato.

È partita da Belluno la sperimentazione di una nuova modalità di presa in carico delle persone in condizioni di bisogno. È stato infatti distribuito ai servizi sociali e alla rete dell'associazionismo locale un innovativo software che rende possibile la fruizione di una "cartella sociale informatizzata" delle persone che si rivolgono ai servizi e che chiedono aiuto alle realtà associative. Il progetto sperimentale è stato denominato "SP - Belluno Stella polare".

Nel pieno rispetto della privacy, questo strumento consente di favorire il dialogo e la conoscenza reciproca tra tutti gli attori che lavorano a favore della persona, di sapere quante persone e con quali problematiche sono seguite nel territorio, quale realtà se ne sta facendo carico, quali progressi sono stati fatti. In sostanza, si tratta di una di cartella accessibile via internet attraverso un sistema di password. Il risultato è un impianto integrato e unitario di gestione delle informazioni che permette anche la verifica dei loro costi e, cosa più importante, la valutazione dei risultati. Se il sistema, elaborato dalla Fondazione E. Zancan onlus di Padova, si confermerà efficiente e funzionale, sarà possibile rivedere totalmente la presa in carico sociale eliminando barriere e ostacoli dettati dalla mancanza di comunicazione.

Al progetto partecipano il Comune di Belluno, la Conferenza dei Sindaci Ulss n. 1, la Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, il Consorzio Bim Piave, Sersa (Servizi sociali assistenziali spa), l'Ulss n.1 di Belluno e Solidarietà organizzata. La distribuzione del software è iniziata ufficialmente mercoledì 20 maggio nel corso di un seminario rivolto a operatori sociali e realtà associative, che hanno accolto di buon grado il progetto. La scelta del nome "SP - Stella polare" è dettata da diverse ragioni: Attraverso questa sigla vengono richiamate le principali idee che hanno ispirato lo sviluppo del software. SP sta a significare infatti Servizi alla Persona, Sistema Personalizzato di intervento, Strumento di lavoro con Persone, Strategia per Promuovere i diritti delle persone, Sistema di Progettazione, Software per Personalizzare i percorsi assistenziali.

3.

Lotta alla povertà in Emilia-Romagna

Si sono conclusi gli incontri realizzati dai Centri di servizio per il volontariato (Csv) dell'Emilia-Romagna e dalla Fondazione Zancan per la definizione di un piano di lotta alla povertà nella regione. Dal 5 al 20 maggio, infatti, i rappresentanti delle associazioni di volontariato si sono riuniti a livello provinciale per confrontarsi e mettere in luce le situazioni di povertà e vulnerabilità che maggiormente caratterizzano il territorio, analizzando anche le risposte attualmente erogate. Il punto di partenza della discussione era per tutti l'analisi preliminare della povertà a livello regionale e locale effettuata a partire dai dati Istat e dai documenti di programmazione locale.

La povertà è un problema che, specialmente negli ultimi tempi, sta assumendo una crescente importanza: aumenta la percezione che sia un problema sociale diffuso, aggravato dalla crisi che ha investito l'economia mondiale e che interessa molte famiglie in grave difficoltà. Inoltre, i processi di impoverimento colpiscono sempre di più quei ceti che mai avrebbero pensato di trovarsi in condizioni di esclusione sociale o a rischio di diventarlo.

Eppure da dieci anni l'Istat descrive il fenomeno in Italia in termini sostanzialmente stabili, guardando a una parte considerevole della popolazione incapace di far fronte ai bisogni quotidiani. L'immagine d'insieme che ne deriva, di conseguenza, non basta per comprendere le molte specificità regionali in cui si concretizza la condizione di povertà oggi. Inoltre, ancora più che in passato, è evidente l'incapacità dei trasferimenti monetari di ridurre la povertà, se non con una presa in carico del problema e, quando necessario, accompagnando chi si trova in condizione di bisogno.

È proprio alla luce di queste considerazioni che il Csv e la Fondazione Zancan hanno deciso di approfondire questi aspetti che non vengono sufficientemente tenuti in considerazione nelle analisi ufficiali.

4.

Premiazione del concorso europeo Smoke Free Class

Il 27 maggio si è svolta, nel centro culturale Don Orione (Dorsoduro, 909/a - Venezia), la premiazione del concorso europeo "Smoke Free Class", coordinato in Italia dalla Fondazione "E. Zancan" onlus di Padova. Ben 15 sono le regioni coinvolte quest'anno, per un totale di 889 classi e 18.820 alunni in Italia.

Il progetto si pone l'obiettivo di prevenire o ritardare l'inizio dell'abitudine al fumo tra i giovani ed eliminare o ridurre il consumo di sigaretta negli alunni che hanno già sperimentato il fumo. E per far questo è stata lanciata una sfida: in questo anno scolastico, infatti, gli studenti hanno accettato di non fumare per un periodo di sei mesi. Tra le classi partecipanti ne sono state estratte due: una a livello nazionale e una a livello regionale, che riceveranno il premio nel corso del convegno "Giornata Mondiale Senza Tabacco 2009: un messaggio per Guadagnare Salute", organizzato dalla Regione Veneto.

Il premio nazionale sarà consegnato alla classe III°C della scuola media statale "G. Pascoli" Teggiano (SA), mentre quello regionale alla I°BT Turistico I.T.C.S. "De Cestari" Chioggia.

Il concorso europeo Smoke Free Class è coordinato a livello europeo dall'Istituto tedesco IFT-Nord. Nato in Finlandia nel 1989, è arrivato in Italia nel 1997/1998. I Paesi partecipanti a questa edizione sono 18: Belgio, Estonia, Finlandia, Francia, Germania,

Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Slovacca, Spagna, Romania e Svizzera.

 

5.

I livelli essenziali di assistenza sociale a Cremona

È partito a Cremona e nei Comuni del distretto un progetto di riorganizzazione dell'intero sistema dei servizi sociali comunali al fine di garantire una maggiore efficacia nella presa in carico delle persone in condizione di bisogno. Dopo un'attenta analisi dello stato attuale dei servizi, svolta dal Comune in collaborazione con la Fondazione "E. Zancan" onlus di Padova, si è deciso di lavorare concretamente per eliminare le criticità presenti e valorizzare i punti di forza della macchina comunale.

Sul fronte delle potenzialità, Cremona dimostra di saper gestire con grande trasparenza il processo di presa in carico delle persone e di avere una forte iniziativa politica, grazie alla quale anche le difficoltà che emergono nel lavoro sociale vengono gestite e risolte. L'aspetto invece da potenziare è quello relativo al lavoro in sinergia tra le varie équipe: si tratta di aumentare e promuovere l'integrazione tra i servizi garantendo il più possibile risposte unitarie. Partendo da questi presupposti Maura Ruggeri, Assessore alle Politiche Sociali e Promozione della Salute del Comune di Cremona, insieme alla Fondazione Zancan ha elaborato un piano di riorganizzazione che ha come principale obiettivo quello di una migliore gestione dei flussi delle persone che si recano in Comune, affinché possano essere inoltrate in modo diretto e veloce al servizio competente. Dal punto di vista strutturale l'impegno sarà mirato a eliminare la frammentazione dei vari servizi facendo lavorare tutti gli assistenti sociali come un'unica équipe professionale.

La necessità di esaminare l'attuale assetto organizzativo dei servizi sociali e sociosanitari si pone nella prospettiva di migliorare la congruenza dell'offerta di servizi e interventi e meglio orientarli ai bisogni attuali della popolazione. L'obiettivo inoltre è di garantire un utilizzo più appropriato delle risorse, nella prospettiva di definizione nazionale e locale dei livelli essenziali di assistenza".

Questa prospettiva ha le sue radici nel lavoro di sperimentazione di un modello unico di segretariato sociale avviato nel Comune di Cremona, che si è posto l'obiettivo di migliorare e garantire l'universalità dell'accesso in condizioni di equità attraverso la valutazione globale del "bisogno", come criterio di merito e di priorità di accesso.

6.

A Padova dibattito sulla riforma del Servizio civile

L'8 maggio, si è svolto nella sede della Fondazione Zancan di Padova, il seminario di ricerca "La riforma della legge 64/2001 sul servizio civile: cosa rafforzare, cosa modificare". Nella convinzione di poter dare un valore aggiunto al dibattito sulla revisione, un tavolo composto da Arci, Caritas, Cnesc, Università, comunità di accoglienza, enti e altri soggetti si è riunito per lanciare delle proposte concrete di modifica. Moderatori dell'incontro il presidente della Fondazione monsignor Giuseppe Pasini ed Emanuele Rossi, professore di Diritto costituzionale alla Scuola di Sant'Anna di Pisa, tra gli estensori dell'attuale legge e membro della commissione di governo incaricata di rivedere il testo del 2001.

Obiettivo del seminario era di analizzare i principali nodi dell'attuale normativa per individuare possibili migliorie. Il Servizio civile nasce con la funzione di difesa non violenta della patria e proprio in questo momento, per volontà dello stesso ministero, il termine 'difesa' sta espandendo i propri significati: basti pensare che sempre più spesso le missioni dei militari all'estero vengono definite 'umanitarie'. Pertanto è importante caratterizzare meglio le attività e gli obiettivi del Servizio civile, per qualificare la sua azione. In questo modo si raggiungerebbe un secondo importante obiettivo, cioè lo scioglimento del nodo del rapporto stato-regioni: Adesso abbiamo una legge nazionale e delle leggi regionali, ma sarebbe certamente più utile e funzionale se si scegliesse di seguire l'esempio del servizio sanitario nazionale, che ha un unico corpus nazionale con delle declinazioni territoriali. Si tratta dunque di non confondere la gestione nazionale con il carattere nazionale del servizio, senza che venga meno la funzione del finanziamento da parte delle risorse statali"

È stata inoltre, sottolinea l'importanza che le finalità di "difesa della patria" siano ben evidenti nei progetti di servizio civile perchè se si perde di vista la funzione di questa legge allora non si sarà più in grado di distinguere tra il Servizio civile e, ad esempio, il volontariato. La normativa del 2001 ha funzionato e funziona, molto però è rimesso alla capacità degli enti di formulare buoni progetti. Il punto critico in fase di attuazione è proprio questo: non è sempre chiara la distinzione tra finalità e ambiti di attività.

Un altro problema affrontato nel seminario era quello della riduzione delle risorse, che al 2011 potrebbero scendere del 30%, comportando necessariamente una riduzione del numero di posti a disposizione dei giovani interessati all'esperienza. Saranno maggiormente penalizzati i giovani del Sud, per i quali spesso il Servizio civile funziona come una sorta di introduzione al lavoro. Si renderà dunque necessario trovare soluzioni per spendere meno e per ottenere un migliore utilizzo dei fondi, aumentando anche le capacità di reperimento.

7.

Strumenti di lavoro 1 libro 1 euro

Il lavoro non è semplicemente una delle tante attività della persona, ma è lo strumento per garantire alla maggioranza dei cittadini l'autonomia economica, per progettare la propria vita a livello individuale e familiare e per esplicare la propria creatività.

Quando il lavoro viene a mancare, o si presenta incerto, precario, sottopagato, o quando la persona è costretta a lavori umili, degradati rispetto alla sua preparazione e professionalità, è la vita e la dignità che risultano compromesse. Viene meno anche l'uguaglianza dei cittadini, sancita dalla Costituzione; diminuisce il senso di appartenenza e la volontà di contribuire alla realizzazione del bene comune.

La flessibilità e la precarietà del lavoro divengono sempre più frequentemente una normale componente della vita economica e sociale. Talvolta esse vengono presentate come un traguardo positivo, perché consentono comunque di uscire momentaneamente dall'inoccupazione e dalla disoccupazione. Ma si dimentica che tanti lavori precari non costituiscono una sicurezza per il futuro; al contrario, pongono le basi per una previdenza incerta e per una vecchiaia ancor più precaria.

La Fondazione «E. Zancan», coerentemente con il proprio tradizionale impegno di studio e ricerca sui nuovi fenomeni sociali, ha ritenuto importante affrontare il tema della flessibilità del lavoro, attraverso una ricerca coordinata da Guido Sarchielli e Augusto Palmonari dell'Università di Bologna e da Tiziano Vecchiato della Fondazione Zancan.

Il volume "Lavorare da precari. Effetti psicosociali della flessibilità occupazionale" che viene proposto all'interno dell'iniziativa «Strumenti di lavoro 1 libro 1 euro», costituisce il risultato scientifico del loro lavoro.

Il volume può essere ritirati di persona (presentando la scheda scaricabile dal sito www.fondazionezancan.it) presso la nostra sede in Via Vescovado, 66 - Padova, dal lunedì al venerdì (8.30-13.00 e 14.00-17.00).

Si può ricevere direttamente a casa, con spese a carico, a seguito di richiesta via (fax 049663013) o tramite email (segreteria@fondazionezancan.it) compilando sempre la scheda.

La richiesta va effettuata entro il 31 luglio 2009.

Per conoscere le proposte di ogni mese consultate il sito www.fondazionezancan.it.

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