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Famiglie in salita. Rapporto 2009 su povertà ed esclusione sociale in Italia |
Il IX Rapporto Caritas Italiana - Fondazione «E. Zancan» su povertà ed esclusione sociale in Italia, dal titolo «Famiglie in salita», è stato presentato in una conferenza stampa a Roma il 22 ottobre. Il Rapporto si sofferma sui nuovi fenomeni di difficoltà economica che coinvolgono il nostro paese, a partire dai recenti sviluppi della crisi economico-finanziaria che interessa gran parte dei paesi a economia avanzata. Il Rapporto è diviso in due parti. La prima, curata dalla Fondazione Zancan, approfondisce la lotta alla povertà nei sistemi regionali di welfare e propone diversi ambiti e temi di riflessione: le nuove caratteristiche e coordinate della povertà, in «tempo di crisi», lo stato attuale degli investimenti e delle risposte in sede nazionale e territoriale, le prospettive di applicazione dei Livelli essenziali e dei possibili strumenti di perequazione nel nuovo contesto di «federalismo fiscale». La seconda parte, curata da Caritas Italiana, esamina il legame tra Comunità ecclesiale e povertà: sono presentati dati sulle persone che si sono rivolte ai Centri di Ascolto Caritas e sui progetti "8xmille" promossi dalle Caritas diocesane nel periodo 2001-2008. Vengono inoltre analizzati percorsi e documenti di riflessione teologico-pastorale. Il testo del Rapporto, pur riferendosi a dinamiche nazionali, si sofferma con particolare attenzione su 8 regioni caso-studio: Lombardia, Veneto, Toscana, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia. La presentazione di Giuseppe Benvegnù-Pasini e Tiziano Vecchiato (pubblicato in «Studi Zancan» n. 3-4/2009) è scaricabile nell'area download. Il comunicato stampa con la sintesi dei principali dati è consultabile nell'area delle news del sito www.fondazionezancan.it. |
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Prendersi cura. Quinta edizione delle Giornate di Studio del Corno alle Scale |
È stata realizzata la quinta edizione delle Giornate di Studio del Corno alle Scale (23 e 24 ottobre), organizzata in collaborazione con la Fondazione Santa Clelia, sul tema «Prendersi cura». L'attenzione è stata posta sulle politiche, le strategie, gli strumenti oggi necessari a definire e ridefinire, all'interno dei contesti organizzativi, i paradigmi nelle relazioni di cura. Chi opera in questo campo, infatti, vive oggi momenti di crisi: cambiano le attese delle persone che lavorano, cambiano i bisogni e il modo di esprimersi della domanda sociale, cambiano e si ridefiniscono i paradigmi per la relazione di cura, cambiano infine le relazioni organizzative e la struttura delle organizzazioni. Le due giornate si sono divise in tre sessioni di lavoro:
Sono intervenuti: Massimo Annichiarico, direttore sanitario Ausl Bologna. Gianni Baldi, direttore generale Irccs istituto Ortopedico Rizzoli, Bologna. Giuliano Barigazzi, assessore Sanità, Servizi sociali e Volontariato Provincia di Bologna. Chiara Berti, docente Università G. d'Annunzio di Chieti-Pescara. Fabio Bonetta, direttore generale Asp Itis, Trieste. Fabio Cavicchi, direttore generale Fondazione Santa Clelia Barbieri, Vidiciatico (Bo). Gabriella D'Abbiero, presidente Anffas di Bologna. Alberto Franchini, esperto di formazione. Leonida Grisendi, direttore generale Sanità e Politiche sociali Regione Emilia-Romagna. Mauro Mariotti, direttore formazione e ricerca Iscra s.r.l. Mara Morini, direttore distretto di Porretta Terme Ausl Bologna. Elisabetta Neve, Fondazione E. Zancan, Padova. Antonio Onnis, direttore generale Asl di Lanusei, Sardegna. Averardo Orta, presidente Aiop Provincia di Bologna. Antonia Peroni, dirigente Servizio Sviluppo e Formazione, Fondazione Casa Cardinale Maffi, Livorno. Maria Grazia Polastri, direttore Asp Galoppi-Ramponi, Pieve di Cento (Bo). Franco Prandi, sociologo ed esperto di organizzazioni. Piero Proni, consigliere delegato Exposanità. Franco Riboldi, presidente comitato scientifico Giornate Studio Corno alle Scale. Francesco Ripa di Meana, direttore generale Ausl Bologna. Marco Rotondi, presidente Istituto Europeo di Neurosistemica. Antonio Sebastiano, docente di ricerca Crems, Varese. Don Giacomo Stagni, presidente Fondazione Santa Clelia Barbieri. Luigi Tagliabue, direttore dipartimento di salute mentale AUsl Bologna. |
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Valutare l’efficacia del curare e del prendersi cura |
Curare e prendersi cura sono cose diverse. Il gesto di cura è ben conosciuto. Caratterizza le professioni di aiuto, in ambito sanitario, sociosanitario e sociale, che affrontano non pochi problemi: la sofferenza, le sue cause, la speranza, anche quando tutto sembra negarla. Per curare meglio possibile sono disponibili protocolli, linee guida, raccomandazioni EB (evidence based). Guidano le mani e le menti professionali. Ma prendersi cura è altro ancora: farsi carico dei problemi, assumersi responsabilità di superarli, non limitarsi a curare, cercare di affrontarli con quanto si ha a disposizione. Prendesi cura significa presa in carico OB (outcome based), finalizzata non solo a dare risposte appropriate, ma efficaci, anche quando i problemi soverchino le capacità e le competenze professionali. La verifica del lavoro di cura riguarda gli esiti immediati. Non guarda oltre il cerchio delle proprie responsabilità. Non così quando ci si prende cura di sé e degli altri, perché prendersi cura significa affrontare domande più profonde, basate sul rapporto «efficacia e responsabilità». L'epidemiologia sanitaria e sociale sempre più spesso chiede a professionisti e volontari di condividere attivamente con i problemi persistenti, con la cronicità, con le difficoltà che diversamente non avrebbero soluzione. Chiede di farsene carico responsabilmente, generando soluzioni positive: per la persona, la famiglia, quanti riescono a riconoscere, a vivere il difficile passaggio dal curare al prendersi cura. Spesso le conoscenze disponibili scoraggiano questa ricerca, la mortificano, antepongono i costi ai benefici, non tengono conto che è possibile far coesistere bisogni e diritti (nei Livelli essenziali di assistenza) per essere non solo curati ma anche presi in carico, grazie ad un incontro più intenso di responsabilità. La ricerca e la verifica servono a questo: alimentare fiducia professionale e umana, vivificare la speranza. I risultati di efficacia possono essere misurati, verificati, dimostrati. La scienza del prendersi cura è chiamata a farlo, a farsi spazio, ad avere maggiore legittimazione scientifica e sociale. Sarà possibile e più facile, mettendo a disposizione i risultati di professionisti, familiari, volontari, persone in difficoltà... visto che insieme si fanno carico di problemi e insieme possono trovare nuove strade per affrontarli. Sono questi i contenuti della relazione di Tiziano Vecchiato al convegno «La malattia infantile compatibile. Una rete per la vita» promosso dalla Casa Oz di Torino (29 ottobre). Casa Oz è un'associazione nata nel 2007 per accompagnare il difficile percorso delle famiglie che si trovano a vivere la malattia di un figlio. Casa Oz è una casa, un luogo in cui abitare, non sentirsi soli. Un luogo in cui trovare riposo e ristoro, dove leggere, chiacchierare, condividere gioie, conquiste, progetti .... Dove confrontarsi e cercare nuove soluzioni. |
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Bambini: persone a pieno diritto |
Ricorrono i venti anni della convenzione ONU sui diritti dell'infanzia, che riconosce a tutti i minori il diritto alla protezione, alla salute, all'istruzione, all'unità familiare, alla libertà di espressione, alla tutela dallo sfruttamento, alla partecipazione. Il nostro Paese, come moltissimi altri, ha approvato e ratificato tale convenzione, riaffermando (v. legge 149/2001) che il minore - senza alcuna distinzione di sesso, razza, etnia, lingua, religione e nel rispetto dell'identità culturale - ha diritto di crescere ed essere educato nell'ambito della propria famiglia. Il convegno «Bambini: persone a pieno diritto» un'occasione per un rilancio di progetti e iniziative concrete a favore dei minori, come richiesto da molti organismi e associazioni nell'appello di Ginevra del 4 giugno 2009. Il convegno è promosso da: Agenzia per la tutela dei minori Onlus, Comune di Padova, Fondazione Fontana Onlus, Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau, Pubblico Tutore dei minori della la Regione Veneto, Unicef, Associazione famiglie italiane (Afi), Fondazione Irpea, Servizi alla persona educativi e sociali Spes. Intervengono:
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Ultime pubblicazioni |
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Strumenti di lavoro 1 libro 1 euro |
La linea strategica seguita dalla Fondazione Zancan nella sua attività culturale è di individuare e approfondire criticamente i punti significativi di cambiamento della società in riferimento ai servizi alla persona, quasi le «gemme terminali» della pianta viva che è la società. Il volume proposto questo mese come strumento di lavoro ad 1 euro è il primo rapporto delle «Frontiere del sociale» che raccoglie alcuni di questi cambiamenti con le relative riflessioni. Il focus è costituito dai diritti e doveri sociali. I due termini sono interrelati perché l'affermazione dei diritti senza la precisa indicazione dei responsabili della loro attuazione, delle procedure da seguire, delle risorse cui attingere, rimane pura affermazione di principio e può diventare facilmente retorica e demagogia. L'esperienza però dimostra che per l'attuazione dei diritti sono necessarie, ma non sufficienti, le leggi e le procedure, che possono anche essere disattese, né le risorse che possono essere inutilizzate: la chiave di tutto anche per l'attuazione dei diritti sanciti, sono le persone. La seconda parte del volume perciò è dedicata alle istanze deontologiche del lavoro sociale con l'obiettivo di attivare al meglio le risorse umane e professionali degli operatori dei servizi alle persone. Il volume può essere quindi:
Per conoscere le proposte di ogni mese potete consultare il sito www.fondazionezancan.it nella sezione delle news. |
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