1.

Assistenza sociosanitaria: una ricerca nazionale punta all’uniformità

Sul fronte dell'assistenza sanitaria e sociosanitaria l'Italia appare come un mosaico di mille tessere colorate, tutte diverse. Ad oggi, infatti, non esiste una modalità unica di accesso ai servizi, siano essi domiciliari, semiresidenziali, ambulatoriali, diurni o residenziali. E, allo stesso modo, non esiste una via condivisa per l'individuazione dei loro costi. In questo sistema frammentato, la strada da seguire è quella dei Lea (livelli essenziali di assistenza), unico strumento in grado di garantire compattezza e uniformità. È da questo presupposto che nasce "Criteri per promuovere equità nell'accesso ai servizi sociosanitari per persone non autosufficienti: una valutazione di costo-efficacia", una ricerca sanitaria (ex art. 12 Dlgs 502/92) finanziata dal ministero della Salute, in collaborazione con la Regione Abruzzo. Lo studio coinvolge cinque regioni: Abruzzo, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Campania. Le unità operative coinvolte sono: Agenzia sanitaria Regione Abruzzo, Ulss 18 di Rovigo, Fondazione Zancan, Azienda per i servizi alle persone Itis di Trieste, Arsan Regione Campania, Società della salute di Prato. Il 21 gennaio i promotori si sono riuniti a Barisciano (Aq), nella sede dell'Ambito territoriale sociale n° 11 "Montagna aquilana", per fare il punto sugli obiettivi e i risultati attesi. Barisciano è uno dei comuni che ha subito gli effetti devastanti del terremoto ed è da qui che si è deciso di avviare la ricerca di nuove soluzioni ai bisogni delle persone.
Ulteriori dettagli nella news del sito www.fondazionezancan.it.

2.

Quale futuro per i diritti sociali?

In un presente fatto di tagli al sociale, alla sanità e ai servizi e in vista di un futuro in chiave federalista come sarà possibile garantire la tutela e, se possibile, l'incremento dei diritti delle persone? Quale il ruolo che potrà essere rivestito dai Lea (Livelli essenziali di assistenza)? Sono queste alcune delle domande cui un gruppo di esperti, riuniti presso la Fondazione "E. Zancan" onlus il 29 gennaio scorso, ha cercato di dare una risposta.
Il progressivo decentramento dei poteri, dal centro al territorio, sta configurando un sistema multilivello di responsabilità. Da una parte tutto questo avvicina il cittadino alle istituzioni tenute a erogare le risposte di welfare e a tutelare i diritti delle persone. Nel contempo è evidente il rischio di frammentazione, di conflitti di competenze, di vuoti di intervento. Saranno penalizzate soprattutto le persone in condizione di maggiore bisogno, in particolare quelle non autosufficienti, nelle regioni e nei territori che già oggi non garantiscono risposte adeguate. In questo scenario è probabile un aggravamento della mancata tutela dei diritti.
Per contrastare questa prospettiva è indispensabile una vera e propria campagna culturale e istituzionale, facendo ricorso a tutti i mezzi - anche legali - affinché vengano stimolati gli adempimenti sociali previsti dalla Costituzione. Gli esperti hanno sottolineato che i diritti dei cittadini sono legati ai Lea, che rappresentano la chiave di volta per capire cosa saranno i cittadini italiani di domani. Serve, in sostanza, una sorta di class action per tutelare i livelli dei diritti fin qui raggiunti e per incrementarli.

3.

Nuova regolamentazione dell’accesso ai servizi del Comune di Cremona

Il Comune di Cremona affronta il tema delle disuguaglianze nell'accesso ai servizi sociali e intraprende la strada di una regolamentazione unitaria a garanzia di equità. Il 3 febbraio la commissione consiliare permanente ha esaminato la bozza di regolamento elaborata dalla Fondazione "E. Zancan" onlus. La riunione ha coinvolto anche sindacati, Confcooperative, Legacoop e Forum del volontariato per avviare un dialogo sul testo.
Alla base del progetto c'è la convinzione che sia necessario elaborare indirizzi condivisi per realizzare una regolamentazione omogenea per i servizi comunali e perseguire gli obiettivi di equità, trasparenza e certezza dei percorsi di accesso. La creazione di infrastrutture normative - come appunto il regolamento - è condizione necessaria per arrivare a un sistema integrato realmente in grado di dare risposte eque e giuste.
Nel corso della riunione in commissione consiliare sono state presentate le modalità con cui si procederà all'elaborazione del regolamento. È, questo, un passaggio fondamentale del percorso di progressiva ridefinizione in chiave unitaria dell'accesso al sistema integrato, ossia un sistema che sia in grado di garantire l'effettiva presa in carico dei bisogni da parte dei servizi e l'adempimento degli obblighi informativi e di comunicazione che rappresentano una condizione necessaria alla reale accessibilità. La realizzazione di percorsi di accesso orientati a una crescente equità può favorire la parità di trattamento alle persone destinatarie dei servizi.

4.

Professioni sociali, livelli essenziali di assistenza e lotta alla povertà

Professioni sociali, livelli essenziali di assistenza e lotta alla povertà sono i temi al centro di due contributi pubblicati recentemente dalla Fondazione «E. Zancan» di Padova  in altrettante riviste specializzate.
Il primo contributo si intitola «Lavorare a servizio delle persone, per aiutare ad aiutarsi» ed è contenuto nel numero 3/2009 della rivista «Etica per le professioni», a cura della Fondazione Lanza. Nell’articolo si parte dalla constatazione che le professioni sociali in Italia stanno progressivamente crescendo da un punto di vista sia numerico, sia qualitativo: appare dunque opportuno evidenziarne le caratteristiche proprie che le differenziano e che le accomunano, proprio come il lavoro del medico si differenzia da quello dell’infermiere, pur operando entrambi in ambito sanitario. Centrale appare poi il ruolo che tali professioni possono rivestire nella promozione e nell’attuazione dei livelli essenziali di assistenza: perché i Lea divengano realtà effettiva è infatti necessario che, in primis, venga garantita professionalità in ambito sociosanitario. Come scrive Vecchiato: «L’idea di livelli essenziali nasce per fondare in modo sistematico la capacità di tutela dei diritti delle persone. Ma la vera tutela dei diritti avviene quando le risposte sono erogate a chi ne ha bisogno, in modo efficace. Questo significa capacità di valutazione del bisogno e, prima ancora, di selezione dei bisogni meritevoli di tutela sociale […]. È necessaria una base tecnica, professionale, clinica perché lo sforzo di solidarietà si trasformi in  risposta efficace ai bisogni e in giustizia».
Un approfondimento diverso è quello proposto nella rivista «Oggi, domani, anziani», trimestrale della Federazione nazionale pensionati Cisl (numero 4/2009). Il contributo «Ripensare le politiche di lotta alla povertà?» sintetizza infatti i contenuti del volume «Famiglie in salita. Rapporto 2009 su povertà ed esclusione sociale in Italia» realizzato da Fondazione Zancan e Caritas Italiana (ed. il Mulino). Partendo dall’analisi dei dati più recenti relativi alla povertà in Italia, Maria Bezze e Tiziano Vecchiato indagano le cause che hanno portato a un progressivo peggioramento delle condizioni economiche del paese. In secondo luogo, sottolineano quale sia la linea delle amministrazioni locali – soprattutto in termini di investimenti – per contrastare il generale impoverimento dei cittadini. Nasce da qui la critica che viene fatta all’attuale sistema, colpevole di non garantire alle persone in condizioni di bisogno un accompagnamento graduale verso l’uscita dal problema, ma di operare quasi esclusivamente per risolvere solo l’emergenza, senza prendere in carico la persona. In particolare, concludono gli autori, «il diritto a non essere poveri ispira le parti fondamentali della Costituzione. Ma per quanto riguarda la povertà, la norma è stata trasformata in diritto ad avere ‘qualcosa’ e non ad avere un aiuto ad affrontare e superare il problema. È su questa contraddizione che la lotta alla povertà deve misurarsi per cercare le soluzioni necessarie».

5.

Strumenti di lavoro: 1 libro 1 euro

Come superare la tradizionale impostazione che vede la programmazione concentrata sul rapporto tra offerta e spesa? Come partire dalla conoscenza dei bisogni della persona e della comunità? Non è facile soddisfare queste due esigenze e nel contempo evitare che la programmazione diventi un rituale amministrativo, invece che un momento di scelte strategiche per meglio conseguire obiettivi di salute. Si tratta di problemi che riguardano sempre più spesso anche la programmazione locale.
Ormai da anni le esperienze dei Piani di zona hanno evidenziato quante difficoltà incontra chi vuole qualificare i servizi alle persone e alle famiglie. Grazie alla riforma Bindi, gli stessi problemi vengono affrontati per meglio qualificare e umanizzare i servizi sanitari nel territorio. A questa sfida sono chiamati i Pat, i Programmi delle attività territoriali. Una sfida che si gioca soprattutto sul passaggio dalla prevalente attenzione all'offerta e alla spesa a una più matura capacità di leggere e comprendere i bisogni e le priorità cui dare risposta.
Queste tematiche sono sviluppate nel volume proposto questo mese ad 1 euro “Il Programma delle attività territoriali tra offerta, consumi, equità distributiva”.
Il volume può essere ritirato di persona (presentando la scheda scaricabile dal sito) presso la nostra sede in Via Vescovado, 66 - Padova, dal lunedì al venerdì (8.30-13.00 e 14.00-17.00).
Si può ricevere direttamente a casa, con spese a carico, a seguito di richiesta via fax (049663013) o tramite email (segreteria@fondazionezancan.it) compilando sempre la scheda.
La richiesta va effettuata entro il 31 marzo 2010.

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