1.
I punti di forza e le criticità dell’affido nel confronto internazionale a Padova |
Quindici paesi rappresentati, 50 esperti a confronto, 230 professionisti alla conferenza pubblica provenienti da 11 regioni italiane: sono i dati dell’evento che ha portato Padova al centro della scena internazionale sul tema dell’affido per quattro giorni (dal 9 al 12 settembre). Quali i risultati da considerare? Quali le criticità nel nostro e in altri paesi? Quale lo stato dell’arte in materia di tutela dei diritti dei minori? Sono molte e tutte importanti le domande su cui si è concentrato il meeting «Le forme dell’affido in Europa: cosa sappiamo degli esiti e delle condizioni di efficacia?», organizzato dalla Fondazione Emanuela Zancan con l’associazione internazionale per la valutazione di esito sull’infanzia e la famiglia (iaOBERfcs), la Fondazione Paideia di Torino e l’International Foster Care Research Network. L’evento - che si è posto in continuità con la conferenza internazionale organizzata dalla Fondazione Zancan a Padova nel 2008 dal titolo «Conoscere i bisogni e valutare l'efficacia degli interventi per bambini, ragazzi e famiglie in difficoltà» - segna l’apertura delle iniziative per i 50 anni della Fondazione Zancan (1964-2014), che culmineranno in un altro evento internazionale, a giugno 2014, sulle condizioni di efficacia della lotta alla povertà infantile. L’iniziativa internazionale si è divisa in due momenti: dal 9 all’11 settembre si è svolto il meeting annuale dell’International Foster Care Research Network, rivolto ai partner del network e ad altri esperti europei e italiani, mentre giovedì 12 l’auditorium del centro culturale Altinate San Gaetano ha ospitato una conferenza pubblica. In questa occasione l’Italia si è posta in una condizione di ascolto, convinti che si possa imparare molto dalle esperienze di altri paesi. È stato un confronto tra 15 paesi che ha offerto la possibilità di domandarci come e dove migliorare, per poter rispondere in modo efficace ai bisogni dei minori costretti a vivere separati dai loro genitori. Un primo spunto di riflessione è già sul tavolo: la necessità di smettere di parlare di «affido» in modo generico e superare l’approccio buonistico e ideologico, per passare a soluzioni tarate sui bisogni e sui problemi reali. L’affido di per sé è un’idea astratta e non esiste in realtà; invece esistono le diverse forme di accoglienza, da meglio commisurare ai problemi da affrontare. Troppo spesso si confonde la risposta «affido» con la soluzione dei problemi e come espediente per ridurre la spesa assistenziale. L’accoglienza familiare non è buona per definizione, dipende da come viene attuata, gestita, sostenuta, verificata. Dipende dal bene che è in grado di generare. I tassi di inefficacia e di sofferenza causati dagli affidi falliti devono renderci molto più consapevoli e responsabili delle scelte professionali e istituzionali per l’infanzia in difficoltà. Molti i nomi di rilievo tra i partecipanti al meeting, tra cui Luca Jahier, presidente III Gruppo Cese (Comitato economico e sociale europeo); Hans Grietens, presidente dell’Eusarf (European scientific association for residential and foster care for children and adolescents), Johan Vanderfaeillie, esperto dell’Università di Bruxelles; Klaus Wolf dell’Università di Siegen (Germania) e coordinatore dell’International Foster Care Research Network. I contenuti del meeting sono pubblicati nel volume «Le forme dell’affido in Europa: cosa sappiamo degli esiti e delle condizioni di efficacia?» a cura di Cinzia Canali e Tiziano Vecchiato. |
2.
Il welfare generativo e la promozione della salute in un convegno a Bologna |
Il welfare generativo è stato al centro del convegno «Prendersi cura della casa della salute, bene comune» organizzato dalla Fondazione Santa Clelia Barbieri nell’ambito delle «Giornate studio del Corno alle Scale». La nona edizione dell’iniziativa si è svolta il 26 e il 27 settembre a Bologna, nella sede della Casa della Misericordia. Ospite d’eccezione il professor Edgar Morin. Il dibattito si è concentrato sulle Case della salute, intese come luogo organizzato dei servizi sanitari e sociosanitari, e sull’integrazione dei sistemi di welfare nella comunità. Il punto di partenza del convegno era un'idea di salute creata e vissuta dalle persone all'interno degli ambienti della vita quotidiana. La salute è costruita prendendosi cura di se stessi e degli altri, essendo capaci di prendere decisioni e di avere il controllo sulle diverse circostanze della vita, garantendo che la società in cui uno vive sia in grado di creare le condizioni che permettono a tutti i suoi membri di raggiungere la salute. In questo quadro si inserisce un’attenzione specifica alle soluzioni basate sulla strategia di welfare generativo elaborata dalla Fondazione Zancan. Nasce dalla convinzione che ogni aiuto in grado di valorizzare le capacità della persona possa e debba diventare moltiplicatore di valore. Significa passare a un welfare a maggiore capacità e potenza, che diventa promotore di capacità personali e professionali, umane e sociali, capaci di rendimento e rigenerazione delle risorse a disposizione grazie alla maggiore responsabilizzazione da parte di ogni persona. La sfida è di trasformare l’attuale sistema di diritti soltanto individuali in «diritti sociali», cioè capaci di tutela individuale e solidalmente sociale, responsabilizzando molto di più i beneficiari sull’efficace utilizzo delle risorse a disposizione. |
3.
Rovereto approva il Piano per lo sviluppo del capitale e della coesione sociale |
Con un’ampia maggioranza il consiglio comunale di Rovereto ha approvato il «Piano per lo sviluppo del capitale e della coesione sociale - Linee di indirizzo per l’attuazione dei progetti». Il documento segna un radicale rinnovamento nel modo di concepire il welfare locale, poiché «ci indirizza a mettere in campo progetti innovativi per contribuire realmente alla costruzione di un welfare che da costo diventa investimento», come ha riassunto l’assessore alla Persona e Politiche familiari Fabrizio Gerola. È l’approccio del «welfare generativo» teorizzato dalla Fondazione «Emanuela Zancan», che ha collaborato all’estensione del piano. Il documento di fatto introduce una nuova politica che non si accontenta di ridistribuire le risorse, ma che si pone l’obiettivo di moltiplicarle e rigenerarle, andando oltre l’approccio assistenzialistico. Gli interventi sociali finalizzati al reale sviluppo della persona, e non alla sola assistenza, sono fondamentali per garantire la coesione e lo sviluppo del capitale sociale. La vera sfida, quindi, è realizzare progetti di sviluppo sociale che garantiscano un doppio rendimento: che rispondano con successo alle esigenze degli utenti, ma che sappiano anche creare risultati per la comunità e quindi capitale sociale. Un progetto di sviluppo sociale deve quindi rigenerare, rendere e responsabilizzare. Secondo questa logica gli stessi utenti dei servizi sociali che richiedono un aiuto economico, ad esempio, potranno essere invitatati a sottoscrivere un impegno per mettere a disposizione della città le loro capacità e competenze. È una nuova logica che dice alle persone: «non posso aiutarti senza di te» e che chiede a tutti un coinvolgimento attivo nell’affrontare i problemi che li riguardano. Serve un welfare in grado di promuovere le responsabilità e far fruttare le risorse a disposizione per aiutare di più e meglio. |
4.
Il futuro del volontariato in provincia di Rovigo |
I dati del Csv dimostrano che nel territorio polesano il volontariato è molto radicato, coinvolge migliaia di persone che aderiscono a centinaia di associazioni, spesso collegate fra loro in coordinamenti e Consulte locali. I cambiamenti sociali e culturali degli ultimi anni stanno mutando la natura e le attività delle associazioni: si moltiplicano i bisogni delle persone e si riducono le risorse disponibili, pertanto cambiano anche i bisogni dei volontari e le priorità delle organizzazioni. Il mondo del volontariato subisce un eccessivo carico di adempimenti amministrativi, tipici della burocrazia italiana e sconta la difficoltà a diffondere la cultura della solidarietà in un mondo in cui sembra prevalere l'individualismo. Non ultimo, in un contesto di precarietà e di crisi economica e valoriale è sempre più difficile coinvolgere stabilmente nuovi volontari, in specie i giovani. In questo scenario quali sfide attende il volontariato del futuro? Quali competenze si chiedono ai volontari? Quali condizioni garantiscono un rapporto virtuoso con le istituzioni? Queste e altre domande sono state al centro del convegno «Il Futuro del Volontariato» a cura di Consulta del Volontariato Sociale, Comune di Adria e Csv Rovigo (sabato 31 agosto 2013). L'iniziativa era inserita nell'ambito della 19^ Festa del Volontariato di Adria. Ha introdotto i lavori Massimo Barbujani, Sindaco Comune di Adria e Remo Agnoletto, Presidente Centro di Servizio per il Volontariato; Roberta Paesante, Presidente Consulta del volontariato sociale di Adria. Sono stati presentati i dati di una ricerca sul volontariato condotta dalla Fondazione Zancan. Sono inoltre intervenute delle Associazioni locali portando le loro esperienze.
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5.
On line il numero 4 di Studi Zancan |
È disponibile on line il quarto numero di Studi Zancan. Tiziano Vecchiato nel suo articolo parla della sostenibilità dei servizi per la prima infanzia come strategia per ridurre le disuguaglianze. Sottolinea la necessità di trovare nuove soluzioni per garantire risposte differenziate ai diritti di crescita e di educazione. I vantaggi si ripercuoterebbero non solo nei processi di crescita dei bambini ma anche nei livelli occupazionali e nelle condizioni di lavoro di entrambi i genitori. Anna Paola Lacatena si chiede se la violenza sessuale sia il prezzo da pagare per le donne tossicodipendenti. Presenta una ricerca condotta dal dipartimento dipendenze patologiche dell’Asl di Taranto, su di un campione della popolazione femminile in carico con l’obiettivo di indagare quanto la violenza sessuale possa essere causa dell’uso di sostanza e quanto quest’ultimo possa esporre la tossicodipendente a esserne vittima. Anna Ziliotto affronta il tema delle mutilazioni genitali, di recente dibattito italiano e internazionale, approfondendo in particolare quegli aspetti di manipolazione che rendono i corpi «aperti» alle relazioni familiari e sociali e «chiusi», cicatrizzati, in-scritti nella cultura alla quale appartengono. La sezione monografica è dedicata alla valutazione di esito dei servizi per la non autosufficienza, all’interno del laboratorio multicentrico PersonaLAB. Daniele Salmaso identifica le principali differenze metodologiche tra il Piano assistenziale individualizzato e il Piano personalizzato che utilizza la metodologia SP/FO. Definisce le competenze che gli operatori devono possedere per operare in una logica di progetto personalizzato e le difficoltà che devono superare per modificare le proprie modalità operative. Marilena Marzola riporta l’esperienza dell’Asp di Ferrara nell’utilizzo della metodologia SP/FO all’interno di un percorso più ampio di innovazione del Centro servizi alla persona. Un percorso che non si limita alla dotazione di nuovi strumenti, ma punta al cambiamento di mentalità, interessando tutto il sistema: amministratori, operatori e cittadini. In particolare PersonaLAB negli operatori di un centro diurno per persone con demenza ha permesso una crescita professionale in grado di stimolare nuove idee e mettere in circolo pensieri generativi, proteggendoli da quel senso di frustrazione che subentra quando si lavora con persone utenti destinate alla cronicità. Migliorano inoltre la credibilità, la visibilità esterna, la capacità relazionale con la famiglia che partecipa alla costruzione del progetto, ne comprende il senso, i cambiamenti e i risultati raggiunti. Tiziana Bonazzi e Patrizia Morelli focalizzano l’attenzione nell’ambito residenziale presentando due casi presi in carico con la progettazione personalizzata. Sottolineano come la metodologia utilizzata in PersonaLAB sia diventata parte integrante del protocollo dell’accoglienza e della progettualità individuale socio assistenziale della residenza. L’utilizzo delle scale di assessment geriatrico ha consentito inoltre di avere una visione globale della persona secondo una logica di «care» e ha consentito la continuità dell’assistenza superando la logica della prestazione. Cinzia Canali e Giancarlo Sanavio, nell’area della disabilità, affrontano in modo più approfondito il rapporto tra verifica e valutazione, grazie anche all’osservazione finalizzata a identificare specifici fattori osservabili e gestirli in modo da ottenere esiti migliori. L’utilizzo di fattori osservabili offre la possibilità di «rendicontare» alla persona utente, alla famiglia, alla committenza, agli operatori stessi ciò che si è ottenuto, anche se piccolo, secondo l’ottica dei «sensitive outcome». A completamento della monografia si riporta un elenco di alcune pubblicazioni in cui sono presentati e diffusi i risultati derivati dal laboratorio PersonaLAB. Gianfranco Bonesso presenta alcuni casi di integrazione culturale nel rapporto con le istituzioni e la società civile, nella convinzione che l’aspetto più critico, non è tanto come cambiare una istituzione pubblica affinché conosca e affronti il fenomeno dell’immigrazione, ma come potenziare e sperimentare processi collettivi di partecipazione, condivisione e avvicinamento ad un futuro di convivenza possibile. |
6.
Preadolescenza. Passaggio evolutivo da scoprire e da proteggere |
Gli adulti – genitori, insegnanti educatori – tendono a sottovalutare l’importanza e la delicatezza della fase evolutiva che prende il nome di preadolescenza. Invece il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, che corrisponde circa alla scuola media inferiore, presenta aspetti specifici e significativi nel percorso di crescita della persona. In un contesto sociale che tende a precocizzare il processo di crescita e a identificare questa fascia di età con una categoria di potenziali consumatori, ma a trascurare l’accompagnamento attento e rispettoso di ogni bambino che sta diventando grande, è importante cha la famiglia e la scuola si soffermino a considerare i bisogni e le potenzialità del preadolescente per offrirgli le condizioni più favorevoli per uno sviluppo sano e armonico. Di questo tratta il volume curato da Francesca Mazzucchelli «La preadolescenza. Passaggio evolutivo da scoprire e da proteggere» (Franco Angeli, 2013). Contenuti Introduzione (Francesca Mazzucchelli). Famiglie, ruoli genitoriali e le «turbolenze della crescita» (Elena Schnabl). Crescere oggi: ricerca e politiche sociali per la crescita positiva (Cinzia Canali, Tiziano Vecchiato). La povertà riduce la speranza di crescere (Maria Bezze, Cinzia Canali). La disciplina civilistica applicabile al minorenne preadolescente (Giovanni Tarzia). La sfida della preadolescenza: la conquista dell'identità di genere (Mariolina Ceriotti Migliarese). Preadolescenti: nuove amicizie e primi amori (Maria Giulia Olivari, Emanuela Confalonieri). Lo sviluppo puberale: come crescono maschi e femmine (Daniela Manzoni). La preadolescenza del ragazzo disabile (Francesca Corneli). Scuola e famiglia: un'alleanza che fa crescere (Paola Guidi). Lo sportello psicologico nella scuola media (Anna Arcari). L'orientamento scolastico e professionale (Francesca Mazzucchelli). Il processo diagnostico in preadolescenza (Elena Berselli, Giovanna Cereda, Margherita Lang). L'oratorio, un luogo di crescita per i preadolescenti. Identità e cambiamenti di uno strumento educativo e pastorale (Ugo Lorenzi). Difficoltà e risorse nella comunicazione televisiva riservata ai preadolescenti (Eleonora Fornasari, Maurizia Sereni). |
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Ultime pubblicazioni della Fondazione Zancan |
Canali C. , Vecchiato T. (a cura di) (2013), Le forme dell’affido in Europa: cosa sappiamo degli esiti e delle condizioni di efficacia?, Fondazione Zancan, Padova. Canali C. , Vecchiato T. (edited by) (2013), Foster care in Europe: what do we know about outcomes and evidence?, Fondazione Zancan, Padova. Bezze M., Canali C., Geron D., Vecchiato T. (2013), Servizi per la prima infanzia: risorse economiche e professionalità, Compagnia San Paolo e Fondazione Zancan, Padova. Bezze M., Canali C., Geron D., Vecchiato T. (2013), Services for children: economic and professional resources, Compagnia San Paolo e Fondazione Zancan, Padova. Canali C., Sica M. (a cura di) (2013), A servizio dei bambini: le risorse professionali ed economiche nei servizi per l'infanzia, Quaderno Idee condivise 2/2013, Compagnia San Paolo e Fondazione Zancan, Padova. Innocenti E., Vecchiato T. (a cura di) (2013), Volontariato e invecchiamento attivo, Quaderno Cesvot 65, Centro Servizi Volontariato Toscana, Pisa. Fondazione Emanuela Zancan onlus e Cooperativa sociale La Pietra d’Angolo (2013), La condizione sociale e lavorativa delle persone in situazione di svantaggio sociale nel Valdarno Inferiore, Cooperativa sociale La Pietra d’Angolo. FNP Cisl Toscana e Fondazione Emanuela Zancan onlus (2013), Welfare territoriale e non autosufficienza in Toscana. Il contributo del sindacato alla qualificazione dei percorsi assistenziali, FNP Cisl Toscana e Fondazione Zancan. |
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Strumenti di lavoro: 1 libro 1 euro |
Il servizio sociale, non inteso solo come professione, ma come disciplina che riflette sull'intervento sociale, è una scienza di sintesi che, per conoscere e interpretare le realtà delle persone, dei contesti sociali, delle reciproche relazioni e per intervenire su di esse, si rapporta a diverse discipline, approcci, metodologie, linguaggi, correnti di pensiero all'interno di esse. Nel volume presentato questo mese come strumento di lavoro «Solidarietà e soggetti: Servizio sociale e teorie di riferimento», a cura di Elisa Bianchi e Italo De Sandre, l’attenzione si è concentrata sul tema della solidarietà. Il volume può essere ritirato di persona (presentando la scheda scaricabile dal sito www.fondazionezancan.it) presso la nostra sede in Via Vescovado, 66 - Padova, dal lunedì al venerdì (8.30-13.00 e 14.00-17.00). Si può ricevere direttamente a casa, con spese a carico, a seguito di richiesta via fax (049663013) o tramite email (segreteria@fondazionezancan.it) compilando sempre la scheda. La richiesta va effettuata entro il 31 ottobre 2013. |
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