Radici culturali ed etiche di una socialità in evoluzione: il contributo di Alfredo Carlo Moro

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creato: 01 marzo 2006

Il 18 novembre è morto a Roma, dopo brevissima e grave malattia, il prof. Alfredo Carlo Moro, magistrato, fratello dell'onorevole Aldo Moro, ucciso dalle brigate rosse.
Dal 1980 è stato membro della Commissione episcopale «Giustizia e pace» e dal 1987 al 1997 vice presidente della stessa. Membro della Commissione per la riforma dell'Ordinamento giudiziario nominata dal Ministero di Grazia e Giustizia, nel 1968 gli è stato affidato l'incarico di costituire l'Ufficio Studi, documentazione e stampa del Consiglio superiore della Magistratura, con il compito di supportare la Commissione speciale per la riforma giudiziaria e l'amministrazione della giustizia. Dal 1969 al 1979 è stato presidente del Tribunale per i minorenni di Roma. Nel 1970 ha ottenuto l'istituzione di una Commissione per un organico progetto di riforma dei tribunali dei minori. Ha collaborato alla redazione di un progetto di riforma del diritto di famiglia quasi integralmente recepito dal Parlamento e alla revisione della legge sull'adozione speciale del 1969. Nel 1973 è stato eletto presidente dell'Associazione Giudici per i minorenni, della quale era stato tra i promotori.
E' stato tra i promotori dell'Associazione italiana per la prevenzione dell'abuso all'infanzia; nel 1984 ha fondato e diretto poi per dodici anni la rivista interdisciplinare «Il Bambino incompiuto. Per una nuova cultura dell'infanzia e dell'adolescenza».
Già dal 1976 ha avviato un'intensa collaborazione con la Fondazione Zancan di Padova, partecipando come esperto a seminari di studio, ricerca e formazione e coordinando una commissione di studio per la riforma del diritto minorile.
Su sua proposta nel 1995 il Ministero per gli Affari sociali ha costituito due organismi: un Osservatorio, costituito da esperti e rappresentanti dei vari ministeri e delle associazioni, per coordinare l'azione in materia minorile; un Centro, con compiti di analisi, documentazione e ricerca: il Centro nazionale di documentazione e analisi sull'infanzia e l'adolescenza, costituito presso l'Istituto degli Innocenti di Firenze, del quale è stato presidente fino al 2001. In quegli anni il Centro ha realizzato la prima banca dati esistente in Italia, una serie di ricerche e studi e rapporti per il Parlamento e l'Onu, ha promosso una cultura diffusa sull'infanzia e l'adolescenza con due riviste («Rassegna bibliografica» e «Cittadini in crescita») e una numerosa serie di quaderni monotematici, con rapporti internazionali, in particolare con i Paesi dell'Est Europa, per aiutarli a organizzare un sistema più efficace di protezione e promozione dei diritti dei minori. E' opera sua il codice deontologico per tutti gli operatori radiofonici e televisivi predisposto su incarico del direttore generale della Rai e adottato dall'azienda. Determinante è stata la sua collaborazione nel 1995, assieme a Telefono Azzurro e all'Ordine dei giornalisti, ala Carta dei diritti dei minori nella stampa («Carta di Treviso»), recepita poi nella legge che disciplina l'ordine.
Nel 1996 il ministro per gli Affari sociali gli ha affidato l'incarico di preparare con alcuni colleghi un disegno di legge per una riforma della legislazione in materia di adozione internazionale.
In seguito ha fatto inserire nel piano di azione del Governo l'impegno per una riforma dell'ordinamento giudiziario minorile, e ha predisposto un disegno di legge per l'istituzione di un difensore civico per l'infanzia, entrambi però mai realizzati.

I risultati delle numerose collaborazioni del prof. Moro con la Fondazione Zancan presto saranno pubblicati in un volume.
ALLEGHIAMO DI SEGUITO l'intervento di Alfredo Carlo Moro al seminario "Radici culturai, etiche e filosofiche di una socialità in evoluzione: verso quale sistema di welfare", organizzato dalla Fondazione Zancan a Malosco dal 26 al 29 settembre 2005.
La relazione, dal titolo "Il futuro è nelle nostre mani: appunti su un mondo in trasformazione", è pubblicata nel numero 6/2005 della rivista "Studi Zancan".
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