Nei giorni scorsi la sede estiva della Fondazione Zancan a Malosco, in provincia di Trento, ha ospitato il seminario di ricerca a invito dal titolo «Concorso tra “pubblico” e “privato” nella esigibilità ed effettiva tutela dei diritti sociali». Di seguito si riportano la sintesi e le riflessioni del coordinatore dell’iniziativa e del direttore della Fondazione.
Maurizio Giordano, presidente Uneba (unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale e componente del Cda della Fondazione Zancan:
«Strumenti, modalità, condizioni per un concorso tra struttura pubblica e risorsa privata nelle politiche sociali e ricadute sul piano della esigibilità ed effettiva tutela dei diritti sociali sono stati il tema del seminario svoltosi a Malosco.
La situazione finanziaria italiana presenta gravi criticità legate all’elevato debito pubblico e al ridotto tasso di crescita. Tutto fa ritenere che questa situazione si protrarrà nel prossimo futuro con negative ripercussioni sui servizi socioassistenziali e sociosanitari (ma, più in generale, sul complesso della spesa pubblica) ponendo nuovi interrogativi sui modi di intendere e praticare la sussidiarietà e la solidarietà. La Fondazione ha già approfondito in seminari e in studi apparsi sulla rivista «Studi Zancan» il tema della compartecipazione alla spesa da parte degli utenti e delle famiglie. Tuttavia, nuovo è l’approccio del concorso «costitutivo» sotto il profilo sia delle strutture, sia delle fonti di finanziamento (diretto, come apporto dei privati; indiretto, attraverso la leva fiscale). Come può il patrimonio di servizi, disponibilità di persone e organizzazioni, progettazione, capacità di rilevazione, monitoraggio e controllo, potenzialità finanziarie e patrimoniali del terzo settore essere parte costitutiva di un sistema di sicurezza sociale «pubblico-privato»? E come si concilia tutto questo con la tutela sociale dei diritti dei cittadini, che storicamente e concettualmente ha sempre visto come soggetto obbligato la pubblica amministrazione?
Nel seminario si è prospettato un rovesciamento del concetto di sussidiarietà, che vede quale primo protagonista il cittadino e le formazioni sociali cui lo stesso dà vita. Inoltre, si sono approfonditi alcuni modelli di collaborazione tra pubblico e privato in corso di realizzazione e nuovi contenitori di risorse private (non solo finanziarie, ma anche di senso e di relazione). Infine, si è anche analizzato un possibile schema procedimentale per la realizzazione di tale collaborazione».
Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan:
«Il momento attuale di crisi, di tagli alle risorse, di difficoltà dei servizi potrebbe far dire che non è più tempo di diritti. Invece, proprio questo è il banco di prova per l’attuazione di un sistema basato sull’incontro fra diritti e doveri, a tutela dei più deboli. Per questo proprio oggi la collaborazione tra pubblico e privato può aiutare a evidenziare che non ci possono essere diritti senza i doveri di tutti. Di più: una maggiore e migliore collaborazione tra pubblico e privato può generare maggiore coesione sociale anche in una fase di crisi e può evidenziare come potenziare il rendimento delle risorse di welfare».