In attesa della marcia “SilenziosaMente” organizzata a Roma per dire basta ai suicidi per colpa della crisi (mercoledì sera, 18 aprile), oggi a Padova è la Fondazione Emanuela Zancan a prendere posizione sulla questione, ponendo l’accento sulla carenza di servizi in grado di dare una prima risposta di aiuto. Il direttore della Fondazione, Tiziano Vecchiato, sottolinea infatti che “i servizi sociosanitari sono impreparati a dare sostegno psicosociale alle persone che si trovano in queste condizioni”. E aggiunge: “In un momento di così grande difficoltà le persone devono sapere di poter contare su qualcuno che può ascoltarli”. Sono poche, ad oggi, le esperienze in questo senso e tutte nate spontaneamente dalle forze del territorio. “Non sarà questa la soluzione al problema degli imprenditori - ammette Vecchiato -, ma la garanzia di un aiuto possibile sarebbe già un elemento fondamentale per dare sostegno di chi si sente solo e abbandonato”. Sul senso di abbandono e di solitudine insiste il presidente della Zancan, mons. Giuseppe Benvegnù-Pasini: “Il suicidio è una reazione al dramma dell’isolamento - commenta -. La solidarietà mancata è un grande dramma sociale”.
Pasini interviene anche sulla spinosa questione dei funerali negati dalla Chiesa ai suicidi: “Bisogna distinguere tra il principio teologico in base al quale la vita è un dono e deve essere rispettata e l’aspetto più concreto e psicologico - spiega -: quando una persona arriva a un gesto simile deve aver vissuto uno sconvolgimento enorme che impedisce un giudizio oggettivo e questo va tenuto presente”. Secondo Pasini acconsentire al funerale cristiano è “un atto di misericordia” perché “si deve tener conto della personalità della persona, non valutandola su quell’ultimo gesto estremo”.