Con un’ampia maggioranza il consiglio comunale di Rovereto ha approvato, mercoledì in tarda serata, il «Piano per lo sviluppo del capitale e della coesione sociale - Linee di indirizzo per l’attuazione dei progetti». Il documento segna un radicale rinnovamento nel modo di concepire il welfare locale, poiché «ci indirizza a mettere in campo progetti innovativi per contribuire realmente alla costruzione di un welfare che da costo diventa investimento», come riassume l’assessore alla Persona e Politiche familiari Fabrizio Gerola. È l’approccio del «welfare generativo» teorizzato dalla Fondazione «Emanuela Zancan», che ha collaborato all’estensione del piano.
Il documento di fatto introduce una nuova politica che non si accontenta di ridistribuire le risorse, ma che si pone l’obiettivo di moltiplicarle e rigenerarle, andando oltre l’approccio assistenzialistico. «Gli interventi sociali finalizzati al reale sviluppo della persona, e non alla sola assistenza, sono fondamentali per garantire la coesione e lo sviluppo del capitale sociale» precisa l’assessore. La vera sfida, quindi, è realizzare progetti di sviluppo sociale che garantiscano un doppio rendimento: che rispondano con successo alle esigenze degli utenti, ma che sappiano anche creare risultati per la comunità e quindi capitale sociale. «Un progetto di sviluppo sociale deve quindi rigenerare, rendere e responsabilizzare - incalza Gerola -. Secondo questa logica gli stessi utenti dei servizi sociali che richiedono un aiuto economico, ad esempio, potranno essere invitatati a sottoscrivere un impegno per mettere a disposizione della città le loro capacità e competenze».
«È una nuova logica che dice alle persone: ‘non posso aiutarti senza di te’ - spiega il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato - e che chiede a tutti un coinvolgimento attivo nell’affrontare i problemi che li riguardano. Serve un welfare in grado di promuovere le responsabilità e far fruttare le risorse a disposizione per aiutare di più e meglio».