La Fondazione Zancan di Padova e la Fondazione Paideia di Torino (che da quindici anni opera nel campo della disabilità e del disagio infantile) hanno promosso due seminari residenziali di ricerca che si sono svolti a Malosco (Tn), nella settimana dal 15 al 21 giugno.
Ai seminari hanno partecipato una trentina di esperti: professori universitari, dirigenti regionali e di aziende sanitarie, responsabili e operatori di servizi e di progetti sociali e sociosanitari, responsabili di enti non profit, di Ong e di associazioni di famiglie e di persone con disabilità, docenti curricolari e di sostegno, referenti di uffici scolastici regionali e provinciali.
Il primo seminario ha preso in esame i bisogni delle famiglie con figli in età evolutiva con disabilità. Sono state condivise le problematiche più ricorrenti connesse alla comunicazione della disabilità, alle dimissioni dall’ospedale, all’avvio del percorso terapeutico, all’ingresso nella scuola, alla costruzione del progetto globale di vita e del Progetto educativo individualizzato.
Per ciascuna di queste situazioni sono state analizzate le criticità dal punto di vista della famiglia e non solo del bambino, e sono stati messi a fuoco i bisogno sociali corrispondenti. Sono state pensate delle ipotesi di risposta capaci di attivare le famiglie in una prospettiva di protagonismo e non di delega, con attenzione all’esigenza di considerare la globalità della famiglia e non solo la relazione dei genitori con il figlio con disabilità.
Inoltre, sono state prese in esame le diverse forme di auto-organizzazione tra famiglie, dai gruppi di auto-aiuto alle associazioni di categoria (riferite, cioè, alla specifica disabilità), considerandole una modalità della famiglia di essere protagonista della vicenda e della storia che si trova a vivere. Alla base di queste esperienze si possono cogliere, normalmente, alcune dinamiche relazionali: l’accoglienza e il rispetto reciproco incondizionato, la sospensione del giudizio, il rispetto dei tempi di ciascuno per rafforzare l’identità parentale attraverso la condivisione, e il concorso e apporto di tutti. Le esperienze sono state analizzate in relazione al soggetto promotore, al ruolo del facilitatore (se presente), alla direzione intrapresa, all’oggetto di attenzione, alle ricadute per il bambino, per la famiglia e per la comunità.
Il secondo seminario ha preso in esame il tema dell’integrazione nella scuola degli alunni con disabilità. Nel seminario è stato possibile ripercorrere le tappe più importanti del percorso che da trent’anni caratterizza l’esperienza italiana di integrazione in una logica inclusiva, cioè dei bambini con disabilità nelle classi insieme agli altri alunni.
Sono state attentamente considerate le conseguenze delle nuove indicazioni internazionali per la certificazione della disabilità e le problematiche operative che famiglie e associazioni esprimono circa l’adeguatezza dei supporti che la scuola offre ai bambini con disabilità.
Il seminario ha analizzato sia la recente Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità (approvata il 13 dicembre 2006 e firmata il 30 marzo 2007), in fase di recepimento in Italia, sia il Documento d’Intesa del 20 marzo 2008 tra Governo, Regioni, Province autonome di Trento e Bolzano, Province, Comuni e Comunità montane in merito alle modalità e ai criteri per l’accoglienza scolastica e la presa in carico dell’alunno con disabilità (Intesa ai sensi dell’art. 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131), sia il testo di proposte di legge di riforma dell’organizzazione della scuola.
L’ottica dal quale si è svolta l’analisi è quella del contributo diretto dell’alunno con disabilità al processo di riforma, in una logica di piena partecipazione dei bambini con disabilità alla vita di tutta la scuola e di esigibilità del diritto all’istruzione.