L’intervista di Stefano Arduini a Tiziano Vecchiato sul progetto anticipato dal presidente dell'Istituto di previdenza Tito Boeri: «Bisogno cambiare approccio, non provare a aggiustare un sistema che non funziona» (pubblicata su Vita 15 aprile 2015)
Reddito minimo per i 55/65enni che una volta perso il lavoro si trovano progressivamente in condizioni di povertà. Questo il piatto forte del pacchetto di proposte che il presidente dell’Inps Tito Boeri presenterà al tavolo del governo il prossimo giugno. Una proposta che non convince a pieno uno dei massimi esperti di politiche sociali in Italia, il direttore della Fondazione Zancan di Padova Tiziano Vecchiato.
Perché?
Io parto da questo ragionamento. Se c’è un problema per gli esodati e si introduce una misura a loro sostegno va bene. E lo stesso vale per chi si ritrova ad essere disoccupato nella fascia di età indicata da Boeri. Dare un sostegno anche a loro mi sembra giusto. Ma questo non può essere il cavallo di Troia per dire di aver risolto il problema di chi non ha reddito per vivere. Se l’Inps avanza una proposta per mettere una toppa, va bene. Ma per favore, intendiamoci: non è questa una politica contro la povertà. Anche perché i numeri dicono altro.
Ovvero?
Dicono che fra il 2011 e il 2013 i poveri sono praticamente raddoppiati e la maggior parte di loro sono minori. Ma ad affrontare emergenze come queste non può essere un tecnico, anche se preparatissimo
Manca la politica, quindi?
Non si può continuare a fare aggiustamenti a un meccanismo che non funziona. Occorre che la politica ragioni a bocce ferme e decida di affrontare a livello sistemico il problema