Infanzia e politiche multiculturali

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creato: 27 maggio 2015

TAGS: famiglie infanzia poverta immigrazione

La percentuale di residenti stranieri (intesa come popolazione residente con cittadinanza non italiana) sul totale dei residenti in Italia, al 1 gennaio 2014, era pari all’8,1%. Varia in misura significativa lungo due dimensioni: geografica e anagrafica. Sul piano territoriale, l'incidenza della popolazione straniera è nettamente superiore nelle regioni del Centro-Nord. Sul piano anagrafico, la percentuale di “stranieri” è superiore alla media tra le fasce più giovani della popolazione. In particolare, considerando i minorenni (0-17enni) l’incidenza a livello nazionale è pari al 10,7%, percentuale che cresce al 13,9% tra i bambini di età 0-5 anni e aumenta ulteriormente (al 14,8%) tra i bambini di età inferiore ai 3 anni. Tra i bambini con meno di 6 anni, l’incidenza dei residenti con cittadinanza straniera è massima (oltre un bambino su cinque) in Emilia-Romagna (22,3%), Lombardia (20,8%) e Veneto (20,2%). Nell’arco del decennio (2004-2014), la quota di residenti stranieri è andata aumentando ovunque, di quasi 5 punti percentuali a livello medio nazionale. Tra i bambini con meno di 6 anni, l’incidenza è aumentata di 8,3 punti percentuali (di 8,6 tra i più piccoli di età 0-2 anni), con picchi di incremento oltre i 10 punti percentuali in Emilia-Romagna (+11,8 punti), Liguria (+11,3), Lombardia (+11,1), Veneto (+11) e Piemonte (+10,6).

È con questi numeri che si è aperto il sesto seminario del progetto Tfiey Transatlantic Forum on Inclusive Early Years dedicato al tema “MULTILINGUISMO E SVILUPPO DELLE IDENTITÀ CULTURALI NELLA PRIMA INFANZIA” (Reggio Emilia, 25-26 maggio), ospite del Centro Loris Malaguzzi-Reggio Children e organizzato dalla Compagnia di San Paolo in collaborazione con Fondazione Zancan e le altre fondazioni coinvolte nel progetto: Fondazione Cariplo, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e Fondazione CON IL SUD.

“Obiettivo del seminario – ha specificato Marzia Sica della Compagnia di San Paolo - è confrontarsi su  vantaggi e svantaggi degli attuali modelli di educazione, sulle strategie di multilinguismo e/o prassi per promuovere la cultura, l’identità e l’integrazione, sulle politiche e risorse necessarie per supportare lo sviluppo dell’identità multiculturale nei bambini e nelle famiglie, sulla formazione dei professionisti che lavorano con i bambini di diverse culture e dei policy makers per la costruzione di un'educazione inclusiva, sull’individuazione di strategie inclusive per migliorare i servizi per i bambini, in particolare quelli provenienti da famiglie migranti e a basso reddito”.

Le analisi della Fondazione Zancan mostrano che l’aumento della spesa sociale non è correlato all’aumento della popolazione immigrata ma ai bisogni dell’intera popolazione. In particolare le politiche multiculturali non influiscono sull’aumento della spesa e, anzi, la rendono produttiva in chiave futura. “La regione che ha registrato l’aumento più significativo della spesa sociale pro capite (la Sardegna), ha avuto il minore incremento di popolazione immigrata, e risulta avere una propensione medio-bassa all’adozione di politiche multiculturali – ha chiarito Cinzia Canali, ricercatrice della Fondazione Zancan -; la Provincia Autonoma di Bolzano, che ha il più alto indice di propensione all’adozione di politiche multiculturali e un discreto aumento della popolazione immigrata, ha avuto il minor incremento di spesa sociale, con tassi positivi di sviluppo”.

I risultati del seminario saranno portati al forum internazionale previsto a luglio 2015 a Washington.

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