Il sesto meeting del progetto TFIEY ha riunito ricercatori, politici, avvocati minorili, operatori e dirigenti di servizi sociali sanitari educativi, pubblici e privati, per ragionare sul tema del multilinguismo e delle identità nella prima infanzia.
Secondo Marzia Sica della Compagnia di San Paolo che coordina il TFIEY in Italia “è stata molto importante la presenza dei referenti italiani: la condivisione di esperienze e conoscenze su questo tema molto delicato può portare allo sviluppo di strategie locali più inclusive ed efficaci. Tanti interventi hanno evidenziato la difficoltà di intraprendere politiche inclusive in questo particolare momento storico, ma altrettanti interventi hanno dimostrato che la messa in comune di esperienze positive, molte delle quali realizzabili anche con investimenti finanziari ridotti, può rafforzare la presa di coscienza e la consapevolezza che si tratta di una questione da affrontare con serietà, rigore e con i giusti tempi”.
Anche l’Unione Nazionale delle Camere Minorili, rappresentata da Grazia Ofelia Cesaro, Presidente della Camera Minorile di Milano e Responsabile scientifico del Settore Internazionale dell’Unione Nazionale Camere Minorili, commenta la partecipazione al sesto meeting del Transatlantic Forum on Inclusive Early Yearsche che si è svolto a Washington DC dall’8 al 10 luglio 2015: “E’ emerso chiaramente da tutte le presentazioni, le esperienze e le visite sul campo che le questioni del multilinguismo, delle identità culturali e delle diversità in generale non devono più essere viste come un problema bensì come una risorsa e una ricchezza da far fruttare e mettere a disposizione di tutti i bambini. Solo un investimento in questa direzione può portare alla costruzione di una società inclusiva che non solo integra ma arricchisce i cittadini, di tutte le età”.
Considerare questa ricchezza diventa una necessità quando si tratta di entrare nel target del Forum Transatlantico: bambini provenienti di famiglie a basso reddito e/o immigrati (www.tfieyitalia.org): “C’è bisogno di ‘cultura multiculturale’ affidata ai bambini e a chi nativamente impara a viverla, ad esprimerla e ad esprimersi, con i propri coetanei. Per i bambini poveri questa possibilità è però razionata e non è sempre alla loro portata. Per molti di loro non poter accedere ai servizi 0-3 è negazione di opportunità. Li espone, molto di più dei loro coetanei, ai rischi di una disuguaglianza particolare. Non è quella superabile con maggiori capacità economiche, ma quella più profonda che riduce la loro speranza di futuro” è il commento di Cinzia Canali, ricercatrice della Fondazione Zancan “anche a loro dobbiamo dar voce”.