L'emergenza minori? Spesso è solo nella testa dei genitori

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creato: 19 ottobre 2015

TAGS: famiglie infanzia adolescenza

Per i ragazzi futuro significa crescere realizzando i propri sogni. Ma non è facile crederci in una società poco accogliente. Le generazioni che li hanno preceduti non trovano lavoro, mentre nonni e genitori possono contare su un welfare che con i più giovani è poco generoso. Il mondo della ricerca parla di fattori di rischio, di problemi, di pericoli da evitare. Sono le paure degli adulti. Orientano i modi di educare e accompagnare la transizione dall’infanzia all’età adulta. Ma come pensare diversamente? Ci sta provando lo studio Crescere (www.crescerebene.org). L’acronimo significa “Costruire Relazioni ed Esperienze di Sviluppo Condivise con Empatia, Responsabilità, Entusiasmo”. È possibile farlo in modo discreto, ascoltando? La sfida è pensare la crescita in modo positivo. Solo così è possibile evitare la profezia che si autoadempie.

È possibile crescere bene?

Alcuni studi longitudinali se ne stanno occupando: CONAMORE (Conflict And Management Of Relationships), RADAR (Research on Adolescent Development And Relationships), ALSPAC (Avon Longitudinal Study of Parents and Children), Children’s Worlds: International Survey of Children’s Well-Being (ISCWeB). Ascoltano i ragazzi in Usa, Brasile, Inghilterra, Germania, Honduras, Israele, Palestina, Romania, Sud Africa, Spagna, Turchia… Una domanda li accomuna: come crescere bene? Per lo studio “Crescere” il problema è rendere possibile l’ascolto, in collaborazione con 84 comuni in provincia di Padova e Rovigo, fondazioni di erogazione e ricerca (Cariparo, Zancan, Città della Speranza, Bortignon, De Leo, Oic …), i garanti nazionali e regionali dell’infanzia, aziende sanitarie. La sfida è: i ragazzi dagli 11 fino ai 18 anni sono disposti a parlare di cosa pensano, cosa fanno, cosa li rende felici? La possibilità dipende dalla credibilità, delicatezza e riservatezza di chi chiede e se ragazzi e genitori sono interessati a conoscere le potenzialità del “crescerebenetutti”.

Sentirsi liberi di parlarne

Crescere è uno spazio in cui sentirsi liberi di esprimersi senza essere giudicati. “Per me è bello sapere che qualcuno crede in noi” dice un ragazzo, “Mi piace perché fa riflettere e posso esprimere le mie opinioni senza che nessuno le sappia e intervenga”. I ragazzi ci dicono molte cose. Per 8 su 10 è “facile/molto facile” parlare con la madre di cose che contano. Avviene per 6 su 10 con il padre, ma per 4 su 10 è “difficile/molto difficile”. Uno su quattro è sovrappeso. 8 su 10 fanno colazione prima di andare a scuola. 8 su 10 si collegano a internet tutti i giorni, utilizzano Whatsapp (89%), Instagram (52%) e Facebook (34%). 9 su 10 hanno fiducia nelle proprie capacità e pensano di valere almeno quanto gli altri. 8 su 10 si sentono soddisfatti di quello che sono. La scuola piace a 7 su 10. Soltanto per il 10%  è fonte di stress. Il 75% si sente accettato in classe. Il 56% si sente trattato in modo giusto dagli insegnanti. Sono messaggi positivi che indicano la strada. Compongono un mosaico molto vasto in cui c’è posto per parlare di emozioni, amicizia e tanto altro. Parla di futuro positivo, anche a chi non vuol ascoltare.

Fonte: Rubrica Welfarismi di Tiziano Vecchiato, Vita, ottobre 2015

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