Il sistema di welfare e, in particolare, l'assistenza alle persone con disabilità hanno subito, negli anni, profondi cambiamenti: fanno i conti con la sempre più difficile sostenibilità dei servizi e con la minore presenza delle famiglie in qualità di caregiver. Sono problematiche che richiedono, oggi più che mai, una profonda ridefinizione del sistema assistenziale. Di questo si è discusso lo scorso venerdì nell'ambito del convegno «(In welfare) we Trust», svoltosi a Selvazzano Dentro, in provincia di Padova, promosso dal Consorzio di cooperative sociali Ccs, dalla Fondazione F3 «Famiglia, fiducia, futuro» e La Bottega del Possibile.
Il direttore della Fondazione Emanuela Zancan, Tiziano Vecchiato, ha delineato in questa sede possibili soluzioni di «Trust generativo». Potranno essere sviluppati in alternativa agli approcci assicurativi di Trust che, pur positivi, non garantiscono abbastanza rendimento alle risorse investite. Si tratta in particolare di meglio valorizzare i potenziali messi a disposizione dalle persone e dalle famiglie, così da incentivare altre risposte solidali necessarie per dare fiducia e futuro alle persone che affrontano il «dopo di noi durante noi».
«Welfare generativo significa superare i limiti di un sistema di welfare basato sull’assistenzialismo, con soluzioni che comportano un coinvolgimento attivo delle persone e delle famiglie – sottolinea Vecchiato -. Significa andare verso diritti realmente sociali, cioè a “dividendo sociale”, integrando l’idea di esigibilità dei diritti con quella del loro rendimento personale e sociale».
«Ancora una volta, come trent’anni fa, - sottolineano i promotori del convegno - nella costruzione del welfare si devono anteporre gli obiettivi strategici a quelli tecnici, consapevoli che nessun bisogno individuale può trovare risposte sufficienti, senza condivisione sociale del valore e del rendimento delle risorse investite, con soluzioni più solidali».
Sostieni l'attività della Fondazione E. Zancan con una donazione