Troppi bambini poveri e aiuti inefficaci

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creato: 17 novembre 2016

TAGS: famiglie assistente sociale infanzia poverta adolescenza

La Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, con il Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie con delega alla famiglia, l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri, il Consiglio nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali, il Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi insieme per “Progettare il futuro di bambini e adolescenti tra opportunità e disagio” nella “Giornata nazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

A fare il punto sulla situazione ha contribuito la ricerca realizzata dalla Fondazione Zancan in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli assistenti sociali. È stata realizzata in tutto il territorio nazionale nell’ambito del progetto Transatlantic Forum on Inclusive Early Years (wwwtfieyitalia.org). Ha interessato più di 10mila bambini 0-6 in condizioni di povertà e grave deprivazione. A chiedere aiuto sono soprattutto i genitori (37%), i servizi per la giustizia (26%), i servizi per la prima infanzia (13%). I motivi sono: incapacità genitoriali, abbandono e maltrattamento, crisi familiari (38%), socializzazione inadeguata (29%), difficili condizioni abitative e mancanza di cibo, vestiario e beni di prima necessità (29%). Gli aiuti sono soprattutto trasferimenti economici diretti (38%) e per agevolare l’accesso ai servizi (26%), sono anche aiuto professionale (31%).

Ma tutto questo basta, serve? Il giudizio degli assistenti sociali che hanno collaborato alla rilevazione nazionale è incerto sui trasferimenti economici (giudicati nel 17% dei casi “per niente utili” rispetto al 22% che li ritengono “molto utili”), è sicuro sugli aiuti economici per facilitare l’accesso ai servizi (97% abbastanza e molto utile), sull’inserimento nei servizi prima infanzia (80% molto utile), sulle attività di socializzazione (72% molto utile). In tema di aiuto professionale ai genitori sanno che “potrebbe essere molto utile” ma le risorse e gli organici professionali sono carenti e spesso rendono molto difficile l’aiuto che aiuta ad aiutarsi. Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan, dopo aver presentato questi risultati ha concluso: “Ribadiscono le evidenze internazionali riguardanti il welfare che funziona: ogni punto di Pil investito in servizi può ridurre la povertà fino al 2,3% e la povertà infantile fino al 75%. Non ci sono alternative alla riconversione della spesa sociale. Ma questa “riforma” non è all’ordine del giorno e quasi tutti gli sforzi sono concentrati sul se e come incrementare i trasferimenti economici. I bambini poveri possono aspettare? Ne va del loro futuro”.

Il progetto Transatlantic Forum on Inclusive Early Years è coordinato dalla Fondazione Re Baldovino (Belgio) e promosso in Italia da Compagnia di San Paolo, con Fondazione Cariplo, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e Fondazione CON IL SUD.

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