1.

Usare le prove di efficacia nei servizi per l’infanzia e la famiglia: cosa ci insegnano gli altri paesi

Quanto sappiamo delle condizioni sociosanitarie ed educative dei figli e dei loro genitori nei servizi per l’infanzia e la famiglia? La ricerca ha spesso privilegiato la valutazione di processo e l’efficienza. È invece importante investire anche in sperimentazioni e progetti che valutano l’efficacia e l’impatto dei servizi e degli interventi dedicati ai bambini e alle famiglie.
È in questo contesto che si svolge la conferenza internazionale sul tema «Usare le prove di efficacia nei servizi per l’infanzia e la famiglia: cosa ci insegnano gli altri paesi» (Bolzano, 29 giugno 2011).
La conferenza è organizzata in collaborazione con la Libera Università di Bolzano, l’International Association for Outcome-based Evaluation and Research on Family and Children’s Services, il Comune di Bolzano e il patrocinio di Eassw European Association of Schools of Social Work e della Provincia Autonoma di Bolzano. La conferenza è rivolta a tutte le persone impegnate nei servizi per l’infanzia e la famiglia.
I crediti assegnati dal Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali sono 7 (sette).
Con questa conferenza la Fondazione Zancan vuole contribuire agli sforzi che comunità scientifica e operatori stanno portando avanti per dare risposte più appropriate ed efficaci ai molti problemi dell’infanzia e della famiglia.
Il depliant e la scheda di iscrizione sono scaricabili dal sito www.fondazionezancan.it

2.

La povertà in Sardegna: dimensioni, caratteri e risposte

La povertà è un problema che, soprattutto a seguito della crisi economica, ha assunto un’importanza crescente in termini quantitativi, diventando una vera e propria emergenza sociale. Il fenomeno, che in Italia tocca oltre 8 milioni di persone, è presente anche in Sardegna, dove sono migliaia le famiglie in condizione di bisogno. Per questo Sardegna Solidale ha deciso di avviare uno studio, realizzato dalla Fondazione Zancan (con un duplice obiettivo: fare il punto su quanto, come e con quali risorse si lotta contro la povertà in Sardegna e monitorare il fenomeno, le risposte, le condizioni di efficacia, con il coinvolgimento della rete del volontariato sardo.
I primi risultati. La povertà in Sardegna è in forte crescita soprattutto negli ultimi anni. Nel 2002 la percentuale di famiglie povere in regione era del 17,1%, valore rimasto sostanzialmente stabile fino al 2007, quando ha subito un’impennata arrivando a quota 22,9%. Nel 2008 è tornano a scendere (19,4%) per fermarsi nel 2009 (ultimo dato disponibile) a 21,4%. Dati, questi, ben al di sopra della media nazionale, che dal 2002 non ha mai superato il 12%, anche se rimangono al di sotto della media del Mezzogiorno (22%). Il fenomeno riguarda 146 mila famiglie. La rete dei volontari sardi ci dice che nell’ultimo anno la povertà è cresciuta a livelli di emergenza sociale, con caratteristiche multidimensionali: la persona è privata di risorse, mezzi, scelte, sicurezza, possibilità di usufruire di un livello di vita sufficiente, oltre che di poter fruire di diritti civili, culturali, economici, politici e sociali. È una vera e propria esclusione sociale che penalizza soprattutto le famiglie con figli e le nuove generazioni.
Le azioni istituzionali. La ricerca considera anche le scelte della Regione ultimi 6 anni (2005-2011) e la quantità di risorse destinate alla lotta alla povertà e al disagio economico. Risulta notevole la produzione di norme e atti deliberativi che prevedono sussidi economici. Se da una parte questo può sembrare positivo, dall’altra la mancanza di una regia unitaria costringe gli enti locali e i servizi a un notevole lavoro di valutazione delle domande e di impegno amministrativo per erogare i contributi senza che ad essi vengano associati interventi di aiuto e accompagnamento professionale. Il rischio è di erogare risorse a chi non ne ha veramente bisogno, di premiare chi sa fare meglio le domande, di incentivare la passività e la dipendenza assistenziale. Inoltre, l’assenza di valutazione d’impatto degli interventi ostacola la realizzazione di politiche di contrasto adeguate ed efficaci.
Le risorse che i comuni della Sardegna destinano alla povertà sono notevoli: in termini pro capite sono il doppio di quello che mediamente viene erogato (70 euro rispetto a 34 della media italiana). Questo dato ci descrive il potenziale che il territorio avrebbe per politiche di lotta alla povertà più efficaci, cioè capaci non solo di aiutare ma anche di far uscire le persone e le famiglie da queste condizioni. La vera sfida non è quella di aumentare le risorse a disposizione, ma di incrementare il loro rendimento, verificando l’efficacia delle politiche e il loro impatto.
I prossimi report. Nei rapporti che Sardegna Solidale pubblicherà nei prossimi mesi, verranno evidenziate nel dettaglio le dimensioni del problema, i caratteri delle risposte presenti nei diversi territori e i potenziali di miglioramento nell’uso delle risorse. È un contributo di cittadinanza che il volontariato mette a disposizione per facilitare e promuovere nuove forme di valutazione partecipata delle politiche di inclusione sociale.

3.

Esclusione sociale e Costituzione

In occasione del convegno «Emarginazione, povertà e giustizia sociale», in ricordo di don Franco Geronazzo (Padova, 28 maggio), si riportano alcuni stralci della relazione di Monsignor Nervo sulla lotta all'esclusione sociale non solo come «dovere morale», ma soprattutto come precetto della nostra Costituzione. «Come cristiani dimentichiamo il Vangelo che ci dice che siamo tutti fratelli, perchè figli dello stesso Padre, che è Dio. L’unica preghiera che ci ha insegnato Gesù comincia così: ‘Padre nostro che sei nei cieli’. Come cittadini dimentichiamo la Costituzione che all’articolo 3 dice che abbiamo tutti uguale dignità sociale. Lo Stato promuove l’uguaglianza sociale e contrasta l’emarginazione in molti modi, con le leggi e le istituzioni. Uno strumento fondamentale è la scuola. L’articolo 34 della Costituzione dice che «la scuola è aperta a tutti, l’istruzione inferiore impartita per almeno otto anni è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli anche se poveri di mezzi hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio (…) che devono essere attribuite per concorso».
Tra i «potenziali» esclusi ci sono anche i giovani, perché se non riescono a trovare lavoro, o ne trovano solo uno precario, sono esclusi da un diritto che la Costituzione sancisce formalmente: «La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto» (art. 4). È singolare che il Parlamento in questi ultimi anni non abbia mai affrontato seriamente e responsabilmente questo problema. Le conseguenze sono disastrose: molti giovani non possono darsi un progetto di vita, fare un mutuo per la casa, creare una famiglia, mettere al mondo dei figli. Senza i giovani il mondo non ha un futuro.
Gli immigrati sono un’altra «categoria» a rischio, ma nessuno sembra preoccuparsene. Sugli immigrati purtroppo la linea politica del governo non è per l’inclusione, ma per l’esclusione, il rifiuto. Al di là del problema morale, di etica civile, che almeno tutti i cristiani dovrebbero porsi, è una politica miope che non guarda a quello che sta cambiando nel mondo né al futuro. Noi siamo un popolo vecchio, abbiamo bisogno di loro.
È certamente un problema complesso che va governato con saggezza, umanità e lungimiranza. Ma non si governa con i respingimenti e sparando sui barconi. È strano che ci dimentichiamo così facilmente che siamo stati un popolo di emigranti e che abbiamo sperimentato la sofferenza dell’emigrazione.
C'è chi vuole cambiare la Costituzione, ma nel caos politico in cui stiamo vivendo, quasi l’unico punto di sicurezza è il riferimento alla Costituzione e il presidente della Repubblica che la richiama costantemente. Dovrebbe far riflettere il fatto che nei vari sondaggi sul gradimento dei personaggi politici il più alto lo ha sempre il presidente della Repubblica.
E poi perché si dovrebbe cambiare? ‘Perché con questa Costituzione non si può governare’, come ha detto il presidente del Consiglio? Piuttosto che pensare di cambiare la Costituzione non sarebbe più saggio e più utile agli italiani che chi ha responsabilità la applicasse fedelmente?»

4.

Organizzazioni di volontariato e valutazione

Continua il percorso avviato nel 2009 con la ricerca «Il futuro del volontariato». Lo studio che è ora in atto focalizza l’attenzione su un altro aspetto centrale, qual è la valutazione delle attività realizzate dalle associazioni di volontariato.
Il tema della valutazione, anche se in passato non ha avuto sufficiente spazio, è certamente molto attuale e di grande prospettiva per l’evoluzione del volontariato. La Fondazione Zancan ha deciso di approfondire questo aspetto. Siamo convinti che la capacità di riflettere sui risultati della propria operatività e di cambiare alla luce degli esiti raggiunti permette infatti di qualificare l’azione delle associazioni e di rispondere più efficacemente ai bisogni delle persone e delle comunità.
Lo studio, dal titolo «Organizzazioni di volontariato e valutazione», è autofinanziato ed è a carattere nazionale. Prevede, infatti, il coinvolgimento diretto delle associazioni di tutte le regioni italiane, chiamate a compilare un questionario realizzato in collaborazione con Renato Frisanco della Fondazione Roma Terzo Settore e con Giovanni Sarpellon, docente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. A oggi sono stati coinvolti 58 Centri servizi per il volontariato di tutta Italia e una decina di grandi associazioni nazionali, che hanno il compito di fare da tramite con le Organizzazioni di volontariato (Odv) locali. In totale, il campione prevede oltre mille Odv. Si sta concludendo la fase di compilazione dei questionari, i risultati della ricerca saranno divulgati nel prossimo autunno.

5.

Risc: conclusa la fase di presentazione dei risultati, si parte con la nuova annualità

Si è conclusa con un convegno svoltosi a Bologna (31 maggio) la presentazione dei risultati di «Risc – Rischio per l’infanzia e soluzioni per contrastare l’allontanamento dalla famiglia», studio nazionale coordinato dalla Fondazione «E. Zancan» e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Obiettivi dello studio erano esplorare modalità e percorsi di intervento di sostegno alle famiglie e di prevenzione degli allontanamenti, a livello nazionale e internazionale; sperimentare un modello di presa in carico personalizzata dei bisogni dei bambini a rischio di allontanamento.
La parte sperimentale dello studio ha coinvolto 6 regioni con 12 unità operative locali di ricerca. Per la regione Emilia-Romagna è stato coinvolto il Comune di Cesena e il distretto di Langhirano. Nel corso del convegno il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato, ha voluto sottolineare due parole chiave per quanto riguarda gli interventi per minori: efficacia e appropriatezza. A queste, l’assessore alle Politiche sociali della Regione Emilia Romagna, Teresa Marzocchi, ha aggiunto il termine «sostenibilità», evidenziando che «mai come ora è essenziale riuscire a garantire interventi efficaci pur contando su minori risorse». La responsabile del servizio Politiche familiari, infanzia e adolescenza della Regione, Maura Forni, ha ricordato che nel territorio regionale l’8% dei minori è seguito dai servizi sociali e che, tra questi, i problemi maggiori sono di ordine economico (circa il 50%) e relazionale (16%).
«L’importanza di Risc – ha spiegato Cinzia Canali, ricercatrice della Fondazione Zancan – sta nel fatto che ha permesso di sperimentare sul campo una metodologia di lavoro che utilizza strumenti per la valutazione d’efficacia degli interventi rivolti alle famiglie in difficoltà». Grande riscontro da parte degli operatori, che hanno evidenziato potendo evidenziare punti di forza e di debolezza della ricerca.

6.

Famiglie e bambini/e con disabilità complessa. Comunicazione della diagnosi, forme di sostegno, sistema integrato dei servizi

Il problema della disabilità in età evolutiva, dopo un faticoso percorso culturale, sviluppato negli ultimi 30 anni, ci consegna oggi un quadro che ha avuto evoluzioni positive, anche se ancora insufficienti, sui versanti dell’integrazione scolastica, lavorativa e sociale, problematico in altri settori e spazi di vita. Tra questi, uno particolarmente critico per le famiglie è costituito dai primi anni di vita dei/delle figli/e con disabilità complessa e/o pluridisabilità. La mancanza di informazione, la comunicazione della diagnosi, la gestione dei bisogni sono vissuti dalla famiglia in condizioni di profonda solitudine e sofferenza. In questo scenario risulta indispensabile immaginare percorsi di accompagnamento che coniughino supporti psicologici, sostegni educativi e socio-assisitenziali in un’ottica fortemente integrata. Per meglio approfondire questi problemi, la Fondazione «Emanuela Zancan» e la Fondazione «Paideia» hanno promosso un percorso di riflessione, con momenti di studio e confronto i cui risultati sono raccolti nel volume «Famiglie e bambi-ni/e con disabilità complessa. Comunicazione della diagnosi, forme di sostegno, sistema integrato dei servizi» a cura di Roberta Caldin e Fabrizio Serra (2011). In particolare, i vari contributi affrontano: i criteri di definizione di disabilità complessa e/o pluridisabilità; i problemi riguardanti il processo di comunicazione della diagnosi di deficit e di disabilità e la gestione di azioni nelle quali la riabilitazione, quando presente, sia componente di un progetto olistico di sostegno, al/lla bambino/a e alla sua famiglia, che comprenda gli aspetti psico-pedagogici, relazionali e socio assistenziali; le modalità di attuazione di adeguati percorsi di accompagnamento all’accoglienza del/della bambino/a nel nucleo famigliare; l’importanza delle reti di prossimità a supporto della famiglia: associazionismo e volontariato, progetti di domiciliarità, gruppi di sostegno e auto-aiuto tra famiglie.
Il volume offre indicazioni a quanti, impegnati nel lavoro con genitori di bambini/e con disabilità, intendano contribuire con competenza e progettualità alla qualità dei percorsi esistenziali di coloro che vivono una situazione complessa.
L’indice è consultabile nel sito della Fondazione «Emanuela Zancan».

7.

Strumenti di lavoro: 1 libro 1 euro

La salute è condizionata da una molteplicità di fattori il cui controllo non è esercitato dal solo sistema sanitario. Molti altri settori della società, come quello politico, educativo, produttivo, del volontariato ecc., possono influenzare in modo sostanziale i determinanti non sanitari della salute. Appare quindi indispensabile, per ottenere il miglioramento della salute della popolazione, stringere alleanze con altri attori che possono svolgere un’importante azione di difesa della causa della salute. Gli amministratori locali, i capi degli istituti scolastici, i manager delle imprese, i direttori degli ospedali, i responsabili dei servizi di assistenza sociosanitaria primaria si rendono conto che le loro organizzazioni possono influenzare positivamente la salute degli addetti e dei consumatori dei loro prodotti e servizi e che, d’altra parte, il miglioramento della salute può contribuire a realizzare un rapporto più felice con il personale e ad aumentare la soddisfazione degli utenti.
La promozione della salute costituisce pertanto una promettente strategia in grado di produrre apprezzabili miglioramenti della salute delle comunità, oltre che una convincente risposta alla crisi dei sistemi sanitari, che interessa tutti i paesi sviluppati.
Nella monografia di Studi Zancan n 4 del 2001 sono riportati alcuni approfondimenti tematici su argomenti rilevanti per lo sviluppo di efficaci strategie di promozione della salute e alcune esperienze operative che documentano la possibilità di mettere in pratica i princìpi teorici su cui si fonda.
Chi fosse interessato all’acquisto della pubblicazione deve compilare l’apposita scheda che può essere presentata di persona presso la nostra sede in Via Vescovado, 66 - Padova, dal lunedì al venerdì (8.30-13.00 e 14.00-17.00), oppure inviando un fax (049663013) o tramite email (segreteria@fondazionezancan.it).
La richiesta va effettuata entro il 31 luglio 2011.
In caso di spedizione della pubblicazione le spese sono a carico del destinatario.
Per conoscere le proposte di ogni mese (strumenti di lavoro: 1 libro 1 euro) si può consultare la sezione news del sito www.fondazionezancan.it.

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