1.

Per rinnovare l'assistenza sociale

La Fondazione «E. Zancan» è stata invitata mercoledì 9 novembre alla Camera dei deputati per l’audizione nell’ambito dell'esame del disegno di legge C 4566, recante «Delega al Governo per la riforma fiscale ed assistenziale» da parte delle commissioni riunite VI (Finanze) e XII (Affari sociali).
Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione «E. Zancan», ha potuto in questa sede mettere in luce le criticità della delega e i potenziali del dibattito che si è acceso sulla proposta di disegno di legge, insistendo in particolare su alcuni temi: necessità di quantificare correttamente l’ammontare di spesa sociale e quindi l’impatto sui tagli; uscire dall’assistenzialismo compassionevole, potenziando i servizi e non i trasferimenti economici; definire i Lea sociali con risorse preventive perché i diritti possano essere garantiti. Una sintesi delle principali criticità e potenziali è riportata nel sito della Fondazione (sezione news). Il documento completo è scaricabile gratuitamente nella sezione download.
Il disegno di legge «Delega al Governo per la riforma fiscale ed assistenziale» ha grandi problemi, ma allo stesso tempo rappresenta, in un momento di crisi, la possibilità di guardare oltre la delega per fare scelte che non sono mai state fatte. Se questa possibilità fosse colta, anche mettendo insieme forze nuove della società, l’assistenza sociale potrebbe diventare un investimento e non un costo.

2.

Il Sud, il «welfare dal basso» e il divario con il Nord

Il welfare del Sud, il divario con il Nord e la dipendenza dai sussidi economici sono stati gli argomenti al centro del convegno «Cittadinanza e welfare» organizzato a Cosenza (18-19 novembre) dal Dipartimento di sociologia e scienza politica dell’Università della Calabria e dalla Fondazione «E. Zancan».
L’iniziativa è nata dalla consapevolezza che il Mezzogiorno necessita di un’innovazione urgente e drastica del proprio sistema di welfare, tradizionalmente povero di servizi e basato esclusivamente sui trasferimenti economici. L’importanza di discutere di questi temi è dettata dal fatto che al Sud sono più evidenti e tangibili i bisogni, sia legati alla povertà sia alla disabilità. E questo si innesta in un contesto in cui altri ambiti sono storicamente deboli: il lavoro che manca e, quindi, i livelli di disoccupazione altissimi, le nascite in calo e lo squilibrio demografico crescente. Il problema di fondo è che la politica in generale oggi non è in grado di progettare nel meridione l’assistenza sociale. La soluzione, perciò, va trovata dal basso, dialogando con quei pezzi delle istituzioni, della politica, del terzo settore con cui si può concretamente ragionare e progettare. Solo lavorando in questa direzione sarà possibile
colmare il netto divario tra il Nord Italia, caratterizzato da un modello di welfare tipico dell’Europa continentale, e il Sud, che presenta un modello sub-europeo, involuto.
Il welfare del Sud, il divario con il Nord e la dipendenza dai sussidi economici sono stati gli argomenti al centro del convegno «Cittadinanza e welfare» organizzato a Cosenza (18-19 novembre) dal Dipartimento di sociologia e scienza politica dell’Università della Calabria e dalla Fondazione «E. Zancan».
L’iniziativa è nata dalla consapevolezza che il Mezzogiorno necessita di un’innovazione urgente e drastica del proprio sistema di welfare, tradizionalmente povero di servizi e basato esclusivamente sui trasferimenti economici. L’importanza di discutere di questi temi è dettata dal fatto che al Sud sono più evidenti e tangibili i bisogni, sia legati alla povertà sia alla disabilità. E questo si innesta in un contesto in cui altri ambiti sono storicamente deboli: il lavoro che manca e, quindi, i livelli di disoccupazione altissimi, le nascite in calo e lo squilibrio demografico crescente. Il problema di fondo è che la politica in generale oggi non è in grado di progettare nel meridione l’assistenza sociale. La soluzione, perciò, va trovata dal basso, dialogando con quei pezzi delle istituzioni, della politica, del terzo settore con cui si può concretamente ragionare e progettare. Solo lavorando in questa direzione sarà possibile colmare il netto divario tra il Nord Italia, caratterizzato da un modello di welfare tipico dell’Europa continentale, e il Sud, che presenta un modello sub-europeo, involuto.
Un divario che non è solo economico, ma anche civile e sociale. Un divario che rischia di mettere a repentaglio la tenuta stessa del Paese. Per colmare questo storico gap serve, un aumento di consapevolezza e un lavoro sui territori per creare un tessuto sociale di coesione dal basso. Se questo non sarà fatto si corre il pericolo di meridionalizzazione del paese, di regressione e di un ulteriore aumento del divario. Bisogna intervenire per far sì che il Sud superi la cronica dipendenza da sussidi e istituzionalizzazione e per creare quella trama di servizi oggi assente.
Oggi in Italia l’assistenza sociale è ancora trattata in termini di «assistenza economica» e non la si considera un potenziale di investimento. Al momento, l’89% delle risorse sono gestite in termini di trasferimenti e solo l’11% in termini di servizi. Eppure, questi ultimi hanno un rendimento molto maggiore e misurabile anche in termini di sviluppo economico. Se l’Italia ha accumulato il deficit di sviluppo che conosciamo è anche perché buona parte dei 51 miliardi della spesa per assistenza sociale non viene sottoposta a valutazione di impatto, non garantisce esiti apprezzabili ed è gestita senza guardare al suo rendimento ma, purtroppo, solo come peso assistenziale.

3.

Poveri di diritti: on line la conferenza stampa

Lo scorso 17 novembre si è svolta a Roma, nella prestigiosa cornice della Pontificia Università Gregoriana, la conferenza stampa di presentazione di «Poveri di diritti», l'undicesimo Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia realizzato a cura di Caritas Italiana e Fondazione «Emanuela Zancan» (ed. Il Mulino). Per chi fosse mancato all’appuntamento, le riprese dell’intero evento sono state caricate nella sezione video del sito della Fondazione «Emanuela Zancan».
La presentazione ha avuto inizio con il saluto iniziale di p. François-Xavier Dumortier sj, rettore della Pontificia Università Gregoriana. Quindi il coordinatore don Ivan Maffeis (vicedirettore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana) ha introdotto S.E. Mons. Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana. I contenuti della prima parte del rapporto sono stati presentati da Tiziano Vecchiato e Giuseppe Pasini, rispettivamente direttore e presidente della Fondazione Zancan (i contenuti sono scaricabili nella news Poveri di diritti - Sintesi XI rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia). La seconda parte di «Poveri di diritti», è stata riassunta da Walter Nanni, capo Ufficio studi e formazione di Caritas Italiana, e da Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana.

4.

Come prevenire l’allontanamento dei minori

È disponibile on line il nuovo numero della rivista Studi Zancan (n. 5/2011). La sezione monografica presenta le esperienze di alcuni degli oltre 100 operatori, di diverse regioni d’Italia, che hanno partecipato allo studio Risc - Rischio per l'infanzia e soluzioni per contrastarlo, commissionato alla Fondazione Zancan dal ministero per il Lavoro e le Politiche sociali (il rapporto finale è pubblicato in www.lavoro.gov.it nella sezione Studi e statistiche e nell'area download del nostro sito).
Il contributo introduttivo è a cura di Cinzia Canali e Tiziano Vecchiato, che riferiscono di come è nato e si è sviluppato Risc e riassumono i risultati dell’analisi della normativa e della spesa sociale destinata ai minori e alle famiglie. Nella parte finale, dedicano particolare attenzione alla sperimentazione e ai risultati ottenuti. Antonella Caprioglio e Beppe Taddeo riassumono l’esperienza in Regione Piemonte e precisamente a Torino. Sono quattro gli aspetti su cui si concentrano: l’area della pre-valutazione del rischio, la rete dei soggetti chiamati a intervenire, l’aspetto della tempistica degli interventi e gli strumenti a disposizione. Andrea Barani parla della Toscana e propone alcune riflessioni sulla prospettiva di un utilizzo sistematico del protocollo Risc. Tra i punti di forza del protocollo individua la possibilità di una presa in carico personalizzata non solo del minore ma anche del genitore, per poter agire in maniera preventiva e di mantenere per quanto possibile il bambino nella famiglia di origine.
A Cesena si svolge invece l’esperienza di Gaia Di Bartolomeo e Francesco Lucchi, mentre Simona Sardini Di Febo riferisce della sperimentazione avviata nell’ambito 33 pescarese, in cui sono state coinvolte 10 famiglie multiproblematiche con figli a rischio istituzionalizzazione. In chiusura, Veronica Lucchina e Michela Memeo descrivono l’applicazione appropriata del protocollo in un contesto reale e quotidiano, portando il caso di un sedicenne in carico ai servizi.
Il nuovo numero di «Studi Zancan» propone anche una ricca sezione Politiche e servizi, aperta dalla presentazione dell’undicesimo Rapporto povertà Caritas-Zancan «Poveri di diritti», a cura di Giuseppe Benvegnù-Pasini, Maria Bezze e Tiziano Vecchiato.
Di seguito viene proposto il testo dell’intervento di monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei, che riflette sui «nuovi poveri»: i giovani, le famiglie, gli immigrati che risiedono da tempo nel paese.
Giovani e adolescenti sono al centro del contributo di Elisabetta Crocetti e Augusto Polmonari, che riferiscono di come l’immagine negativa delle giovani generazioni veicolata dai media non trovi conferma nella ricerca scientifica. Infatti, emerge una realtà adolescenziale e giovanile variegata, al cui interno è possibile individuare molteplici percorsi evolutivi. Il volontariato e la sua funzione di advocacy sono il perno della riflessione di Fabio Ragaini, che mette in discussione la retorica che accompagna la riflessione sul ruolo delle organizzazioni di volontariato. Infine, Antonio Prezioso propone considerazioni molto stimolanti su cosa vuol dire essere «vecchi» oggi, ironizzando sui luoghi comuni e ragionando sul rapporto dell’anziano con le persone presenti nei suoi spazi di vita.

5.

Centro di documentazione attivo su appuntamento

Dal primo novembre 2011 il Centro di documentazione sulle politiche sociali della Fondazione «Emanuela Zancan» è aperto solo su appuntamento (tel. 049663800 email: fz@fondazionezancan.it). Il Centro raccoglie e mette a disposizione pubblicazioni, documenti, riviste sulle politiche sociali, sanitarie, educative. È accessibile gratuitamente a ricercatori, studenti, operatori, dirigenti, volontari, amministratori interessati ad approfondire questioni teoriche e applicative e a conoscere documentazioni di esperienze italiane e di altri paesi. Ha sede in via Vescovado 66, a Padova.
La consultazione si basa su un catalogo informatizzato, che permette di selezionare informazioni per voci tematiche, titoli e autori. Attualmente sono inseriti oltre 21.500 titoli di cui 4.800 volumi, 9.100 articoli di riviste, 250 numeri monografici di riviste, 4.700 materiali di varia natura (atti di convegni, materiali illustrativi, progetti, sintesi di sperimentazioni, tesi di laurea ecc.) e più di 2.600 documenti tratti da seminari, convegni, progetti della Fondazione. I materiali sono consultabili in sede.

6.

Strumenti di lavoro: 1 libro 1 euro

Firenze si è sempre caratterizzata per una rete di assistenza verso i più sfortunati, costruita grazie all'impegno di tantissime istituzioni pubbliche, confraternite religiose, opere pie, fondazioni laiche che hanno dato, in periodi storici in cui lo stato sociale era praticamente inesistente, il loro insostituibile contributo nella cura dei bambini, dei poveri, degli anziani, delle mamme in difficoltà, dei malati, delle persone disabili e che testimonia la solidità di una tradizione ricca di esperienze di solidarietà. Una vocazione tradizionale della città caratterizzata da sempre da un forte senso civico e solidale.
Scorrere le pagine di «Storia dell'assistenza sociale a Firenze dall'unità d'Italia alle regioni (1861-1970)» proposto questo mese ad un euro, significa ripercorrere gli ultimi 150 anni della storia di Firenze accendendo i riflettori su un aspetto forse poco conosciuto di questa città ma sicuramente degno della massima considerazione: l'assistenza ai soggetti deboli e svantaggiati.
I volumi possono essere ritirati di persona (presentando la scheda scaricabile dal sito www.fondazionezancan.it) presso la nostra sede in Via Vescovado, 66 - Padova, dal lunedì al venerdì (8.30-13.00 e 14.00-17.00).
Si possono ricevere direttamente a casa, con spese a carico, a seguito di richiesta via fax (049663013) o tramite email (segreteria@fondazionezancan.it) compilando sempre la scheda.
La richiesta va effettuata entro il 31 dicembre 2011.

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