1.

Poveri di diritti: Rapporto su povertà ed esclusione sociale Caritas-Zancan

Nel 1860, in un’Italia da costruire, Giuseppe Mazzini si interrogava sull'efficacia delle politiche di lotta alla povertà visto «l’accrescimento annuo delle emigrazioni di paese in paese, e d’Europa alle altre parti del mondo, e la cifra crescente degli istituti di beneficenza, delle tasse pei poveri, dei provvedimenti per la mendicità, bastano a provarlo. … la loro inefficacia a diminuire visibilmente quei mali, dimostra un aumento egualmente progressivo di miseria nelle classi alle quali tentano provvedere». Accadeva 150 anni fa e accade anche oggi, con similitudini impressionanti: i diritti separati dai doveri, l’aiuto senza reciprocità e fraternità. Il povero ha anzitutto diritto di essere trattato come persona, non soltanto come individuo. La persona è relazioni, legami, spazio di vita. Senza la persona la lotta alla povertà finisce per essere cura che riduce il dolore ma non affronta il problema, è risposta senza soluzione. Il Rapporto 2011 su povertà ed esclusione sociale in Italia «Poveri di diritti» a cura di Caritas Italiana e Fondazione «E. Zancan» si articola in due parti. Nella prima vengono approfonditi i diritti dei poveri previsti dalla Costituzione e a livello internazionale. Molti sono ancora disattesi, anche perché non privilegiano l’incontro tra diritti e doveri, non valorizzano le capacità, non coinvolgono e promuovono la partecipazione dei poveri. Come nei precedenti Rapporti viene aggiornato e arricchito il quadro comparativo delle regioni, con parametri di spesa e di risposta. Seguono approfondimenti specifici, che evidenziano come fare e cosa non fare, se si vuole dare speranza alle persone e alle famiglie in difficoltà. La prima parte si chiude con proposte per far meglio fruttare gli investimenti, ottenere migliori indici di efficacia, superare il cronico sottoutilizzo delle risorse. La seconda parte, si sofferma sul ruolo svolto dalla Chiesa nel contrasto della povertà economica. Tale ruolo si sviluppa attraverso azioni di studio, animazione, promozione e assistenza alle persone e famiglie in difficoltà.
Vengono inoltre descritte, con dati aggiornati, le nuove tendenze di impoverimento della società italiana, secondo l’esperienza della Caritas. Approfondimenti specifici ri-guardano la condizione degli immigrati, la situazione delle aree montane e l’attività svolta dalle mense socio-assistenziali.
L’indice completo del volume e la sintesi della prima parte sono visibili nel sito della Fondazione «E. Zancan».
Nell’area download è scaricabile gratuitamente l’articolo «Poveri di diritti» di Giuseppe Benvegnù-Pasini, Maria Bezze e Tiziano Vecchiato.

2.

5° Conferenza del Network Internazionale per la ricerca sull’affidamento

La 5° Conferenza del Network Internazionale per la ricerca sull’affidamento, si è tenuta quest’anno nella città di Graz, in Austria. Per tre giorni (19-21 settembre) esperti di diversi paesi europei si sono confrontati sui temi dell’affido di bambini e ragazzi, condividendo riflessioni, esperienze, ricerche e loro risultati. All’evento hanno partecipato delegazioni anche da Serbia, Croazia, Slovenia, Portogallo, Svizzera, Lithuania, Paesi Bassi, Inghilterra e Austria.
La Fondazione «E. Zancan» di Padova ha presentato i risultati di uno studio sullo spazio di vita dei bambini. È molto importante che ci siano occasioni di scambio e dibattito tra paesi impegnati nella ricerca sull’affido. In questo, come in altri settori, è fondamentale favorire la circolazione delle informazioni e delle esperienze in corso.
Molti i temi affrontati nel corso della conferenza, durante la quale è stata più volte ribadita la necessità di «mettere al centro il bambino». Nella discussione è stato evidenziato che c’è bisogno di conoscere qual è il processo che porta a risultati positivi e questo processo deve essere personalizzato. È inoltre fondamentale documentare e valutare quello che accade nella presa in carico, ponendo il progetto personalizzato al centro delle responsabilità e delle risorse. Nel fare questo bisogna tenere conto di tutti i soggetti coinvolti: dai famigliari agli operatori, dalle associazioni ai singoli volontari. Il contributo di ognuno di questi soggetti può essere prezioso e favorire un cambiamento in positivo.

3.

Persone con disabilità complessa: Studi Zancan 4/2011

Se alle persone con disabilità, di tutte le età, fosse garantito un accesso adeguato ai servizi sanitari e sociosanitari probabilmente queste raccomandazioni non sarebbero necessarie». Iniziano così le proposte cliniche e organizzative presentate dalle fondazioni Zancan e Paideia, approvate dopo una conferenza di consenso svoltasi a Padova e pubblicate nel numero quattro della rivista Studi Zancan. La conferenza, cui hanno partecipato numerosi esperti italiani, è stata coordinata da Maurizio Bonati, dell’Istituto Mario Negri di Milano.
Il documento parla di interventi previsti dai livelli essenziali di assistenza per ogni persona, ma spesso negati proprio a chi ne ha più bisogno. Un «livello essenziale di assistenza» è garantito quando si va oltre le logiche prestazionali chiedendosi non solo «cosa» ma anche «come», «per e con chi», «con quale efficacia». Il messaggio che il documento lancia alle regioni è l’urgenza di un’efficace erogazione dei livelli essenziali di assistenza «anche alle persone con disabilità complessa», garantendo tempi dedicati quando le persone non sono collaboranti; personale con capacità comunicative adeguate; la garanzia di un costante accompagnamento da parte dei familiari; l’utilizzo di tecnologie e sistemi di comunicazione appropriati; il supporto di volontari formati; un’attenzione particolare all’età evolutiva; la sedazione del dolore, se la difficoltà di collaborare ostacola le procedure diagnostiche e terapeutiche. Le raccomandazioni sono state predisposte e validate perché troppo spesso vengono denunciati la frammentarietà degli interventi, le modalità di lavoro prestazionali, gli ostacoli all’ascolto e alla partecipazione attiva delle persone malate e dei loro familiari, proprio nel momento di accesso a risposte di cui hanno necessità e diritto.
Non è la prima volta che la Fondazione Zancan solleva questi problemi. Lo ha fatto ad esempio nel 2004, con la Carta etica delle professioni che operano a servizio delle persone, approvata da varie organizzazioni professionali. In questo caso il consenso è più forte, frutto di un confronto allargato, tra istituzioni e associazioni scientifiche, che hanno a cuore il problema e vogliono contribuire a risolverlo.

4.

Federalismo e welfare: la Fondazione Zancan agli stati generali di Cgil Lombardia

Come cambierà il welfare con il nuovo assetto federalista? Quali i problemi e quali le prospettive? È stato questo il tema al centro della tavola rotonda che si è svolta lo scorso 6 ottobre, a Montegrotto Terme (Pd). L’iniziativa, ha messo a confronto studiosi, sindacati e altri esperti nell’ambito degli stati generali della Cgil Lombardia «Declinare il federalismo. Costruire la coesione sociale nella crisi globale». Al tavolo dei relatori era presente anche la Fondazione Zancan, che da tempo dedica attenzione e riflessioni al nuovo impianto federalista.
Punto di partenza di ogni discussione è l’analisi dei numeri. Ecco quelli che riguardano oggi l’Italia: se ci confrontiamo con l’Europa dei 15, la spesa pubblica nazionale per la Ltc (long term care) in rapporto al Pil è tra le più alte (1,3%), inferiore solo a quella dei Paesi Bassi, della Svezia e della Norvegia, dove però esiste una diversa configurazione demografica e un diverso rapporto tra costi e risultati. La conclusione è che il nostro sistema di welfare a parità di costi riesce a dare meno risposte di altri paesi e la causa è l’incapacità tutta italiana di governare in modo adeguato il rapporto tra trasferimenti e servizi. Secondo le stime, solo il 10% della spesa per assistenza sociale finanzia «servizi» per le persone e le famiglie, mentre il restante 90% è gestito in forma di trasferimenti monetari.
Le proiezioni al 2060 indicano che la spesa dell’Italia continuerà a essere superiore alla media (2,5% del Pil). Le previsioni parlano di un futuro impegnativo ma governabile, in particolare se consideriamo che l’aumento previsto, a causa dell’incremento della non autosufficienza tra la popolazione anziana, sarebbe di circa 23 miliardi di euro, cioè una crescita media annua di circa 500 milioni di euro. Non è un costo insostenibile, dunque, se compensato con altre azioni. Ad esempio, se fosse accompagnato da un’equivalente capacità di investimento in lavoro professionale, stimabile in almeno diecimila posti di lavoro annui. Infatti, medici, infermieri, riabilitatori, addetti all’assistenza e tutte le altre professioni di cura sono condizioni necessarie - tecnologiche e umane - per dare risposte adeguate alla domanda di curare e prendersi cura, in particolare delle persone fragili e non autosufficienti.
Si dovrà, poi, fare i conti con un’altra anomalia tutta italiana: la grande disparità di risorse tra aree del paese e anche delle stesse regioni. Non a caso, la legge n. 42/2009 prevede che la prima fase del federalismo fiscale sia impegnata a riequilibrare le diverse capacità territoriali di risposta. Per questo gli interventi che rientrano nei livelli essenziali di assistenza dovranno essere assicurati con le risorse a disposizione e con una trasformazione strutturale della rete di risposte.

5.

Programma sesto corso per assistenti sociali

Nell’ambito del 56° Congresso Nazionale SIGG si svolge a Firenze il 6° Corso per Assistenti sociali organizzato dalla Società Italiana di Gerontologia e Geriatria in collaborazione con la Fondazione Emanuela Zancan onlus e l’Ordine Nazionale degli Assistenti sociali sul tema: «Il servizio sociale professionale e i livelli essenziali di assistenza».
Il Corso si svolge dal 30 novembre al 2 dicembre 2011.

Mercoledì 30 novembre
Saluti e introduzione (Marco Trabucchi - Silvana Tonon Giraldo)
PRIMA SESSIONE - Coordina: Anna Maria Zilianti
Il servizio sociale professionale come livello essenziale di assistenza (Tiziano Vecchiato)
Approfondimenti e discussione
Pausa pranzo
SECONDA SESSIONE - Coordina: Patrizia Lonardi
Le risposte di welfare per le persone anziane nel federalismo (Maurizio Giordano)
Discussione
Contributi preordinati:
- Il centro sociale residenziale a garanzia dei livelli essenziali di assistenza delle prestazioni (Leonora Biotti)
- Poster: Musicoterapia per «sentirsi a casa». L’esperienza alla residenza protetta «Creusa Brizi Bittoni» (Maria Grazia Marcacci)
Discussione

Giovedì 1 dicembre
TERZA SESSIONE - Coordina: Luisa Spisni
Il processo professionale di servizio sociale come requisito necessario per garantire Lea efficaci (Nicoletta Stradi)
Approfondimenti e discussione
Contributi preordinati:
- Risposte differenziate per una presa in carico appropriata (Sabrina Zuffanelli)
- La continuità assistenziale: il progetto «Anziano fragile» (Luisa Tedaldi)
Discussione
Prime considerazioni di sintesi (Silvana Tonon Giraldo)
Pausa pranzo
Confronto interprofessionale su un caso di studio
Sessione comune presso il Palazzo degli Affari per Assistenti Sociali, Geriatri, Infermieri, Psicologi, Terapisti della Riabilitazione
Interventi di Claudio Pedrelli e Cristina Braida

Venerdì 2 dicembre
QUARTA SESSIONE - Coordina: Gianna Pasti
La valutazione e il dimensionamento del Lea «servizio sociale professionale» nel territorio (Giovanna Faenzi)
Approfondimenti e discussione
Fare valutazione di servizio sociale (Cinzia Canali, Elisabetta Neve)
Discussione
Contributo preordinato: L’assistente sociale si interroga sui processi di cambiamento (Susy Cheti Pavan)
Discussione
Approfondimento: Comunicare e pubblicare i dati di servizio sociale: spunti di riflessione dal laboratorio Piaci (Silvana Tonon Giraldo, Elisabetta Neve)
Pausa pranzo
QUINTA SESSIONE - Come leggere i Lea in chiave multi professionali. Tavola rotonda in collaborazione con l’Associazione Piaci (Antonio Bavazzano, Barbara Bonini, Antonio Panti, Daniele Salmaso)

Conclusioni e proposte per il 2012 (Marco Trabucchi, Tiziano Vecchiato, Silvana Tonon Giraldo)
Valutazione degli apprendimenti

6.

Strumenti di lavoro: 1 libro 1 euro

Il diritto alla salute, garantito costituzionalmente, è ancora tale? Se non è così si corre il rischio che esso diventi una variabile dipendente dalle scelte e dalle priorità politiche incidenti nella destinazione delle risorse.
L’impegno a favore della prevenzione è un valore da perseguire ancora? Tutto fa pensare che si vada privilegiando il lavoro di cura e di riabilitazione, preoccupandosi cioè dei danni che sono già stati prodotti e non di quelli che si potrebbero evitare.
Contano di più le ragioni di efficienza o quelle di efficacia? Nel primo caso la priorità viene data alle ragioni organizzative, strutturali, professionali e di bilancio; nel secondo si parte dall’analisi dei risultati e dell’efficacia degli interventi a vantaggio delle persone che ne sono destinatarie.
Quale futuro per i servizi distrettuali, territoriali e domiciliari?
Queste sono alcune delle domande da cui nasce il volume «Il distretto sociosanitario. Esperienza Formative e operative» proposto questo mese come strumento di lavoro ad un euro.
Il volume può essere ritirato di persona (presentando la scheda scaricabile dal sito www.fondazionezancan.it) presso la nostra sede in Via Vescovado, 66 - Padova, dal lunedì al venerdì (8.30-13.00 e 14.00-17.00).
Si può ricevere direttamente a casa, con spese a carico, a seguito di richiesta via fax (049663013) o tramite email (segreteria@fondazionezancan.it) compilando sempre la scheda.
La richiesta va effettuata entro il 30 novembre 2011.

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