Veneto, bando per famiglie in difficoltà: “Scarse risorse, impatto nullo”

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creato: 02 aprile 2014

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Il bando regionale a sostegno delle famiglie in difficoltà dimostra, attraverso i dati resi pubblici dalla Regione, tutta la sua inadeguatezza”. La Fondazione Zancan di Padova commenta così i dati emersi dalla pubblicazione della graduatoria provvisoria dei beneficiari ammessi al finanziamento regionale a sostegno delle persone e delle famiglie in difficoltà, previsto dalla legge regionale 3/2013 e attuato dalla DGR 1876/2013.

“Solo una domanda ogni trenta è stata approvata” fa sapere il direttore Tiziano Vecchiato. In totale sono 34.479 le domande presentate. Di queste solo 1.233 risultano a oggi ammesse, cioè il 3,6 per cento del totale. Un milione 960 mila euro l’importo complessivo stanziato dalla Regione, in media 1.589,62 euro per ogni famiglia beneficiaria. “La cifra totale equivale ad appena l’1 per cento della spesa dei comuni veneti per povertà e disagio sociale - precisa -: è un rivolo di risorse, tanto rumore per troppo poco”. In più, l’effetto del bando è stato di “gravare i comuni dal compito di gestire e trasmettere le domande e le persone con un carico di lavoro di almeno 50 mila ore per gli assistenti sociali e gli amministrativi, come fossero delle protesi operative della Regione. Tanto, troppo lavoro socialmente inutile”. Non è stato così – evidenzia la Fondazione - per il fondo di solidarietà, realizzato da Cariparo, Caritas diocesane e altri soggetti pubblici e privati dei territori di Padova e Rovigo, visti gli alti tassi di aiuto e di rendimento delle risorse utilizzate.

C’è di più. A livello regionale due famiglie su tre con Isee nullo risultano ad oggi escluse dall’assegnazione del contributo. “Si tratta di famiglie in condizione di grave disagio economico, ma soltanto una piccola parte di esse avrà accesso al finanziamento”.

Evidenti anche le sperequazioni territoriali: nelle province di Verona, Padova e Treviso il maggior numero di domande ammesse (rispettivamente 302, 253 e 225), mentre le altre quattro province si dividono il resto (450 circa). Considerando i soli comuni capoluogo, si registra una maggiore variabilità sia nella percentuale di domande ammesse – dall’1% di Belluno al 6% di Padova – sia nell’importo medio assegnato – da circa 500 euro a Belluno (un solo contributo) a più di 1.800 euro a Vicenza. 

“I dati tradiscono lo scarso impatto della misura - evidenzia Vecchiato -: il numero complessivo di famiglie che beneficeranno del sostegno economico è pari ad appena l’1% delle famiglie venete povere. Viene da chiedersi inevitabilmente se questi fondi non sarebbero stati più redditizi se investiti diversamente, ad esempio per l’attivazione di borse lavoro”. Secondo i calcoli della Fondazione Zancan, con le risorse regionali disponibili si sarebbero potute finanziare circa 650 borse lavoro, equivalenti a quasi 600 mila ore di lavoro in 6 mesi. “Servono quindi nuove idee e un cambio di strategia – conclude il direttore -. La abbiamo indicata con soluzioni di welfare generativo, capaci di valorizzare le responsabilità e rigenerare le risorse a disposizione. I consensi si stanno allargando su scala nazionale ma bisogna passare dalle dichiarazioni di interesse alle azioni concrete”. 

 

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