1.

Welfare generativo, povertà, infanzia e adolescenza, invecchiamento attivo… gocce di 2013 

Ci lasciamo alle spalle un intenso 2013. Molti i nuovi progetti avviati, le iniziative di confronto e dibattito organizzate, i riconoscimenti ottenuti. Povertà, welfare, minori, anziani, valutazione di efficacia sono, come sempre, le parole chiave del nostro impegno.

Adesso cominciamo a contare i nostri 50 anni: cinquant’anni di studi, ricerche, sperimentazioni, proposte culturali a servizio delle persone e delle comunità locali, in un’ottica di promozione del cambiamento, di riconoscimento delle «gemme terminali» come le chiamava il nostro caro Don Giovanni che nel 2013 ci ha lasciato.

Il 2014 sarà un anno particolarmente importante e saranno molte le iniziative ufficiali per celebrare questo anniversario. Nell’attesa, non resta che ripensare a questo 2013 ripercorrendone le tappe principali. 

Prima infanzia. Hanno preso avvio le iniziative, nazionali e internazionali, del progetto «TFIEY Transatlantic Forum on Inclusive Early Years - Investire per lo sviluppo dei bambini che vivono in famiglie povere e/o immigrate», che ha come partner italiani la Compagnia di San Paolo di Torino, con la collaborazione scientifica della Fondazione Zancan. Il progetto si propone di capire quali politiche, strategie, pratiche innovative possono incrementare le conoscenze e trasformarsi in servizi a favore dei bambini che vivono in famiglie a basso reddito, immigrati o che non hanno il necessario per crescere bene. Nel corso dell’anno si sono svolti incontri, meeting e seminari in Belgio, a New York e, in Italia, a Torino e a Padova. Il 2013 si è chiuso con il primo convegno nazionale «Investire nell’infanzia è coltivare la vita».

Anziani e volontariato. Fare volontariato da anziani fa bene. È quanto emerge dalla ricerca «L’apporto del volontariato alla promozione dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni» realizzata dalla Fondazione Zancan per il Cesvot. Dal rapporto emerge quanto il volontariato sia una componente importante dell’invecchiamento attivo, insieme alla buona salute e a uno stile di vita corretto. La ricerca mette in luce anche l’assenza di politiche mirate a favorire l’impegno e la partecipazione nella terza età. I risultati sono pubblicati nella collana «I Quaderni» del Cesvot. 

Studio «Crescere». Dopo due anni di preparazione è partito lo studio «Crescere», realizzato dalla Fondazione Zancan e dal De Leo Fund (in collaborazione con Fondazione Cariparo, Fondazione Città della Speranza, 84 Comuni, azienda Ulss 16). Lo studio consente di monitorare le condizioni di crescita e di sviluppo dall’infanzia verso l’età adulta a livello fisico, relazionale, emotivo, delle capacità e delle aspettative di vita. Darà risposte ai genitori, agli insegnanti, a quanti hanno a cuore la necessità di garantire opportunità per crescere ai nostri ragazzi. Al progetto, che durerà 8 anni, hanno già aderito oltre 300 famiglie di ragazzi undicenni della Provincia di Padova e del Comune di Rovigo.

Welfare generativo. La crisi, con le sue pesanti ricadute sociali, obbliga a un ripensamento e a un salto di qualità nella lotta alla povertà. Il sistema di welfare deve diventare capace di rigenerare le proprie risorse, non solo economiche ma anche e soprattutto umane. È questa l’idea di fondo della proposta di «welfare generativo», un welfare capace di responsabilizzare e responsabilizzarsi, sulla base di un diverso incontro tra diritti e doveri, passando dalla logica del costo a quella dell’investimento e privilegiando l’efficacia e non la semplice assistenza. È una nuova logica che dice alle persone: «non posso aiutarti senza di te».

Don Giovanni ci ha lasciato. Il 21 marzo il Signore è venuto a prendere e portare con sé don Giovanni Nervo. Con la sua grande fede e cultura, ci lascia un patrimonio immenso di idee. Con una vita spesa per la giustizia, la solidarietà, la carità, la pace, lascia una testimonianza stupenda. È nato povero, è vissuto povero, è morto povero, in una povertà che lui ha sempre considerato ricchezza, perché, diceva, gli lasciava una grande libertà. 

Interventi personalizzati e valutazione d’esito. Proseguono i laboratori multicentrici sulla valutazione di esito. Operatori di varie discipline sono impegnati a misurarsi con la misurazione e la valutazione di esito. È una sfida che gli operatori hanno accettato: come lavorare a risorse «finite» e come misurare gli esiti del proprio lavoro, attraverso una azione sistematica di monitoraggio dei risultati ottenuti. Nel 2013 sono stati attivati laboratori in 6 regioni.

Povertà. Il 2013 è stato caratterizzato da un ricco dibattito sul tema della povertà, ma anche da risposte inefficaci. Reddito minimo d’inserimento, Sia e, ancora, social card. La Fondazione Zancan ha invece ribadito che le cure palliative non servono per guarire. A fronte di un problema così strutturale serve molto più coraggio, senza affidarsi a soluzioni settoriali e incapaci di dare speranza per uscire dalla morsa della povertà. Ancor di più se si guarda dal versante della povertà minorile, tema oggetto di studio anche dell’Associazione internazionale sulla valutazione di esito e che sarà oggetto di una conferenza internazionale nel 2014.

Affido. La Fondazione Zancan ha organizzato a Padova il seminario internazionale di ricerca e una conferenza internazionale che hanno riunito lo scorso settembre esperti provenienti da 16 paesi europei ed extraeuropei. Al centro del seminario gli esiti degli affidi, i rapporti con le famiglie di origine, le modalità di supporto, ma anche delle sfide poste dall’affido, in Italia e in altri paesi. Sono emerse luci ed ombre e non mancheranno le occasioni per proseguire il dibattito.

Divulgazione on-line. Nel 2013 la Fondazione ha lanciato lo shop on line: è possibile acquistare tutti i volumi in catalogo, la rivista «Studi Zancan», i numeri di «Politiche sociali» e «Servizi sociali» dal sito della Fondazione Zancan.

2.

I genitori negli spazi di vita dell'infanzia

Nel 2011 erano più di 720 mila i bambini e i ragazzi in condizioni di povertà assoluta, in crescita rispetto all’anno precedente con un aumento di circa 70 mila unità (Save The Children, 2012). Si tratta di un fenomeno diffuso soprattutto nelle regioni del Sud, dove nel 2011 erano più di 400 mila i bambini e i ragazzi in questa condizione.

Il sensibile incremento dell’incidenza della povertà in Italia nel 2012, dopo anni di relativa stabilità, ha riguardato in misura particolare i bambini e i ragazzi. Nel 2012 su poco più di 4,8 milioni di persone in condizione di povertà assoluta quasi 1,1 milione erano costituiti da minori, a fronte di 723 mila minori su 3,4 milioni di poveri assoluti complessivi nel 2011. Mentre il numero complessivo di persone in povertà assoluta è aumentato del 41% rispetto al 2011, il numero di minori assolutamente poveri è aumentato in misura maggiore, ossia del 46%.

In generale, si notano ampie differenze tra aree e regioni del Paese: nel 2011 in Sicilia quasi 1 minore su 2 era in condizioni di povertà relativa (42,3%), in Campania, Puglia, Calabria circa 1 minore su 3, in Lombardia e Trentino Alto Adige 1 su 13 e in Veneto 1 su 18.

La diffusione della povertà relativa tende ad aumentare con il numero di figli minori presenti in famiglia: l’incidenza è pari al 15,7% tra le famiglie con 1 figlio minore, al 20,1% tra le famiglie con 2 figli minori, al 28,5% tra le famiglie con 3 o più figli minori. Il quadro è particolarmente negativo nel Mezzogiorno: nel 2012 un terzo (33,9%) delle famiglie meridionali con almeno 1 figlio minore era in condizione di povertà relativa, la percentuale sale al 40,2% tra le famiglie con 3 o più figli minori. Analoghi trend valgono per la povertà assoluta.

La crisi ha colpito in misura significativa le famiglie con bambini e tra il 2007 e il 2010 la povertà tra bambini e giovani è aumentata in numerosi paesi Ocse. In particolare, nel corso del periodo iniziale della crisi (fino al 2010) i tassi di povertà relativa nei paesi Ocse sono mediamente aumentati tra i minori (di 0,6 punti percentuali) e mediamente diminuiti tra gli anziani (di 2,7 punti percentuali), a fronte di una generale stabilità (leggero aumento di 0,1 punti percentuali) sul complesso della popolazione. In Italia questi trend si sono manifestati in misura più accentuata: l’incidenza della povertà relativa è significativamente aumentata tra i minori (+2,2 punti percentuali) e diminuita tra gli anziani (-3,5 punti percentuali), a fronte di un aumento complessivo di un punto percentuale sul complesso della popolazione. In Italia il rischio di povertà o esclusione sociale per i bambini fino a 6 anni (31,9% nel 2012) è sensibilmente più elevato rispetto alla media Ue (26%). Si tratta inoltre di una percentuale leggermente superiore al rischio sulla popolazione italiana complessiva (29,9%).

L’impatto dei trasferimenti sociali in termini di riduzione del rischio di povertà tra i minori italiani è di gran lunga inferiore rispetto a quello medio europeo: -6,7 contro -14,2 punti percentuali. Se i trasferimenti hanno una efficacia limitata, la fornitura di servizi per l’infanzia può invece costituire uno strumento di riduzione della povertà e disuguaglianza. In Italia i servizi sono rivolti ad un numero troppo limitato di bambini, soprattutto per la fascia 0-3 anni.

Nell’anno scolastico 2010/2011, l’indicatore di presa in carico, ossia il rapporto tra bambini che frequentano i servizi socio-educativi per la prima infanzia e residenti di età 0-2 anni, era pari al 14% a livello medio nazionale. Nell’anno scolastico 2011/2012 il valore è diminuito al 13,5%. Nel 2010/2011 aumentava di oltre 10 volte passando dal 2,4% e 2,7% rispettivamente in Calabria e Campania, al 27,6% e al 29,4% dell’Umbria e dell’Emilia-Romagna.

Nell’anno scolastico 2011/2012 gli utenti di asili nido (comunali o finanziati dai comuni) sono passati a 201.565 dai 201.640 nel 2010/2011: è la prima riduzione nel numero assoluto di utenti registrata dal 2004. L’indicatore di presa in carico (utenti degli asili nido su residenti di età 0-2 anni) è rimasto costante all’11,8% rispetto all’anno precedente. Permangono forti disparità territoriali: l’indicatore di presa in carico varia dal 3,5% nel Sud Italia al 17,1% nel Nord-est, e la percentuale dei Comuni coperti dal servizio varia dal 24,3% nel Sud Italia all’82,6% nel Nord-est.

La quota di spesa per la protezione sociale destinata a bambini e famiglia in Italia è inferiore rispetto alla media europea. Nel 2010 era pari mediamente all’8% sia nella Ue a 15 sia nella Ue a 27, mentre in Italia era pari al 4,6%. La spesa per trasferimenti e servizi a bambini e famiglie in Italia era l’1,3% del Pil (0,7% trasferimenti e 0,6% servizi), contro il 2,3% del Pil (1,5% trasferimenti e 0,8% servizi) in Europa.

Negli ultimi anni è costantemente aumentata la spesa complessiva impegnata per asili nido (sia strutture comunali sia contributi e integrazioni a rette) – complessivamente del 22,1% tra il 2007/2008 e il 2011/2012 – così come il numero degli utenti – del 22% tra il 2007/2008 e il 2011/2012. La spesa media per utente è aumentata tra il 2007/2008 e il 2008/2009 ed è diminuita nel biennio successivo. È infine aumentata nuovamente nel 2011/2012, ma ciò è dovuto anche al fatto che nel 2011/2012 è leggermente diminuito il numero di utenti. La percentuale di compartecipazione degli utenti è invece diminuita tra il 2007/2008 e il 2008/2009, ed è costantemente aumentata nel triennio successivo: pertanto tra il 2008 e il 2012, a fronte di una spesa media per utente tendenzialmente in diminuzione, le famiglie sono state chiamate a compartecipare al costo dei servizi in misura crescente.

La spesa comunale per utente per asili nido varia significativamente tra le diverse regioni. Nell’anno 2011/2012 ammontava in media a 7.612 euro in Italia: la spesa per utente più elevata si registrava in Valle d’Aosta (13.066 euro) e Lazio (12.032 euro), la spesa più bassa in Calabria (3.278 euro) e Molise (3.521 euro).

La spesa dei comuni per servizi integrativi o innovativi per la prima infanzia nell’anno 2011/2012 in Italia ammontava in media a 2.146 euro per utente. La spesa per utente più elevata si registrava nella P.A. di Bolzano (6.186 euro) e in Valle d’Aosta (4.056 euro), la spesa più bassa in Puglia (479 euro) e Piemonte (679 euro).

A fronte di questo quadro molto problematico, prosegue l’impegno di Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariplo e Fondazione Zancan per portare all’attenzione degli amministratori, degli operatori e delle comunità locali la questione dei «servizi per la prima infanzia». Ne hanno soprattutto bisogno i bambini in condizioni di povertà.

Alla ricerca di soluzioni è stato dedicato il seminario che si è svolto a Milano, nei giorni 9-10 gennaio, presso la Fondazione Cariplo: «I genitori negli spazi di vita dell’infanzia» Sono state affrontate le questioni legate al coinvolgimento dei genitori negli spazi di vita dei bambini in età 0-6 anni e al concorso al risultato che le famiglie possono dare per migliorare la situazione, insieme con le istituzioni.

L’incontro nazionale fa seguito al convegno di Torino (9 dicembre 2013) focalizzato sui problemi dell’accesso ai servizi e delle risorse professionali ed economiche per la prima infanzia. Al seminario hanno partecipato esperti, docenti e ricercatori delle Università di Milano, Torino, Padova, referenti dei ministeri, delle regioni, dei comuni, operatori e dirigenti dei servizi sociali, sanitari ed educativi per la prima infanzia.

3.

Terzo forum transatlantico sui servizi per l’infanzia

Nel dibattito volto a stimolare politici e decisori italiani e internazionali sull’investimento a favore della prima infanzia e in particolare a vantaggio di bambini di famiglie in diverse situazioni di disagio, dal 20 al 22 gennaio 2014 si è svolto a Lisbona il terzo forum transatlantico organizzato presso la Fondazione Gulbenkian nell’ambito del progetto.

L’evento è promosso dalla Compagnia di San Paolo, Fondazione Zancan, Fondazione Cariplo e altre fondazioni europee e nord americane che a partire dal 2013 nell’ambito del Transatlantic Forum on Inclusive Early Years - Investing in the Development of Young Children from Migrant and Low-Income Families, ha previsto lo svolgersi di seminari e conferenze internazionali (Ghent, New York) e nazionali (Torino, Padova, Milano).

L’obiettivo del forum era quello di analizzare i bisogni delle famiglie che vivono in situazioni di difficoltà individuando le prassi innovative ed efficaci in uso in diversi paesi ed esplorando modelli e programmi che hanno dato risultati di efficacia. Un ulteriore obiettivo era quello di analizzare le esperienze di città e paesi in cui l’integrazione tra diversi sistemi consente di ottenere migliori risultati per i bambini che vivono in famiglie a basso reddito o con una storia di immigrazione.

Si sono organizzate sessioni sul tema del coinvolgimento e della partecipazione dei genitori nei servizi per la prima infanzia, sui modelli innovativi di coinvolgimento, sull’empowerment dei genitori, sulle strategie efficaci sui due livelli (genitori e bambini). La sessione finale era dedicata ai cambiamenti nel sistema per favorire il coordinamento dei servizi e una migliore integrazione. Tra i relatori, è intervenuta Silvia Pasqua, docente di economia dell’Università di Torino e membro di CHILD (Centre for Household, Income, Labour and Demographic Economics) del Collegio Carlo Alberto. Tra i partecipanti, referenti delle Fondazioni impegnati nel progetto e rappresentanti delle istituzioni pubbliche del nostro paese a livello nazionale e locale.

A questo appuntamento l’Italia ha presentato i risultati del primo anno di attività del progetto Tfiey culminato con la realizzazione del primo convegno nazionale svolto a Torino il 9 dicembre 2013 e con i risultati del seminario svolto a Milano nei giorni 9-10 gennaio 2014: in quella occasione sono state discusse le criticità presenti nel nostro paese e sono state elaborate una serie di raccomandazioni da portare all’assemblea internazionale. Nello stesso seminario è stata inoltre presentata una classificazione dei servizi per la prima infanzia che è ora in corso di pubblicazione on line. 

4.

Welfare spesa o welfare investimento. La sfida del welfare generativo

Per il volontariato la cura della persona e della comunità restano priorità al mutare del panorama sociale ed esistenziale. È quindi necessario investire in un welfare che diventi capace di rigenerare le proprie risorse, insieme con le persone. Un welfare generativo capace di far rendere le risorse raccolte con una sistematica responsabilizzazione sugli esiti, resa possibile da un diverso incontro tra diritti e doveri.

Volontari insieme, Azienda Ulss 9 Treviso e Csv Treviso il 17 gennaio scorso hanno organizzato un incontro su questo tema per ripensare il welfare con una assunzione di responsabilità sociale.

Dopo il saluto di benvenuto e l’apertura dei lavori di Adriano Bordignon (presidente Centro di Servizio per il Volontariato della Provincia di Treviso) e Ubaldo Scardellato (direttore Servizi Sociali Ulss 9), Tiziano Vecchiato (direttore Fondazione Zancan) ha relazionato sul tema del welfare generativo.

5.

Al via la terza annualità dello studio CRESCERE

Il progetto CRESCERE continua con la raccolta dati e le interviste a ragazzi e famiglie residenti nella provincia di Padova. Sono più di 300 le famiglie che hanno già aderito allo studio e i primi risultati sono disponibili e scaricabili nel sito www.crescerebene.org.

La newsletter inviata alle famiglie mette a fuoco quali sono le potenzialità di uno studio longitudinale, occasione unica per capire gli adolescenti, con l’intervista a Elisabetta Crocetti, ricercatrice presso l’Università di Utrecht, in Olanda. I ragazzi ci parlano di cosa pensano della scuola, di come li trattano gli insegnanti, di quanto si sentono stressati. E poi ancora, ci parlano di internet e dei social network, di cosa fanno nel tempo libero, dei rapporti con gli amici, con i genitori, e molto altro ancora.

Grande interesse è rivolto al benessere psicofisico dei ragazzi, legato alla pratica di attività sportiva. L’Azienda sanitaria Ulss 16 di Padova intende studiare in modo approfondito la relazione tra giovani e sport, attraverso visite mediche e monitoraggi gratuiti per tutti i ragazzi che partecipano.

Nel 2014 il progetto cresce e si amplia, il campione di famiglie coinvolte si allarga al Comune di Rovigo e ad altri Comuni della provincia di Padova: Montagnana, Correzzola, Codevigo, Cadoneghe e Albignasego. A breve si svolgeranno le interviste anche in questi territori. 

6.

Rigenerare capacità e risorse. La lotta alla povertà. Rapporto 2013

Il volume esce in una fase della vita italiana nella quale la crisi economica ha indici di depressione mai raggiunti negli ultimi vent’anni. La povertà ha superato da anni le caratteristiche tipiche del fenomeno transitorio e congiunturale, per assumere i connotati di una involuzione strutturale, che allarga progressivamente le disuguaglianze sociali, intacca i diritti fondamentali dei cittadini e per questo chiama in causa le grandi scelte politiche e richiede la mobilitazione di tutte le forze culturali e sociali.

In questo rapporto poniamo l’urgenza di soluzioni di «welfare generativo», sollecitando le forze politiche, sindacali, imprenditoriali e culturali a interrogarsi su come passare dall’assistenzialismo alla promozione, da un welfare inteso come costo a welfare di investimento.

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