1.

Povertà infantile: un approccio transculturale

Studiosi ed esperti di servizi sociali provenienti da tutto il mondo si sono incontrati a Gerusalemme in occasione del seminario annuale dell'International association for outcome-based evaluation and research on family and children's services (iaOBERfcs) (24-27 giugno) sul tema «l'esito degli interventi per i bambini in condizione di povertà». Il seminario ha permesso di condividere studi, buone pratiche, esperienze e risultati. L'evento è stato organizzato da Anat Zeira, docente alla Scuola di Servizio sociale alla Hebrew University of Jerusalem e responsabile area ricerca e valutazione dell'Haruv Institute, con il sostegno dell'Istituto di Cultura Italiana di Tel Aviv.

L’associazione iaOBERfcs vuvole affrontare sia il fenomeno povertà dei bambini, sia le modalità necessarie per valutare le situazioni a rischio. Il confronto internazionale su questi temi ha il vantaggio di consentire l’adozione di una prospettiva transculturale per affrontare con competenza i problemi dell'infanzia e rafforzare l’identificazione di ciò che accomuna i diversi professionisti al di là delle appartenenze socioculturali. La possibilità poi di pubblicare e disseminare gli esiti di studi e ricerche contribuisce a migliorare le pratiche in risposta alle situazioni di rischio dei bambini.

Le risposte al problema della povertà dei bambini possono essere o di tipo economico o psicosociologico. Il servizio sociale professionale nel primo caso svolge un ruolo di promozione dei diritti e di supporto all’utilizzo delle prestazioni istituzionali. Nel secondo caso fornisce sostegno alle capacità genitoriali, interventi precoci e servizi di protezione a bambini e famiglie, senza trascurare interventi di mobilitazione della comunità e di prevenzione dei rischi di maltrattamento o grave disagio dei bambini.

Sempre a Gerusalemme si è tenuto un convegno pubblico dedicato al welfare per i minori e al contrasto alla povertà, aperto ai professionisti dei servizi per l'infanzia e l'adolescenza. Il convegno è stato organizzato dall’associazione iaOBERfcs in collaborazione con il Myers-JDC Brookdale Institute e supportato da diversi enti che operano nell'area della formazione e dello sviluppo professionale.

2.

L’apporto del servizio sociale al welfare generativo

L’apporto del servizio sociale al welfare generativo: è questo il tema del seminario che si è svolto a Padova (14 giugno), con il coordinamento degli Ordini degli assistenti sociali del Nord. L’obiettivo era di approfondire e discutere in chiave professionale la proposta di welfare generativo della Fondazione Zancan, contenuta nel volume «Vincere la povertà con un welfare generativo. La lotta alla povertà» (Il Mulino 2012), dando voce ad assistenti sociali impegnati in diversi servizi e aree di bisogno.

L’incontro ha dato continuità a un percorso iniziato già lo scorso maggio con un convegno a Cagliari e proseguito con un seminario di approfondimento ospitato sempre dalla città sarda.

Questi eventi hanno portato la comunità professionale a interrogarsi sulla percorribilità della proposta, sulle sue implicazioni... sulla sfida che in sé racchiude il welfare generativo per la professione.

Il punto di partenza è la consapevolezza che il patrimonio etico e metodologico del servizio sociale può offrire un prezioso contributo nel declinare il nuovo paradigma del welfare generativo, purché all'interno della comunità professionale si aprano spazi di confronto e di riflessione sulle potenzialità e sulle criticità degli attuali approcci.

Alla base della proposta di welfare generativo c’è la convinzione che ogni aiuto in grado di valorizzare le capacità della persona è anche moltiplicatore di valore. Nell’ottica di superamento della logica assistenziale, si dice alle persone «non posso aiutarti senza di te». Significa passare dal welfare attuale, basato sul raccogliere e redistribuire risorse, a un welfare a maggiore capacità e potenza, che diventa promotore di capacità professionali, umane e sociali in grado di aggiungere rendimento, rigenerazione e maggiore responsabilizzazione da parte di ogni persona.

La proposta del welfare generativo riporta il servizio sociale ai suoi fondamenti etici e metodologici chiedendo a tutti gli operatori di «ritrovare la speranza» nella quotidiana operatività sempre più spesso schiacciata da logiche burocratiche e prestazionistiche, per poi riuscire a «ridare speranza» alle persone che si rivolgono ai servizi. È necessario tuttavia adottare un nuovo paradigma che vede il servizio sociale professionale chiamato a porsi con maggiore insistenza la domanda: «Che cosa posso chiedere a chi riceve aiuto?». Per affrontare queste sfide la comunità professionale si è ritrovata offrendo il proprio contributo di riflessione e per essere essa stessa «rigenerativa» al proprio interno.

3.

Quale nuovo welfare per la Toscana?

Un sistema, quello del welfare toscano, che deve essere riordinato e rivisto, in base alle esigenze emergenti che, con la crisi, si affacciano nel panorama regionale. Questo l’orientamento principale emerso dal convegno «Quale nuovo welfare per la Toscana», organizzato da Anci Toscana e Regione Toscana lunedì 17 giugno a Firenze.

Nel convegno si è evidenziato che la Toscana nel complesso regge e funziona, ma oggi le sue rigidità strutturali non consentono più di rappresentare i bisogni delle comunità. La politica ha di fronte a sé due strade: o si continua a sostenere questo sistema, incrementando costantemente finanziamenti che però, ad oggi, è sempre più difficile mettere insieme, oppure si compie una scelta radicale e lo si cambia, lo si rimodula, integrando i sistemi di servizio e, di conseguenza, redistribuendo e ridefinendo i rapporti tra Comuni e Regione. Serve un nuovo e più forte rapporto di cooperazione tra i diversi livelli istituzionali, in vista di una rivoluzione che porti i «bilanci a sottomettersi ai diritti e non il contrario», lavorando per abbattere le diseguaglianze, l’insicurezza e la solitudine dei cittadini.

Nella costruzione di questo nuovo modello, il welfare diventa occasione per finanziare i diritti producendo lavoro. Diventa un investimento e non una spesa. Le condizioni concrete ci sono se si investe di più sulle persone e le loro capacità. È inoltre necessario valorizzare i potenziali trasformativi delle professioni sociali, che non devono limitarsi a redistribuire gli aiuti, ma devono chiedere alle persone e alle famiglie il loro contributo al risultato. Potranno così evitare le dinamiche assistenziali e dare risposte efficaci ai bisogni. Anche la classe dirigente potrà contribuire a nuove soluzioni di welfare se sarà capace di investire, facendo rendere le risorse a disposizione e rigenerandole, così da creare maggiore occupazione di welfare.

4.

Testimonianza e bene comune: ultimo volume di Mons. Nervo

È disponibile in libreria l’ultimo volume scritto da mons. Nervo «Testimonianza e bene comune», pubblicato postumo dalle Edizioni del Messaggero di S. Antonio di Padova.

Il testo ha il sapore non solo della memoria riconoscente, ma anche della consegna che don Giovanni fa della propria vita come autentica testimonianza e impegno per il bene comune. Nelle pagine del volume mons. Nervo delinea la testimonianza cristiana come valore fondamentale sia nella costruzione del bene comune sia nella vita ecclesiale.

Articola una forma di carità cristiana e politica che, anche a partire dagli orientamenti conciliari, si fa esperienza concreta di evangelizzazione e promozione umana, esercizio di obiezione di coscienza e occasione di condivisione e ritorno all’essenziale.

Sulla via del servizio e dell’attenzione al povero, mons. Nervo ci fa poi incontrare dei testimoni e maestri come il buon samaritano, don Lorenzo Milani e san Giovanni Calabria, pagine viventi di vangelo.Ci auguriamo che, attraverso le pagine del volume, molte persone traggano ispirazione per fare della propria vita una testimonianza nel servizio al bene comune.

Contenuti

Presentazione (di mons. Doni); Introduzione; Testimonianza cristiana; La testimonianza cristiana nella costruzione del bene comune; Testimonianza cristiana e opere della chiesa; La coscienza regola di vita personale, familiare e sociale; La carità politica; Per una presenza responsabile dei cristiani nel sociale e nel politico; Testimonianza cristiana e obiezione di coscienza; Una testimonianza credibile: il servizio; Un testimone e maestro di libertà: don Lorenzo Milani; Dall’elemosina alla condivisione; Il mistero del male e del dolore; Ritornare all’essenziale; Un esempio che viene da lontano: il samaritano; Un vangelo vivente: don Giovanni Calabria.

5.

Studi Zancan 3/2013

Nell’ultimo numero della rivista Studi Zancan (3/2013) Maria Bezze, Devis Geron e Tiziano Vecchiato evidenziano come il criterio dell’equità distributiva sia ancora un obiettivo da raggiungere nell’ambito dei servizi sociali. Analizzano i criteri adottati dalle regioni per il riparto delle risorse finanziarie tra gli enti locali e simulano gli effetti di criteri alternativi di riparto per il caso specifico del comune di Rovereto nella Provincia Autonoma di Trento.

L’articolo di Lorenza Anfossi mette in evidenza il ruolo del segretariato sociale come punto d’incontro tra il dovere di informare e il diritto ad essere informati. Ripercorre il difficile cammino legislativo che lo ha visto nascere e sottolinea alcune caratteristiche che ne chiariscono utilità ed efficacia.

Tiziano Vecchiato riflette sull’esperienza trentina del reddito di garanzia, evidenziando la necessità di comprendere meglio le condizioni di maggiore rendimento sociale delle risorse impiegate.

La sezione monografica contiene alcuni interventi dedicati a temi cardine nella vita di don Giovanni: giustizia e pace, solidarietà e volontariato, lotta alle disuguaglianze, servizi alla persona. Sono i contributi di Giuseppe-Benvegnù Pasini, Francesco Soddu, Giuseppe Zaccaria, Emanuele Rossi, Diego Cipriani, Franco Piacentini, Felice Scalvini, Salvatore Nocera, Paolo De Stefani, Milena Diomede Canevini e Livio Frattin, presentati nella giornata di studio e approfondimento «Carità e Giustizia: l’impegno e la testimonianza di don Giovanni Nervo» (13 maggio, Padova). Giornata organizzata dalla Fondazione Emanuela Zancan, in collaborazione con il Comune, la Diocesi, l’Università di Padova e la Caritas Italiana, per rendere omaggio a don Giovanni, scomparso lo scorso marzo.

Mario Narni Mancinelli – nella sezione delle esperienze – suggerisce una riflessione sulla Fondazione «Camminiamo Insieme», rappresentativa del cambiamento delle culture operative che hanno caratterizzato il terzo settore, assumendone in pieno sia gli stimoli positivi sia le difficoltà interne.

6.

Le forme dell’affido in Europa: cosa sappiamo degli esiti e delle condizioni di efficacia?

Il prossimo 12 settembre a Padova si terrà la conferenza internazionale «Foster care in Europe: what do we know about outcomes and evidence?» organizzata dalla Fondazione Zancan, dell’associazione Iaober-International Association for Outcome-based Evaluation and Research on Family and Children’s Services, dalla Fondazione Paideia, dall'International Foster Care Research Network, e con il patrocinio del Comune di Padova. 

L'obiettivo della conferenza è parlare delle diverse forme della «foster care» e soprattutto fare «passi avanti» per preparare un futuro di risposte migliori e più efficaci per l’infanzia deprivata ed esposta a tanti problemi. Ci chiederemo cosa sappiamo grazie al confronto tra diversi paesi e quali sono gli esiti delle soluzioni adottate, le condizioni di efficacia, le misure di reale beneficio per i bambini e i ragazzi in difficoltà. Sono domande che non possiamo evitare accettando il rischio diffuso di dare per scontato che l'affido è di per sé una buona soluzione. Per sua natura è "un mezzo" non un fine. Non può in ogni caso essere considerato una soluzione visto che in molti casi non garantisce gli esiti sperati e i dati italiani stentano a raggiungere soglie accettabili. Anche per questo la conferenza si concentra sul confronto europeo lasciando a successivi appuntamenti l’analisi e la verifica della situazione italiana. La giornata è divisa in due sessioni: la prima è dedicata ad un confronto tra paesi che sono anche espressione di diverse culture dell’intervento sociale. Agli esperti che interverranno è stato chiesto di evidenziare le tipicità proprie del paese di riferimento, insieme con le questioni da affrontare e le prospettive su cui investire. La seconda sessione è dedicata al confronto tra diversi livelli di intervento sociale e professionale: si parte dal livello delle politiche su scala europea e si prosegue evidenziando l’apporto che le professioni possono dare all’innovazione. Successivamente si entra nel merito delle azioni di advocacy necessarie per riportare in primo piano nelle agende la tutela dell’infanzia e si conclude la sessione con i contributi che anche il mondo della ricerca è chiamato a dare per lo sviluppo di soluzioni più efficaci.

La conferenza farà seguito ad un seminario di ricerca e confronto internazionale (15 paesi) sulle questioni della «foster care» e del suo futuro. Il focus è capire ciò che funziona e non funziona e superare le attuali contraddizioni. I risultati del seminario saranno presentati e messi a disposizione dei partecipanti alla Conferenza.

Il programma e la scheda di iscrizione sono visibili al sito www.fondazionezancan/news.

7.

Strumenti di lavoro: 1 libro 1 euro

Lo strumento di lavoro ad 1 euro di questo mese è dedicato  all’imprenditorialità sociale nel contesto del welfare locale (Studi Zancan 5/2004). Il welfare locale sembra essere diventato il paradigma di riferimento nella produzione dei servizi sociosanitari. Ma le problematiche pratiche che si incontrano nel trasformare il modello generale in esperienze concrete sono ancora poco indagate. Si può sostenere che esiste una precisa relazione tra la qualità del welfare locale e il grado di maturità delle imprese sociali. È dunque quest’ultimo il versante cui occorre prestare attenzione. Si tratta di capire che significato assumano il concetto di impresa e gli elementi che tradizionalmente lo compongono, in un quadro in cui l’offerta di servizi deve essere comunque garantita dal soggetto pubblico.

La rivista può essere ritirata di persona (presentando la scheda scaricabile dal sito www.fondazionezancan.it) presso la nostra sede in Via Vescovado, 66 - Padova, dal lunedì al venerdì (8.30-13.00 e 14.00-17.00).

Si può ricevere direttamente a casa, con spese a carico, a seguito di richiesta via fax (049663013) o tramite email (segreteria@fondazionezancan.it) compilando sempre la scheda.

La richiesta va effettuata entro il 31 agosto 2013.

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